Maratona online organizzata dall’Ordine degli Architetti di Messina
Una maratona d’architettura, una staffetta di visioni e suggestioni per confrontarsi e progettare insieme le città possibili dopo l’emergenza, sanitaria ed economica, determinata dal Covid. A promuoverla, ieri, è stato l’Ordine degli architetti di Messina che ha messo in rete istituzioni, professionisti, mecenati, non solo per un momento di formazione, ma per iniziare a immaginare il futuro dell’abitare, degli spazi pubblici e delle infrastrutture.
Quattro sessioni di argomenti che si sono concentrati su infrastrutture per il paese; architettura, beni comuni e qualità dello spazio pubblico. Una giornata di confronto, promossa dagli architetti messinesi, con l’evento “Le città possibili”, una vera e propria maratona di architettura che ha messo a confronto, con la partecipazione del presidente nazionale dell’Ordine Giuseppe Cappochin, tra gli altri, la deputata nazionale Matilde Siracusano, la componente del Cda di Ferrovie dello Stato, Francesca Moraci, la soprintendente ai Beni Culturali di Messina Mirella Vinci, gli assessori comunali di Messina Salvatore Mondello e Carlotta Previti, il mecenate Antonio Presti e il direttore della rivista “l’architetto” Nicola Di Battista.
“Nuovi modi di vivere gli spazi, nuove esigenze, una crisi economica determinata dalla pandemia. Tutti questi elementi – ha spiegato il presidente degli architetti messinesi Pino Falzea – ci impongono, oggi ancor più di ieri, una seria riflessione su come rilanciare i nostri territori, adeguarli riportando in essi qualità e bellezza. Per questo abbiamo deciso di farci promotori di un dialogo per raccogliere spunti e riflessioni ed elaborare strategie da sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica”.
Durante la maratona sono stati presentati oltre una ventina di progetti che interessano il territorio messinese, ma anche quello nazionale e sono stati delineati i contorni del nuovo ruolo che può e deve giocare l’architetto per la collettività. Ma accanto alle nuove esigenze determinate anche dalla pandemia per gli immobili privati e gli spazi pubblici, c’è il nodo delle infrastrutture che soprattutto nel Meridione possono diventare volano di economia.
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