L’importanza della notizia non sta tanto nella vittoria processuale, quanto nel principio di diritto affermato dal Giudice ed utilizzato per annullare l’ingiunzione fiscale. A difendere i diritti dell’albergatore un collegio di legali guidati da Andrea Pruiti Ciarello, Paola Pirri e da Leo Decembrino.
Ennesima pesante condanna in giudizio a carico dell’ATO ME 1 s.p.a., rappresentata dal Collegio di liquidazione, guidato dall’avv. Francesco Librizzi.
Si tratta di una sentenza emessa dal Tribunale di Patti, sezione prima civile, Giudice Dott.ssa Rossana Mongiardo che ha accolto le tesi sostenute da un’importante azienda alberghiera di Capo d’Orlando, la quale aveva impugnato un’ordinanza ingiunzione emessa dall’ATO ME 1 s.p.a. in liquidazione, per riscuotere il pagamento di fatture TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) relativi a servizi degli anni 2006-2008.
La vicenda, per nulla banale, riguarda la riscossione della TIA relativa agli anni 2006, 2007 e 2008 che la società ATO ME 1 s.p.a. in liquidazione effettuava per conto degli enti territoriali.
All’inizio del 2013 molti contribuenti ed aziende del territorio dei Nebrodi hanno ricevuto ingiunzioni di pagamento da parte dell’ATO ME 1 s.p.a. in liquidazione, riguardanti fatture degli anni 2006, 2007 e 2008 che, nella maggior parte dei casi non erano mai state recapitate ai destinatari che, pertanto, erano totalmente ignari del presunto debito.
La vicenda si inquadra, naturalmente, nell’ambito della gestione della società d’ambito con sede a Sant’Agata Militello, attualmente gestita da un Consiglio di liquidazione, presieduto dall’avv. Francesco Librizzi, che negli 2006, 2007 e 2008 ricopriva, invece, la carica di presidente del consiglio di amministrazione della stessa ATO ME 1 s.p.a.
Dal 2006 al 2008 l’ATO emetteva fatture a carico di aziende e privati del territorio nebroideo che, se spedite, non venivano mai recapitate ai destinatari. Successivamente, all’inizio del 2013, sulla scorta di quelle fatture mai ricevute dai destinatari, la società guidata da Librizzi emetteva numerose Ordinanze Ingiunzione che venivano, quelle si, regolarmente notificate agli ignari debitori che si trovavano, istantaneamente sottoposti ad un titolo esecutivo, spesso di rilevante importo, per debiti da accertare ma che fino a quel momento nemmeno conoscevano.
La situazione ha messo in ginocchio ovvero ha rischiato di mettere in ginocchio numerose aziende del territorio.
Un’importante azienda alberghiera di Capo d’Orlando ha deciso di impugnare l’ingiunzione avanti al Tribunale di Patti.
Il Ricorso, presentato dall’avv. Andrea Pruiti Ciarello, coadiuvato dagli avvocati Leo Decembrino e Paola Pirri ha evidenziato l’assoluta illegittimità dell’ordinanza ingiunzione, sotto il profilo della legittimazione ad emettere l’atto da parte della Società d’Ambito.
L’impugnazione ha evidenziato che l’ingiunzione fiscale rappresentava e rappresenta tuttora uno strumento impositivo derogatorio ed eccezionale, messo a disposizione delle persone giuridiche pubbliche e, stante siffatta eccezionalità, la sua adozione non può essere estesa a soggetti diversi da quelli per i quali la legge lo ha predisposto.
L’avv. Andrea Pruiti Ciarello, con l’aiuto colleghi Leo Decembrino e Paola Pirri, ha inoltre dimostrato che l’ATO ME1 s.p.a. non può essere considerato un ente pubblico, ai fini dell’esercizio dei poteri impositivi, sotto il profilo fiscale ed il Tribunale di Patti, accogliendo la tesi dei professionisti, ha annullato l’ordinanza ingiunzione e condannato l’ATO ME1 s.p.a. in liquidazione al pagamento delle spese processuali.
Al di là del caso specifico, la sentenza del Tribunale di Patti, rischia di travolgere la società d’ambito guidata da Librizzi, giacché sulla scorta del principio affermato nella sentenza del Tribunale di Patti, potrebbero essere annullate anche tutte le altre ordinanze ingiunzione emesse dal 2013 in poi.
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