ARTE & PERSONAGGI – Gianluca Collica, il curatore della bella mostra sul “Muro” di Mauro Cappotto
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ARTE & PERSONAGGI – Gianluca Collica, il curatore della bella mostra sul “Muro” di Mauro Cappotto

Il critico d’arte catanese si è visto a fianco Giacomo Miracola, responsabile dello Spazio LOC , ed a Mauro Cappotto, sabato sera inaugurare “Die Mauer, The Wall, Il Muro. Inserire il paesaggio manca il cielo“,” a Capo d’Orlando.

Quella di Gianluca Collica non è stata una presenza a caso. Ma di quelle che danno il segno, l’importanza, la valenza di questo nuovo  appuntamento con l’arte e la “sperimentazione” orlandino pensato e realizzato da Mauro Cappotto. 

Sabato scorso, il 9 Novembre, presso gli spazi della pinacoteca LOC (Laboratorio Orlando Contemporaneo) di Capo d’Orlando, si è infatti inaugurata  la mostra intitolata “Die Mauer, The Wall, Il Muro. Inserire il paesaggio manca il cielo“, realizzata dall’artista Mauro Cappotto.

Una data simbolo, quella di questa inaugurazione, in quanto  coincidente con il  giorno della caduta del muro di Berlino avvenuta trent’anni fa, nel 1989.

In mostra ci sono opere e installazioni che raccontano un percorso di scavo nella memoria, che irrompe nel presente, e che si declina, confrontandosi con l’attualità, sui tanti muri dentro  fuori di noi.

Il punto di partenza della mostra, che unisce documentazione a ricostruzione dell’esperienza artistica di Cappotto è la ricerca che negli anni dal 1984 al 1986 ha realizzato a Berlino.

Punto di vista privilegiato dell’artista sono gli osservatori di legno che da Berlino Ovest consentivano di “osservare” al di là del muro.

Un osservatorio  – uno ora è installato sul lungomare di Capo d’Orlando –  che diventa un radar, un palco, un rifugio, un promontorio, una chance, un punto di visione che guardare uno o tanti orizzonti.

È il punto da cui si disegna, coraggiosa, una prospettiva.

Pulpito, trampolino, scala, volo senza paracadute, linea infinita, orizzonte di terra, di acqua, di luce, di filo spinato o di preconcetti, di paure o i ansie.

Ma soprattutto, come dice lo stesso Cappotto, uno spazio di meditazione interiore.

Da qui da Berlino Est si sbirciava la vita di Berlino Ovest, e viceversa. Un muro eretto non tanto per evitar che si entrasse ma che si uscisse..

Memoria e rito.  E Cappotto con una buona dose di delicatezza poetica, tanta sensibilità, tramuta quell’immaginario popolato di memorie collettive, storie di provincia, pagine metropolitane, rituali consumati e rigenerati in qualche cosa di personalissimo, unico, proprio moto di pensiero. Di chi sale sul quell’osservatorio, e muto, guarda il muro.

La mostra disegna tanti orizzonti, dalle foto reali, di una vecchia analogica, del muro, ai murales di ci disegnava sopra, a quelli, in una traslazione temporale, che sono rappresentanti – i muri d’acqua –  dalle barche dei migrantes, abbandonate a Portopalo. All’altro muro, come quello ricavato dalle preziose tesserine, vestite di resina, che mischiano frammenti di luoghi, di giorni, di memorie, di storie – quelle dell’Artista – che ne raccontano emozioni, vita, passioni, interiorità.

A curare la mostra – valore aggiunto al tutto – è stato Gianluca Collica, emozionato nella sua presentazione ma certamente contento di esserci .

Lui che opera nel mondo delle arti visive contemporanee dal 1987 anno in cui apre con il padre Franco Collica la galleria Andrea Cefaly di Catania.

Come gallerista dirige dal 1996 al 2000 la galleria Gianluca Collica a Catania. Quindi dal 2000 al 2006 idea e dirige il Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Fichera. Dal 2011 è titolare insieme a Massimo Ligreggi della galleria collicaligreggi sempre a Catania.

Il curatore della mostra, amico di Cappotto e conoscitore della genialità dell’architetto-artista con il quale ha condiviso l’esperienza de “la Stanza della Seta” a Ficarra, ha lavorato con artisti di fama internazionale tra i quali: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Mario Airò, Afro Basaldella, Louise Bourgeois, Michael Beutler, Michele Canzoneri, Ra di Martino, Diango Hernadez, Piero Guccione, Ceal Floyer, Graham Gussin, Urs lüthi, Christoh Meier, Liliana Moro, Giuseppe Penone, Alfredo Pirri, Franco Sarnari, Hans Schabus, Ettore sottsass, Jan Vercruysse, Luca Vitone, Franz West, Ervin Wurm, Heimo Zobernig.

Vanta numerose collaborazioni con musei nazionali e internazionali come ad esempio: LENBACHHAUS di Monaco di Baviera, Stedelijk Museum Amsterdam, Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, Museo Cantonale di Lugano.

Come esperto di politica culturale ha svolto principalmente una attività finalizzata alla realizzazione di una rete siciliana vocata alla ricerca e sperimentazione contemporanea, che oggi comprende principalmente: la Fondazione Brodbeck di Catania, la Fondazione Oelle di Catania, la Fondazione Radicepura di Giarre, la Fondazione Bufali di Belpasso, ed appunto la Stanza della Seta di Ficarra.

Curatore della Collezione Brodbeck fin dal 1999. Nel 2007 idea e dirige come direttore artistico la Fondazione Brodbeck di Catania.

Nel 2017 diviene responsabile artistico della Fondazione Radicepura di Giarre.

Vanta numerose collaborazioni con amministrazioni pubbliche e in particolare tra il 1998 e il 2000 opera con il Comune di Catania. Tale collaborazione porta al riutilizzo del Museo Civico Castello Ursino e della Biblioteca Ursino e Recupero come spazi deputati alla realizzazione di grandi mostre.

Tra queste meritano particolare attenzione: La mostra antologica di Piero Guccione, la mostra della collezione dello Stedelijk Museum Amsterdam, la mostra dal titolo “Teatro Botanico. La natura dell’arte nel XX secolo”, la mostra “Frammenti” di Ettore Sottsass, la mostra “La Bibbia miniata e altri gioielli della Biblioteca Recupero e Ursino”.

La mostra orlandina sarà visitabile sino all’1 dicembre.

11 Novembre 2019

Autore:

redazione


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