Irene Ricciardello rivendica, con un pizzico di ironia, il ruolo dei consigliere dell’opposizione, cittadini istituzionali, dopo il mancato invito alle cerimonie ufficiali nel ricordo delle vittime di mafia e terrorismo.
Assenze non passate inosservate
Domenica a Brolo, sollo l’input dell’amministrazione comunale, lungo il filo conduttore delle memoria e del ricordo, erano stati ricordati tre uomini simbolo della lotta alla mafia o vittime del terrorismo.
Così parole, silenzi, il ricordo sul filo della memoria avevano unito la stele in memoria del magistrato Rosario Livatino, nel giorno della sua canonizzazione, il ceppo dedicato ad Aldo Moro e agli agenti della scorta, caduti sotto il colpi del terrorismo, e la veranda sul mare, in onore a Peppino Impastato, attivista di Democrazia Proletaria, giornalista e poeta ucciso dalla mafia dopo le sue denunce contro i boss locali in quel di Cinisi. Avevano unito l’amministrazione comunale promotrice della manifestazione le associazioni e i rappresentanti dell’arma dei carabinieri e della locale polizia urbana.
Il garbo (istituzionale)… questo sconosciuto!
Ma non c’erano tutti.
Infatti oggi con un post del capogruppo di “Voliamo nel Futuro”, è Irene Ricciardello che stigmatizza il fatto che l’opposizione consiliare non è stata assolutamente inviata a queste manifestazioni.
Lei scrive: “Voglio ricordare a chi di competenza che i consiglieri comunali sono tutti in egual modo rappresentativi dei cittadini che li hanno votati. Escluderne qualcuno dalle cerimonie istituzionali (l’intero gruppo di minoranza) per chissà quale ragione (forse non siamo abbastanza “carini”?) significa escludere una parte del paese…”
E l’ex sindaco conclude ironicamente: “Il garbo (istituzionale)… questo sconosciuto!
La polemica è servita.