ASCOLTATO A MESSINA – Cristicchi: “disertando” per la Pace!
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ASCOLTATO A MESSINA – Cristicchi: “disertando” per la Pace!

 

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Non ha tradito i suoi estimatori il cantante romano Simone Cristicchi, ospite lo scorso sabato presso i locali dell’Officina di Messina, sede dell’Associazione omonima, ormai consolidato punto di riferimento per molti appuntamenti culturali ed artistici della città.

L’incontro, alla presenza di un nutrito gruppo di persone, è diventato l’occasione per rivivere alcune delle canzoni che hanno fatto la “fama” dell’artista, ripercorrendo i testi ben conosciuti di canzoni come “Studentessa universitaria”, “Meno male” ed ovviamente di “Ti regalerò una rosa”, vincitrice al Festival di Sanremo 2007.

Ma anche per fare teatro e discutere, attraverso una concreta interazione con il pubblico, che ha puntualmente manifestato approvazione, argomenti che fanno parte del nostro quotidiano.

La lettura degli strafalcioni della “letteratura parrocchiale”, degli avvisi affissi fuori dagli oratori, delle frasi equivoche pronunciate durante l’organizzazione della Quaresima, fa da anticamera a “Povero Papa”, irriverente canzone costruita sulle note di “Povera Patria” di Franco Battiato, oggi Assessore alla Cultura della regione Sicilia, come ricordato da Cristicchi.

Il pubblico gradisce i riferimenti alla polemica sui preservativi, sui preti pedofili e i loro protettori, sugli eccessivi lussi e si apre in un calorosissimo applauso con “Povero Papa” in vaticano quanti soffitti d’oro nei saloni… pagate l’IMU e non rompete li coglioni.

cristicchi_locandinaCon dolcezza Cristicchi tratta anche il tema degli anziani, troppo spesso “parcheggiati” nelle case di riposo come i cani lungo il ciglio dell’autostrada dalle famiglie in partenza per le vacanze il venerdì pomeriggio, con i loro sorrisi, che galleggiano nel bicchiere sopra il comodino accanto al lavandino, lasciati soli e dimenticati, come i malati di mente, tanto cari al cantante.

Ma il momento più impegnato e suggestivo della serata si raggiunge quando il cantautore tratta il tema della violenza. Dall’episodio di violenza “minore”, se così si può definire, in cui “ne è morto solo uno, ma potevan esser cento”, quella del vertice mondiale G8 del 2001 a Genova, che ricordiamo anche attraverso il recente film di Marco Tullio Giordana “Diaz: Non pulite questo sangue” (2012), che ha rappresentato nuda e cruda una delle più grandi vergogne a livello internazionale della nostra storia contemporanea; ci ricorda Cristicchi “i mandanti del massacro sono ancora in Parlamento” (dalla canzone “Genova brucia”), alla violenza nella sua forma più estesa, più insensata e mostruosa.

Cristicchi a Messina offre infatti alla città un’importantissima occasione per parlare di guerra.

L’artista inizia con toni volutamente sdrammatizzanti e bonari, nel fantasticare le guerre condotte dai vecchi, dai malati terminali, kamikaze  al posto dei nipoti diciottenni, dalle anziane crocerossine, che si concludono, fra i tanti acciacchi che impediscono di far danni (le cataratte che impediscono di prendere la mira, il braccio che duole quando si cerca di lanciare la granata) finiscono tutte bonaccionamente, con una partita a briscola, tresette o scopone scientifico “Siamo riusciti a campa fin’a ottantanni, e mo che famo? N’ammazzamo come tanti stronzi?!”.

Ma lo scherzo diventa il preambolo per toccare invece, con serietà e maturità, aspetti della guerra vera, quella che non fa ridere.

teatro_vinci_estate_cristicchiDall’estratto del suo ultimo spettacolo – tratto dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli – Li Romani in Russia “Mio nonno è morto in guerra” alle canzoni reinterpretate di Ivano Fossati “Sigonella” e “Il Disertore”, Cristicchi guida gli spettatori verso importanti conclusioni e posizioni d’obbligo di fronte ad un così grande scempio di cui l’Umanità è vittima.

cristicchi555Anche mediante la scelta della canzone Il Disertore emerge, dal gesto dell’artista, l’invito a vivere con coscienza gli avvenimenti e  tutto ciò che accade nel mondo, ed a partecipare alla vita sociale con senso critico, ricercando continuamente l’informazione genuina e non corrotta, ed assolutamente non piegandosi passivamente a nessun tipo di ordine o dettame, né tantomeno rassegnandosi alla soltanto apparente ineluttabilità degli eventi, “in questi tempi di finta pace”.

In questo Cristicchi si pone anche come moderno Don Chisciotte, scagliandosi persino contro molti classici delle letteratura che, a differenza del Gioacchino Belli, si sono fin da subito posti su un piano distante da quello della gente comune e dei poveri, a cui è sempre stato consigliato di accontentarsi e non discutere, di aspettare con pazienza una giustizia metafisica o ultraterrena.

“E che dice quel loffio del Manzoni? Ce sta a provvidenza, state boni.

E a forza de sta bono e de sta zitto, il popolo diventa pecorone.”

Per questo il “popolo” deve essere anche pronto a diventare disertore, a dire non ci sto. La libertà di pensiero deve farsi disobbedienza se l’ordine diventa folle e tiranno.

Non abbassare la testa di fronte alle ingiustizie, alle barbarie ed alle brutture vuol dire mantenersi fedeli a ideali che già in passato, più volte, hanno guidato l’umanità verso la libertà ed il progresso sociali.

Ideali come quelli di Henry David Thoreau (Civil Disobedience), del Mahatma Gandhi, di Martin Luther King.

Testimoni celebri del fatto che disertare non vuol dire fuggire, quanto invece avere il coraggio di opporsi, mettendo in gioco tutto ciò che si ha da perdere, facendo affidamento esclusivamente su di un’unica certezza, la coscienza della propria integrità e dei propri ideali.

“Vivrò di carità per le città di Spagna, di Francia e di Bretagna, e a tutti griderò, di non partire più e di non obbedire per andare a morire per non importa chi.

Per cui se servirà del sangue ad ogni costo, andate a dare il vostro, se vi divertirà. E dica pure ai suoi, se vengono a cercarmi, che possono spararmi: io armi non ne ho”.

Questo contrariamente a quanto afferma il bestiale celerino fascista della già citata “Genova Brucia”, che sceglie la certo più “comoda” strada dell’obbedienza: “Sono autorizzato dallo stato, eseguire gli ordini non è mica un reato e quindi… Genova brucia! Non faccio distinzioni, donne, vecchi e bambini, potrebbe essere tuo figlio, Carlo Giuliani”.

Cosa dire dunque di Simone Cristicchi?

Volendolo citare un’ultima volta in questo articolo, con la stessa frase con cui lui ha voluto ricordare Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano, Giorgio Gaber, Ivan Graziani, Domenico Modugno, Luigi Tenco, Lucio Battisti:

“Alcuni artisti passano alla storia, tanti altri invece si accontentano di passare alla cassa.”

…………………………………….

In piena facoltà egregio presidente
le scrivo la presente che spero leggerà
la cartolina qui mi dice terra terra
di andare a far la guerra quest’altro lunedì

Ma io non sono qui egregio presidente
per ammazzar la gente più o meno come me
io non ce l’ho con lei sia detto per inciso
ma sento che ho deciso e che diserterò

Ho avuto solo guai da quando sono nato
e i figli che ho allevato han pianto insieme a me
mia mamma e mio papà ormai son sotto terra
e a loro della guerra non gliene fregherà

Quand’ero in prigionia qualcuno mi ha rubato
mia moglie, il mio passato la mia migliore età
domani mi alzerò e chiuderò la porta
sulla stagione morta e mi incamminerò

Vivrò di carità sulle strade di Spagna,
di Francia e di Bretagna e a tutti griderò
di non partire più e di non obbedire
per andare a morire per non importa chi

Per cui se servirà del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro se vi divertirà
e dica pure ai suoi se vengono a cercarmi
che possono spararmi io armi non ne ho
”.

 Il disertore

Album: Lindbergh (Lettere da sopra la pioggia) (1992)

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26 Novembre 2012

Autore:

admin


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