La “vulcanica”prof.ssa Nunziatina Bartolone ha accompagnato il pubblico lungo un itinerario virtuale focalizzato sul tema della perseveranza presente nelle opere della cappella .
I dipinti sono frutto della collaborazione tra Masolino e Masaccio che hanno tradotto il racconto della “Genesi” e degli “Atti degli Apostoli” in un “ricamo” pittorico come continuità dal Cielo alla Terra.
Il ciclo narrativo inizia con la “Tentazione di Eva e Adamo”, opera di Masolino, e finisce con la “Cacciata dei progenitori,” opera di Masaccio.
In quest’ultima i giochi di luce straordinari –cifra dell’arte di Masaccio- trovano un esempio significativo nell’angelo che insegue i progenitori. La sofferenza dei personaggi si proietta in uno sfondo naturale spoglio e desertico dal quale emerge una umanità che non nasconde la partecipazione fisica al dolore interiore. Adamo ha i capelli sudati, appiccicati, particolare questo che mette in evidenza come l’arte esprima anche la quotidianità della sofferenza e del dolore.
Il tutto all’insegna della concretezza come dimostrano la “guarigione di San Pietro” e la “guarigione dello zoppo”. Protagonista indiscussa è l’ombra : San Pietro avanza e la sua ombra man mano avvolge le figure inginocchiate a terra, segno anche che dall’opera guaritrice della Chiesa nessuno è escluso. Un altro dipinto rappresenta la scena del “tributo”: anche se rientra in un contesto storico ben preciso ( l’introduzione del catasto a Firenze) è finalizzato a dimostrare che Gesù è il padrone del tempio .
Il messaggio è chiaro: l’uomo che è disposto a dare “a Cesare quel che è di Cesare” con la stessa consapevolezza risponde alla chiamata del Padre rendendo”a Dio quel che è di Dio”.
Gesù, per non scandalizzare, provvede anche lui all’offerta invitando Pietro a pescare una moneta nella bocca di un pesce. Il miracolo della moneta dà un tocco “francescano” sottolineando come Gesù non abbia un portafoglio con sé ma possa contare appunto solo sul miracolo.
A tale proposito, l’intervento di Padre Pio Sirna ha messo in evidenza come l’idea di fondo della scena del tributo sia quella della comunione dei beni delle comunità dei primi cristiani, in contrasto con la mentalità delle classi dominanti del Rinascimento.
Queste ultime, infatti, attraverso la committenza determinavano un modo di pensare teso a diffondere l’idea che a contare fosse solo la ricchezza.
Le riflessioni dei due “mentori” hanno coinvolto il pubblico, ancora una volta, in un viaggio più che virtuale nel mondo dell’arte.
Il prossimo incontro si terrà il 10 febbraio, alle ore 20.00, con il dibattito sul libro “La vergogna e la fortuna” di Bianca Stancanelli.
Anna Milici