L’ingegnere Pietro Manlio Gembillo, da tempo svolgeva la sua attività professionale a Carpi, tornava a Brolo spessissimo. Signorile, uomo d’altri tempi, sagace, dalla battuta pronta era conosciuto da tutti. Amava il tennis ma l’ultimo match point contro una male incurabile l’ha beffato.
Pietro, l’ingegnere Gembillo, come tutti lo identificavano, se n’è andato stamani in quella lontana Carpi dove aveva scelto di vivere la sua ultima, ed ormai decennale esperienza, lavorativa.
era del 1955, nato il 14 di marzo
Laureatosi a Palermo, dopo aver fatto “il Classico” a Patti, è stato uno stimato libero professionista. Era il figlio dell’avvocato Giuseppe e di donna Rosina e portava i nomi dei suoi due zii, Pietro e Manlio, rappresentando uno degli ultimi rampolli di quella ormai perduta “borghesia terriera” brolese.
Aveva fatto scoprire il tennis a Brolo, importandolo da Chianciano – luoghi di villeggiatura estiva della famiglia – in tempi non sospetti, ma giocava anche il bridge, da ragazzino, con gli amici del padre. Lo si ricorda che organizzava le grandi cacce al tesoro estive, i raid, scomodando il grande Bartezzaghi. Amava la sua professione, che innovò, da subito, con l’uso dei nuovi programmi informatici.
A volte peccava di eccesiva bontà. Regalò terreni per la nuova parrocchia e per tanto altro alle varie amministrazioni, ricavandone poco, quasi niente, mentre magari altri se ne approfittarono, ma queste sono altre storie.
Gli ultimi scatti su facebook lo ricordano mentre posto l foto dell’ultima nipotina, o in viaggio con la moglie ed una dove somiglia incredibilmente a suo padre.
Pietro era sagace, arguto, tifoso, amava leggere ed adesso, soprattutto scrivere. Proverbiali i suoi post su facebook nelle dispute politiche sui temi di politica dove usava la tastiera, il lessico e la scelta dei vocaboli, a volte come un fioretto altre come una sciabola.
Le condoglianze della Redazione di scomunicando.it alla moglie Maria Giovanna ai figli ed a don Carmelo.
