“Non intendiamo assistere inermi a questa azione di sistematica demolizione della Legge regionale 20 del 1999 in corso ormai da qualche tempo e che sta seriamente rischiando di cancellare il faticoso percorso compiuto sul fronte della lotta al racket”.
Lo ha detto il coordinatore regionale delle Associazioni antiracket della Sicilia Mauro Magnano in una lunga lettera aperta inviata, fra gli altri, al presidente della Regione Raffaele Lombardo, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio, al presidente della Commissione Regionale Antimafia On. Speziale ed ai componenti dello stesso organismo.
Magnano segnala come la Regione nel 2011, dopo aver inizialmente quasi “azzerato” la dotazione del fondo della L.R.20/99 salvo a reintegrarlo nella misura originaria (400 mila euro) dopo le proteste delle Associazioni, abbia introdotto “inaccettabili criteri restrittivi” sottoponendo l’accesso ai contributi alla condizione che le stesse associazioni si siano costituite parte civile almeno due volte negli ultimi tre anni in processi per reati di mafia o per reati di mafia finalizzati al racket delle estorsioni.
E’ un intervento inopportuno e dannoso – ha scritto ancora Magnano – con un incredibile effetto retroattivo, essendo relativo al 2011 ed essendo stato varato alla fine di quello stesso anno, e con un inaccettabile effetto discriminatorio in quanto assoggetta a questo obbligo solo le associazioni antiracket, soggetti iscritti in un apposito albo prefettizio sottoposto a stringenti verifiche, ma non anche gli altri soggetti potenzialmente beneficiari previsti dalla stessa legge 20 del 1999″.
Il Coordinatore Regionale delle Associazioni antiracket, alla luce di questa nuova disposizione, e rilavando il fatto che “la Regione abbia troppe disatteso il pur previsto obbligo di costituirsi parte civile nei processi contro la mafia (L.R.15/2008)”, lancia poi la provocatoria proposta che anche i singoli componenti del governo ed i deputati dell’Assemblea regionale siciliana vengano assoggettati ai medesimi criteri “condizionando uno dei tanti privilegi economici (non lo stipendio, per carità!) alla costituzione di parte civile che è un obbligo da voi votato. E’ chiedere troppo?”.
Il Coordinatore Regionale delle Associazioni Antiracket Siciliane della F.A.I. ha quindi sollecitato di “aggiungere, in sessione di bilancio, all’importo previsto per il 2012 (400 mila euro), quanto perso ed andato in economia per il 2011.
Concludendo“Chiediamo anche un atto legislativo propedeutico per la lotta alla politica, all’amministrazione pubblica e all’economia colluse con la mafia, un Codice Etico che preveda, fra l’altro, la decadenza immediata dei parlamentari inquisiti e che impedisca ai partiti di candidare condannati e gente in odore di mafia”.
fonte facebook acio capo d’orlando