Ieri il Dalai Lama ha compiuto 75 anni. Manifestazioni di pace, di auguri ma anche scontri in diverse città della Cina e nel Tibet a causa della repressione della polizia. Ampia solidarietà per il popolo tibetano. Anche il popolo di facebook si è mobilitato per il “nobel della pace” leader spirituale del Tibet che ha già trascorso oltre 50 anni in esilio, e continua a predicare la pace e la compassione. Si possono ancora mandare gli auguri tramite la rete internet. Questo trtibuto gli verrà consegnato personalmente su un “muro di cari auguri” fuori dal tempio di Dharamsala.
Questo il sito da cliccare: http://www.avaaz.org/it/dalai_lamas_birthday/?vl
Quest’inizitiva è stata “confezionata” dalla comunità Avaaz che ha supportato stazioni radio, bloggers e fornito tecnologie contro la censura per assicurare che il flusso di notizie fra il Tibet isolato e il resto del mondo non si arrestasse. Anche in quest’occasione i vertici dell’associazione no-governativa hanno dichiarato “lavoreremo ancora con questi partner nei prossimi giorni per esser certi che il nostro messaggio globale di speranza, gratitudine e incoraggiamento da tutto il mondo raggiunga centinaia di migliaia di Tibetani e di Cinesi”.
Secondo l’agenzia ASCA-AFP La polizia ha fermato circa 200 esuli tibetani a Kathmandu.
I tibetani si erano riuniti nella capitale nepalese per celebrare il 75esimo compleanno del Dalai Lama.
Il Nepal, paese confinante con la Cina, e’ diventato la patria di circa 20 mila tibetani in esilio fuggiti dal Tibet dopo l’occupazione cinese. Il governo nepalese supporta infatti la politica di Pechino che considera il Paese himalayano come parte integrante della Cina. ”Abbiamo fermato 200 esuli tibetani per interrogatori in diverse parti a Kathmandu”, ha spiegato il funzionario della polizia Ramesh Kharel. ”Li abbiamo liberati poco dopo alcune domande”, ha assicurato. Tsering Lama, attivista tibetano, ha affermato che il trattamento della polizia nei confronti dei profughi rappresenta una violazione dei diritti umani. ”Non abbiamo nemmeno il diritto di festeggiare il compleanno del nostro leader. Quale tipo di Paese democratico puo’ impedire questo?”, ha detto Lama. Il Dalai Lama viene festeggiato soprattutto a Dharamshala, nel nord dell’India, sede del governo tibetano in esilio dal 1959. Qui, infatti, il leader buddhista, e Premio Nobel, ha scelto di vivere dopo l’uscita forzata dal Tibet nel 1959.
I 18 principi fondamentali per il terzo millennio del Dalai Lama
Eccoli:
1) Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi risultati comportano un grande rischio.
2) Quando perdi, non perdere la lezione.
3) Segui sempre le 3 “R”: Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.
4) Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.
5) Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.
6) Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.
7) Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo.
8) Trascorri un po’ di tempo da solo ogni giorno.
9) Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.
10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.
11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai da vecchio, potrai godertela una seconda volta.
12) Un’atmosfera amorevole nella tua casa dev’essere il fondamento della tua vita.
13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.
14) Condividi la tua conoscenza. E’ un modo di raggiungere l’immortalità.
15) Sii gentile con la Terra.
16) Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.
17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più di quanto si abbia bisogno l’uno dell’altro.
18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.
dal sito ufficiale italiano del Dalai Lama
XIV DALAI LAMA S.S. TENZIN GHIATZO (Oceano di saggezza)
Il Dalai Lama può essere considerato il simbolo vivente della cultura Tibetana: è la principale autorità spirituale del Tibet, nonché il detentore del potere temporale, prima della drammatica invasione cinese. Viene considerato dal suo popolo e da milioni di buddisti nel mondo una emanazione di Cenresig, il Buddha della Compassione. Singolare era la procedura attraverso la quale venivano scelti in Tibet i Dalai Lama.
Così avvenne il riconoscimento del piccolo Tenzin Ghiatzo, quale reincarnazione del precedente XIII Dalai Lama. Nacque il 6 luglio del 1935, a Takstern, nella provincia dell’Amdo (nei pressi del confine con la Cina). Poco dopo la morte del XIII Dalai Lama, dove giaceva il suo corpo spuntò un gigantesco fungo a forma di stella e apparvero ripetuti arcobaleni, in direzione nord orientale; e qualche giorno più tardi anche la testa del defunto Dalai Lama si voltò verso nord-est. Esiste un lago sacro chiamato Lamo Lhatzo, le cui acque avrebbero il potere di mostrare il futuro; esse manifestarono ai grandi Lama sopraggiunti la visione di un monastero dai tetti d’oro e di giada. Dal monastero scendeva, verso oriente, un sentiero che conduceva ad una casa con le tegole color turchese, un cortile, un bambino e un cane pezzato di bianco e marrone.
Apparvero, infine, tre lettere dell’alfabeto tibetano, che indicavano, si presumeva, le iniziali del luogo e della provincia esatti. Guidati dalla visione, i Maestri viaggiarono per mille miglia fino al monastero Kumbum, dai tetti d’oro e di giada, e giunsero ad una casa dal tetto color turchese e, travestiti da mercanti, chiesero ospitalità; il fanciullino riconobbe subito una collana che il Lama aveva al collo, che era appartenuta al precedente Dalai Lama. Il bambino parlava il raffinato dialetto di Lhasa, città di residenza dei Dalai Lama, dialetto che in quella provincia nessuno conosceva.
I Maestri se ne andarono e ritornarono poco tempo dopo e sottoposero il bimbo a una serie di prove, mostrando gli oggetti appartenuti al XIII Dalai Lama, confusi in mezzo a copie abilmente contraffatte; ogni volta il piccolo sceglieva quella giusta ed affermava che quegli oggetti gli appartenevano.
Quando partì, felice, con i Lama, alla volta di Lhasa, aveva soltanto tre anni e mezzo. Giunti a Lhasa vennero fatte ulteriori prove, fra le quali il riconoscimento sul suo corpo degli otto segni appartenenti a tutti i precedenti Dalai Lama. Da quel momento, Tenzin Ghiatzo venne considerato supremo capo spirituale e temporale del Tibet. Studiò scienze, matematica, inglese, filosofia buddista. Nel 1950, in ottobre la Cina comunista invase il Tibet. A sedici anni non compiuti, Tenzin Ghiatzo fu costretto ad assumere il pieno potere temporale, cercando un compromesso con i cinesi durato nove anni. Ma nel marzo del 1959, l’Esercito di Liberazione cinese uccise in un solo giorno più di 87.000 tibetani: il Dalai Lama fu costretto a fuggire da Lhasa, seguito da più di 100.000 profughi.
Dopo un drammatico viaggio, il Dalai Lama arrivò in India, dove ottenne asilo politico. Dal 1960, Tenzin Ghiatzo vive a Dharamsala, nell’India settentrionale, dove svolge un’instancabile attività in difesa del suo popolo e della preservazione della cultura tibetana. S.S. il Dalai Lama ha praticato la politica della non-violenza, anche di fronte ad una brutale aggressione; un’attitudine che lo ha portato ad essere insignito del Premio Nobel per la Pace, nel dicembre 1989, primo cittadino asiatico a ricevere tale riconoscimento. Ha toccato il cuore di moltissime persone di differenti culture e religioni, con la semplicità.
Oggi, anche molti occidentali con l’occhio puntato sull’oriente, considerano il Dalai Lama come una delle massime autorità spirituali, se non l’autorità spirituale per eccellenza. Come dice Robert Thurman: “Sua Santità Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama del Tibet, possiede varie identità principali. E’ un monaco buddhista,nell’ordine religioso fondato da Buddha Shakyamuni intorno al 525 a.C. e rivitalizzato in Tibet da Lama Tzong Khapa, nel 1400: è, quindi, un portavoce dell’antica tradizione educativa buddhista. E’ una reincarnazione del Buddha Avalokiteshvara, l’arcangelo buddhista Mahayana della compassione; e, in special, modo il salvatore dei Tibetani. E’ il re del Tibet, tragicamente in esilio dal 1959; quindi, il difensore dei diritti e delle libertà del suo popolo. E’ anche un maestro “vajra” dei mandala esoterici del tantra dello yoga supremo, specialmente del Kalachakra (La ruota del tempo); quindi, profondamente – e forse profeticamente – coinvolto nell’evoluzione positiva di tutta la vita intelligente, nel nostro sacro ambiente su questo pianeta”. Sua Santità il Dalai Lama ama spesso definirsi e firmarsi molto semplicemente: Tenzin Ghiatso, monaco buddhista. Il titolo di Dalai, che significa oceano (di saggezza), venne conferito dal principe mongolo Altan Khan al terzo successore di Lama Tzong Khapa e, poi, ereditato da tutti i suoi successori. Si ritiene che tutti i Dalai Lama, in quanto manifestazione del Buddha della Compassione (“Cenresig” in tibetano e “Avalokitesvara” in sanscrito), rinascano con l’unico scopo di guidare alla felicità quanti più esseri senzienti possibile, senza nessuna distinzione di sesso, religione, classe, etnia o altro.
Tenzin Ghiatso nacque nel 1935, da famiglia contadina, in un piccolo villaggio nel nord-est del Tibet. Nel 1940 fu riconosciuto ufficialmente quale reincarnazione del suo predecessore, il 13° Dalai Lama. I suoi studi accademici iniziarono a sei anni e si conclusero a venticinque, con i tradizionali esami-dibattito, che gli valsero il titolo di “ghesce lharampa” (dottorato di filosofia buddhista). Nel 1950, a soli quindici anni, assunse i pieni poteri politici del suo paese – Capo di stato e di governo – mentre il Tibet stava faticosamente trattando con la Cina per impedire l’invasione del proprio territorio. Nel 1959 fallirono tutti i tentativi di far rispettare alla Cina – che nel frattempo si era arbitrariamente annessa una parte del Tibet – gli impegni di un trattato che prevedeva l’autonomia e il rispetto religioso dei tibetani. In seguito alla minacciosa occupazione dei cinesi, il Dalai Lama fu costretto a lasciare Lhasa clandestinamente e a chiedere asilo politico all’India. Da allora, l’esodo continuo dei tibetani dal proprio paese è una grave realtà. Dal 1960, il Dalai Lama vive a Dharamsala, un piccolo villaggio sul lato indiano delle montagne himalayane, sede del governo tibetano in esilio. In tutti questi anni egli si è dedicato a difendere i diritti del popolo tibetano contro la dittatura cinese; in modo non violento, ma deciso e chiedendo aiuto a tutti gli organismi democratici internazionali.
Nello stesso tempo, il Dalai Lama non ha mai smesso di dare insegnamenti e iniziazioni in varie parti del mondo e di fare appello alla responsabilità individuale e collettiva per un mondo migliore. Nel 1989 è stato insignito del Premio Nobel per la Pace. Per le sue doti di intelligenza disarmante, comprensione e profondo pacifismo, il Dalai Lama è uno dei più rispettati leader spirituali viventi. Nel corso dei suoi viaggi, ovunque si trovi, egli supera ogni barriera religiosa, nazionale e politica, toccando il cuore degli uomini, con l’autenticità dei suoi sentimenti di pace e di amore, di cui si fa instancabile messaggero.
Forse, ciò che gli è accaduto in questa vita ha origini karmiche (niente avviene per caso) e contribuisce ad un’ampia sensibilizzazione di massa che in effetti aumenta esponenzialmente, giorno dopo giorno, ora dopo ora.
dal sito ufficiale italiano del Dalai Lama
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