Domani, venerdì 28 aprile, alle ore 18.30, negli spazi della Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, verrà inaugurata una importante mostra personale di Attilio Scimone dal titolo La Tensione Metafisica.
La mostra, sarà visitabile fino al 31 maggio 2023.
La fotografia dunque torna protagonista da Carta Bianca con una mostra che vuole essere un tributo alla carriera.
Oggi Attilio Scimone (Riesi, 1951) dopo quasi cinquanta anni di lavoro dedicato all’immagine e principalmente al paesaggio, è molto più che solo un fotografo. Possiamo definirlo un artista che usa la fotografia come mezzo della sua espressione poetica.
Le pellicole delle sue riprese, prima di essere stampate in analogico prevalentemente con l’uso dei sali d’argento, vengono manipolate con interventi che incidono l’immagine ripresa con graffi e manipolazioni che sono il vero segreto della sua arte. La ricerca su cui si è impegnato più a lungo viene definita grignotage; la questione tecnica si risolve ottenendo il rigonfiamento della gelatina nelle parti non esposte dell’immagine in modo da poterla asportare o “muoverla” sino ad arrivare al supporto cartaceo.
L’apparecchio fotografico di grande formato utilizzato da Simone non mira perciò a realizzare immagini nella loro perfezione formale e tecnica, ma a proporre un linguaggio proprio, all’interno di una ricerca che gli permette di dialogare con il paesaggio attraverso interventi preventivi sulla pellicola per una completa immersione estetica.
Oggi Attilio Scimone (Riesi, 1951) dopo quasi cinquanta anni di lavoro dedicato all’immagine e principalmente al paesaggio, è molto più che solo un fotografo. Possiamo definirlo un artista che usa la fotografia come mezzo della sua espressione poetica.
Le pellicole delle sue riprese, prima di essere stampate in analogico prevalentemente con l’uso dei sali d’argento, vengono manipolate con interventi che incidono l’immagine ripresa con graffi e manipolazioni che sono il vero segreto della sua arte. La ricerca su cui si è impegnato più a lungo viene definita grignotage; la questione tecnica si risolve ottenendo il rigonfiamento della gelatina nelle parti non esposte dell’immagine in modo da poterla asportare o “muoverla” sino ad arrivare al supporto cartaceo.
L’apparecchio fotografico di grande formato utilizzato da Simone non mira perciò a realizzare immagini nella loro perfezione formale e tecnica, ma a proporre un linguaggio proprio, all’interno di una ricerca che gli permette di dialogare con il paesaggio attraverso interventi preventivi sulla pellicola per una completa immersione estetica.
Sulla fotografia di Scimone
Jean-Claude Lemagny ha scritto:
…La diffidenza davanti agli artifici che permettono di manipolare l’immagine fotografica alla sua origine, in un sentimento sano che ciò che c’è di più fotografico nella fotografia è anche quello che c’è in essa di più artistico; è questo che non bisogna tradire…
Scrive Andrea Guastella: La metafisica, l’idea stessa che il vero si celi dietro sensibili apparenze, frequentando posti simili è del tutto naturale. Perciò non mi sorprendono, nella fotografia di Attilio Scimone, che ad essi ha dedicato uno studio lungo quasi cinquant’anni, le prospettive multicentriche, con punti di fuga non sovrapponibili, incongruenti, che inducono l’occhio a cercare costantemente un ordine nella disposizione delle immagini.. la pressoché assoluta noncuranza per le ombre, il cui posto è preso da graffi, macchie, sovrapposizioni, che bruciano gli argenti degli sfondi; l’insistenza di scene che, anche quando riguardano la Sicilia, si svolgono in un altrove imprecisato.
…La diffidenza davanti agli artifici che permettono di manipolare l’immagine fotografica alla sua origine, in un sentimento sano che ciò che c’è di più fotografico nella fotografia è anche quello che c’è in essa di più artistico; è questo che non bisogna tradire…
Scrive Andrea Guastella: La metafisica, l’idea stessa che il vero si celi dietro sensibili apparenze, frequentando posti simili è del tutto naturale. Perciò non mi sorprendono, nella fotografia di Attilio Scimone, che ad essi ha dedicato uno studio lungo quasi cinquant’anni, le prospettive multicentriche, con punti di fuga non sovrapponibili, incongruenti, che inducono l’occhio a cercare costantemente un ordine nella disposizione delle immagini.. la pressoché assoluta noncuranza per le ombre, il cui posto è preso da graffi, macchie, sovrapposizioni, che bruciano gli argenti degli sfondi; l’insistenza di scene che, anche quando riguardano la Sicilia, si svolgono in un altrove imprecisato.
Nessuno degli ingredienti della pittura metafisica manca all’appello. E in effetti, con la pittura, l’arte di Attilio, ha tantissimo in comune. Non, s’intende, per quanto concerne la scelta dei soggetti: lontanissimi dal pittoricismo di maniera di tanta fotografia siciliana, alla lunga insopportabile.
Ora, lo straniamento percettivo che, come dicevo, mi accompagna percorrendo in auto i suoi luoghi, è una componente essenziale di questi scatti visionari: dove siamo? In quale tempo o stagione?
Ora, lo straniamento percettivo che, come dicevo, mi accompagna percorrendo in auto i suoi luoghi, è una componente essenziale di questi scatti visionari: dove siamo? In quale tempo o stagione?
La mostra, sarà visitabile fino al 31 maggio 2023.
Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00
Domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari tel. 336 806 701
Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00
Domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari tel. 336 806 701
Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso 72/b Catania – galleriacartabianca.it