Domani, mercoledì alle 11, su iniziativa di Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei Beni culturali, e in collaborazione con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, nella Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, è stata programmata la proiezione del “docufilm” dal titolo «Generale Mori – Un’Italia a testa alta» di Ambrogio Crespi.
La proiezione sarà preceduta da un incontro al quale, oltre a Sgarbi e Miccichè, saranno presenti il generale Mario Mori e il colonnello Giuseppe De Donno.
Entrambi sono ancora imputati per la trattativa Stato-mafia.
La manifestazione è stata annunciata con un comunicato stampa di Sgarbi e avrà come sede la sala appena intitolata a Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia.
Questo basta, ed è tanto, per far scattare la polemica.
Il primo a storcere il muso è  Fabio Granata, uno dei fondatori di Diventerà bellissima, il movimento del governatore Nello Musumeci.
Lui non usa giri di parole: “Questa è una autentica vergogna – dice – mentre il processo sulla Trattativa entra nella fase più delicata questa farsa disonora il Parlamento e la politica siciliana. Di questo passo altro che bellissima diventerà. Penso a Paolo Borsellino e questo non è accettabile”.
Sul caso anche la presa di posizione del Movimento 5 stelle.
“E’ una vergogna, con tutto il garantismo che vogliamo, resta il fatto – dice Giancarlo Cancelleri – che Mori è imputato in un processo importante per l’Italia e la Sicilia.
Qui siamo all’assoluzione preventiva.
Sgarbi non è nuovo a queste iniziative e adesso trova la sponda del presidente dell’Ars. Sgarbi e Micciché fanno revisionismo e lo fanno nel Parlamento: adesso vediamo se il presidente della Regione, nonché ex presidente della commissione Antimafia, starà ancora in silenzio. Perché così Sgarbi e Micciché sono il gatto e la volpe e Musumeci il pinocchio che si fa abbindolare”.

A Cancelleri replica Sgarbi che lo definisce “geometra”. Poi l’assessore regionale aggiunge:«Siamo di fronte ad un caso cosiddetto scolastico di “analfabetismo funzionale”: non esiste nel nostro ordinamento giuridico l'”assoluzione preventiva”, ma, al contrario, la “presunzione d’innocenza”, scolpita nella nostra carta costituzionale.
cancelleri
Un elementare principio di civiltà giuridica sconosciuto all’ignaro geometra.
La sola “vergogna”, pertanto, è che il generale dell’Arma dei Carabinieri Mario Mori, eroe, e più volte assolto, sia considerato colpevole perché imputato per ragioni politiche.
E’ inaccettabile la posizione politica e contro lo Stato di Pm come Antonino Di Matteo (contestato duramente anche da Fiammetta Borsellino che ne ha sottolineato le gravi lacune nell’inchiesta sulla morte del padre) che nelle sue requisitorie tendenziose ha infamato due presidenti della Repubblica,  prima il Scalfaro e poi Napolitano. L’inchiesta di Palermo è illegittima. Mori e Di Donno sono uomini di Stato.
E, colpo di scena, il documentario di Ambrogio Crespi su Mori è stato già presentato alla Camera dei Deputati.
A testa bassa devono andare i 5 stelle, gli stessi incriminati per le firme false»