Per Giuseppe Antoci è stata “Una serata coinvolgente e piena di emozioni che porterò sempre nel mio cuore. Ritorno nella mia Santo Stefano che amo, dove sono nato e cresciuto e della quale sono cittadino, portando con me il dono più grande che la comunità di Melpignano potesse offrirmi: la Cittadinanza Onoraria”.
Antoci ha ricevuto la cittadinanza onoraria “per il coraggio e l’impegno profusi nella lotta alla mafia” e questo riconoscimento suona, anzi lo è, uno schiaffo in faccia a chi l’ha lasciato solo, in Sicilia, in un isolamento politico che diventa pericoloso ed umiliante. Che suona come una condanna.
La consegna della cittadinanza si è tenuta nella Piazza S. Giorgio del Comune di Melpignano, in provincia di Lecce, con il Consiglio Comunale in seduta pubblica straordinaria, convocato congiuntamente al Consiglio dei Ragazzi e delle Ragazze.
Melpignano, comune del Salento che ospita la famosa notte della Taranta si è sempre contraddistinto nel conferimento di cittadinanze onorarie ad illustri personaggi di caratura nazionale ed internazionale come per esempio Abdullah Öcalan, leader rivoluzionario curdo, e l’isdraeliana, cantante e ambasciatrice di Pace, Noa.
Cerimonia emozionante iniziata con l’apertura del mercato della terra con la Banca dei semi dei bambini e il vivaio dei Pollicini e a seguire si è svolta la seduta dell’assise cittadina per il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Giuseppe Antoci, alla presenza anche del consigliere regionale Sergio Blasi e di Sabrina Matrangola, figlia di Renata Fonte, prima donna vittima della mafia nel Salento.
“Melpignano – ha dichiarato il sindaco Ivan Stomeo – svolge da tempo un intenso lavoro volto a promuovere, a partire dai bambini, la cultura della pace e della legalità e oggi sente la necessità di assumere una posizione chiara contro un male antico, e ben radicato, di questo nostro Mezzogiorno, e ormai dell’Italia tutta: la mafia, gli abusi di potere, che condannano questo nostro Sud ad essere schiavo, e non propulsore, delle proprie ricchezze. Non c’è cura del territorio e futuro per lo stesso se non vi sono giustizia, trasparenza e regole nell’amministrarlo”.
“Sono molto onorato – dice Giuseppe Antoci – di aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Melpignano, comunità laboriosa e di grandi tradizioni. Porterò in giro per l’Italia, nelle mie gambe e soprattutto nel mio cuore, i valori e le tradizioni di Melpignano e della Puglia, comunità delle quali sono diventato cittadino. Anche questo è un grande onore, la Puglia è una regione speciale, come speciali sono i suoi abitanti ai quali mi lega un forte sentimento di affetto ed amicizia e adesso unisco a questi sentimenti il legame giuridico della cittadinanza attraverso questo atto d’amore che Melpignano mi ha voluto donare”.
“Melpignano – commenta la Vicesindaca e Assessore all’Ambiente Valentina Avantaggiato – si onorerà di avere tra i suoi concittadini “un Eroe dei nostri tempi”, come l’ha definito Camilleri. Un uomo che con coraggio e dignità ha saputo difendere il proprio territorio, salvandolo dalla mani sporche dei potentati mafiosi, combattendo un sistema parassitario e vigliacco volto a soffocare ogni vagito di una potenziale nuova e sana economia, legata alla prima risorsa che abbiamo: la terra. La cittadinanza è il dono più grande e prezioso che una comunità possa offrire, per riconoscenza all’alto valore morale di Antoci”.
Alle mafie fanno gola i terreni e la filiera agricola pugliese e salentina: l’intensità del fenomeno fa balzare Taranto al 15esimo posto tra le province italiane, Lecce al 28esimo, Brindisi al 46esimo, tutte davanti anche a Foggia e dietro a Bari, che ha la palma nera rientrando a pieno titolo nella top ten nazionale. La Puglia è una regione a forte rischio, al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31 per cento, preceduta solo da Calabria (2,55%) e Sicilia (2,08%).
Lo conferma il rapporto “Le mani dell’agromafia nel piatto dei pugliesi” stilato da Coldiretti e Osservatorio sulle agromafie diretto dal magistrato Giancarlo Caselli. Solo per avere un’idea, sono 6.057 i terreni sequestrati alle mafie, il 20,4 per cento dei 29.689 sparsi in tutta Italia. Beni, però, quasi sempre non usati: si stima uno spreco tra l’1,9 e i 2,37 miliardi di euro a causa di inadempienze, procedure farraginose, lungaggini burocratiche che tengono in stallo i campi confiscati.
http://scomunicando.hopto.org/notizie/nessun-colpevole-lagguato-a-giuseppe-antoci-va-in-archivio-eppure-sospetti-e-riscontri-cerano/
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