Antonio è dottore in relazioni internazionali – Gli auguri della Redazione
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Antonio è dottore in relazioni internazionali – Gli auguri della Redazione

Ad Antonio, nostro collaboratore, gli auguri della Redazione.

ECCO L’INTRODUZIONE DELLASUA TESI

La rappresentanza politica è da sempre uno degli aspetti che, maggiormente, hanno suscitato l’interesse degli studiosi della storia politica dei paesi.

Questa, infatti, ci permette di capire le dinamiche dell’evoluzione sociale e politica di una società, inoltre ci consegna gli strumenti per decifrare la forza dei vari gruppi di potere che si sono susseguiti nei vari governi.

Ciò che sicuramente si evince, da questo studio, è che il concetto di rappresentanza politica non è un idea unitaria, ma ha  subito profondi cambiamenti durante  le tante fasi storiche e sociali che il nostro paese ha vissuto durante in sessantennio liberale.

Il concetto di rappresentanza politica, che ha sorretto l’interpretazione dello Statuto Albertino durante i primi anni successivi all’unità, è un idea che ha origine nel tardo ‘700, quando l’Europa intera è ancora sconvolta dalla Rivoluzione e dal periodo napoleonico.

Il regno da cui maggiormente è arrivata la spinta unitaria, cioè quello sardo-piemontese, ha condizionato con la sua idea di rappresentanza le sorti del neonato Regno D’Italia. Questo principio nasce dalla forte spinta elitaria della nuova classe sociale in ascesa, la borghesia, che vede nella cosa pubblica un qualcosa che deve essere gestito solo da elitè scelte da un numero altamente ristretto di elettori.

Questa visione  della rappresentanza è evidenziata nello statuto fin dalla sua formazione ma, soprattutto, si capisce la grande importanza che ebbe un paese come la Francia nell’influenzare le scelte di Carlo Alberto di Savoia.

Nel primo capitolo percorre gli anni della formazione dello statuto (1848) sino all’anno dell’unità del paese ed è utile per capire come il primo ventennio di vita unitaria, siano figli di scelte avvenute alcuni decenni prima .

Il secondo capitolo parla proprio dei primi vent’anni di vita del regno unitario, una vita basata su un concetto di rappresentanza “ereditato” dal regno sardo, basato proprio sull’elezione dei rappresentanti, espressione di quella borghesia ormai diventata la classe sociale predominante.

Un elemento di cambiamento lo crea l’industrializzazione del regno che, con il progressivo abbandono delle campagne, creando quel proletariato che sarà fondamentale per una progressiva democratizzazione del concetto di rappresentanza, ormai ingestibile solo per quella piccola cerchia di notabili borghesi.

Questo cambiamento lo si percepisce nel terzo capitolo, in modo particolare, dopo il 1882 anche se il vero e proprio allargamento della base elettorale si ha nel 1913. Sicuramente portatrice di quel cambiamento fu quella classe politica che, forse anche in anticipo, in molti dei suoi esponenti più importanti come Salandra o Sonnino, capirono la necessità di allargare la base della rappresentanza politica……

23 Gennaio 2012

Autore:

admin


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