Si legge nella pagina social del gruppo di opposizione consiliare singarese, la stroncatura nei confronti del sindaco Nino Musca per l’uso “improprio” del termine Deportato riferendosi ai bambini dell’asilo. La replica del sindaco non si fa attendere.
Nell’ultima seduta del consiglio comunale sinagrese, qualche giorno passato “il Sindaco Nino Musca ha accusato la passata amministrazione Maccora – si legge nel post su facebook di ValorizziAmo Sinagra – di aver DEPORTATO i bambini nella scuola dell’infanzia del centro – quindi l’affondo, tra l’altro a ridosso della Giornata della memoria – Sindaco Musca, lei è anche un professore, non poteva utilizzare termine più inadatto e inappropriato soprattutto in prossimità del giorno della memoria. Un ripassino alla storia non farebbe male …..per onestà intellettuale!”.
La replica non si è fatta attendere.
Il sindaco Nino Musca, anche lui usa la pizza virtuale della rete, e sul suo profilo facebook scrive: “Sono costretto a difendermi dagli attacchi infamanti, stavolta più gravi della prima: tempo fa la mia professione di ingegnere, adesso quella di docente…Sempre più la mia dimensione umana”.
E continua: “Ripasso la storia, ma anche le altre discipline, umanistiche o scientifiche che siano, quotidianamente, anche col semplice confronto con la gente. Fra la gente trovo da imparare oltre che ripassare, con lo spirito che mi è stato insegnato, mantenendo la mia memoria attiva per 365 giorni l’anno e non per uno solo”.
Musca evidenzia che “Tra la gente trovo maestri, giovani o “diversamente giovani” che siano, bambini o anziani che siano: non tutti riescono ad arricchirmi e non me ne vogliano i pochissimi da cui non mi sento di imparare. È triste strumentalizzare una parola riconducendola solo alla deportazione di massa della storia recente, macchia dell’umanità alla stregua delle più antiche.
È triste strumentalizzare quella che al limite sarebbe un’iperbole (mi riferisco alla figura retorica e non al luogo geometrico…), il cui sinonimo è “relegare”.
È triste ridestare l’odio, solo apparentemente sopito, di chi prende spregevolmente spunto e ne approfitta per insultate interi gruppi di persone”.
Quindi conclude: “Ringrazio di cuore i tantissimi amici e conoscenti, primi fra tutti coloro i quali appartengono alla comunità oltraggiata in quei campi maledetti, che in queste ore mi hanno tempestato di messaggi e telefonate, manifestando la loro solidarietà per l’immeritato attacco teso a infangare, a sporcare… E se di storia vogliamo parlare, facciamolo di quella personale… alla mia lascio la parola riguardo l’onestà intellettuale”.