Dopo 12 anni difficili e complessi giunge la sentenza
il commento del giornalista
“Un lungo procedimento civile in cui la società proponente e i progettisti del famigerato e devastante Parco commerciale di Barcellona Pozzo di Gotto (investimenti ipotizzati per centinaia di milioni di euro) hanno chiesto a me e ai direttori responsabili di alcune testate internet che hanno pubblicato le mie inchieste giornalistiche un maxirisarcimento di 2 milioni di euro”.
Venerdì scorso, 17 giugno è giunta la sentenza del Tribunale della città del Longano che ha respinto le richieste degli attori stabilendo che non c’è stata alcuna diffamazione negli articoli pubblicati nell’autunno del 2009 ma – soprattutto – che essi sono stati frutto di “un lavoro di ricerca delle fonti minuzioso e dettagliato, sintomatico dell’interesse a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su fatti ed avvenimenti socialmente rilevanti”.
Una sentenza che sancisce il riconoscimento del diritto-dovere di inchiesta e di denuncia e la correttezza professionale con cui è stato svolto il lavoro del giornalista e che farà sicuramente testo in altri procedimenti aperti, dove la querela temeraria diventa quasi una prassi.
Ne siamo contenti e orgogliosi.
Scrive Mazzeo: “Ringrazio tutte/i coloro che ci sono stati vicini in questi anni, ma non posso non lamentare le assenze o i “fastidi” di alcune/i che invece mi sarei atteso di avere a fianco. E un grazie ovviamente a tutti i nostri legali gli avvocati Fabio Repici, Maria Rita Cicero e Carmelo Picciotto”.
Le inchieste giornalistiche sul Parco furono importati per impedirne la realizzazione e contribuirono ad alimentare i bisogni di cambiamento di ampi settori della società civile di Barcellona Pozzo di Gotto che portarono alla breve stagione della sindacatura di Maria Teresa Collica.
La denuncia
Per Mazzeo, oggi quel “Progetto-Frankstein” è stato riesumato nella disattenzione dell’opinione pubblica, ed afferma: “Noi continueremo a impegnarci per denunciarne l’insostenibilità socio-ambientale ed economica. Così come continueremo ad impegnarci perchè la Baia di sant’Antonio di Milazzo, uno dei luoghi d’incanto del Mediterraeneo, diventi riserva naturale protetta e bene comune…”.