Si giunge finalmente ad un importante capitolo nella vicenda giudiziaria, un decreto ingiuntivo diventa eseguibile.
Quella che vede attestati su fronti opposti i risparmiatori di Banca Carige, truffati dal dipendente infedele dell’istituto di credito, Fabrizio Ingemi, e la banca genovese.
Con provvedimento dello 02.05.2010 il giudice del Tribunale di Patti – Sez. Distaccata di S. Agata Militello, dott. Pietro Miraglia, sciogliendo la riserva assunta all’udienza del 19.04.2009, ha dichiarato provvisoriamente esecutivo il decreto ingiuntivo n. 320/2010, decreto adottato dal medesimo Tribunale in esito al ricorso presentato dal Prof. Sergio Perdichizzi, con l’assistenza degli Avv.ti Francesco Saladino ed Alfonso Teramo, entrambi del foro di Messina, contro Banca Carige.
In esito a tale provvedimento, il primo adottato in contradditorio tra le opposte parti, a seguito delle confronto delle posizioni giuridiche svolte dai rispettivi difensori, è stato riconosciuta, prima facie, l’assenza di colpa del risparmiatore nel rapporto intrattenuto con la filiale di Capo d’Orlando di Banca Carige, nella persona del dipendente infedele, sig. Fabrizio Ingemi, con conseguente riconoscimento del diritto del risparmiatore defraudato dei propri risparmi dalle condotte poste in essere dal dipendente infedele di Banca Carige, ad ottenere quanto di sua spettanza dall’istituto di credito.
La vicenda del prof. Perdichizzi, uno dei tanti risparmiatori di Banca Carige privati dei propri risparmi dall’illecito operato di Fabrizio Ingemi, è certamente destinata a costituire un importante capitolo della contesa giudiziaria che vede contrapposti i risparmiatori di Banca Carige truffati dal dipendente infedele dell’istituto di credito e la stessa Carige.
La storia del prof. Perdichizzi prende le mosse dalla volontà dello stesso di investire in forma certa e sicura i propri risparmi.
Con tale intento il detto risparmiatore provvedeva ad aprire presso la filiale di Capo d’Orlando di Banca Carige alcuni libretti di deposito e risparmio, sia la portatore che nominativi, credendo di avere posto al sicuro quanto sudato in una vita di duro lavoro con tale scelta di investimento.
Divenuta di dominio pubblico la notizia della fuga del sig. Fabrizio Ingemi da Capo d’Orlando, avvenuta nei primi giorni del mese di marzo 2010, nonché l’ipotesi di numerosi ammanchi ed irregolarità realizzati dallo stesso dipendente nella gestione dei risparmi dei correntisti della filiale di via Amendola, il prof. Perdichizzi si recava presso la detta filiale e richiedeva ai competenti funzionari di effettuare un controllo sullo stato dei propri risparmi.
Ed era allora che all’ignaro risparmiatore, nonostante l’evidente l’originalità dei libretti di deposito e risparmio in suo possesso, veniva comunicato, con suo grande sconcerto e disappunto, che negli archivi di Banca Carige non risultava alcuno dei libretti da lui accesi per porre al sicuro i risparmi di una vita.
Appresa tale amara notizia il prof. Perdichizzi provvedeva prontamente ad intimare all’istituto di credito di corrispondergli tutte le somme da lui investite e sparite senza alcuna sua disposizione.
L’istituto di credito genovese a fronte di tale richiesta assumeva una posizione attendista evidenziando la necessità che fosse attentamente verificato l’operato del proprio dipendente infedele sig. Ingemi per riscontrare quanto richiesto dal risparmiatore.
Trascorsi oltre 9 mesi dalle risposte interlocutorie rese dall’istituto di credito il prof. Sergio Perdichizzi, non vedendosi restituiti i propri risparmi, né essendovi alcuna manifestazione di disponibilità in tal senso da parte della banca decideva di adire le vie legali.
Assistito dagli Avv.ti Francesco Saladino ed Alfonso Teramo il prof. Perdichizzi provvedeva a depositare ricorso per decreto ingiuntivo presso il Tribunale di Patti – Sez. distaccata di S.Agata di Militello. Sulla scorta di tale ricorso il detto Tribunale adottava, in data 30.11.10, il decreto il ingiuntivo n. 320/2010 con cui veniva ingiunto a Banca Carige il pagamento in favore del prof. Sergio Perdichizzi dei risparmi da questo vincolati con i libretti di deposito e risparmio accesi presso la filiale di Capo d’Orlando di Banca Carige e oltre gli interessi sia legali che convenzionali.
Ricevuta la notifica del decreto ingiuntivo Banca Carige, assistita dal Prof. Avv. Vincenzo Roppo e dall’Avv. Alessandro Liprino, rispettivamente del foro di Genova e del foro di S. Agata Militello, si opponeva allo stesso provvedimento e citava in giudizio, innanzi al Tribunale di Patti – Sez. distaccata di S.Agata di Militello il prof. Perdichizzi.
L’istituto di credito genovese nella propria opposizione, proponeva una serie di articolate argomentazioni giuridiche volte a contestare ed escludere in toto il diritto del risparmiatore ad ottenere la restituzione dei propri risparmi, assumendo la presunta esistenza di molteplici scorrettezze poste in essere dal prof. Perdichizzi, ed addebitando allo stesso risparmiatore defraudato una responsabilità concorrente con quella dell’Ingemi nella sparizione dei propri risparmi, per non avere lo stesso adeguatamente vigilato sull’operato dell’Ingemi.
Il prof. Perdichizzi costituitosi nel giudizio di opposizione, a mezzo dei propri legali di fiducia, ha contestato le argomentazioni addotte dall’istituto di credito per l’escludere il suo diritto ad avere restituiti i propri risparmi evidenziando la correttezza del proprio comportamento nella gestione degli stessi ed il proprio diritto ad riottenere il frutto di una vita di duro lavoro.
Rilevando, per contro, l’esclusiva responsabilità della banca per l’illecito operato del proprio dipendente, chiedendo, quindi, che il giudice adito, in considerazione delle proprie difese, disponesse la provvisoria esecutorietà al decreto ingiuntivo opposto dall’istituto di credito.-
Il dott. Pietro Miraglia, valutando le avverse posizioni giuridiche ha concesso la provvisoria esecutorietà al decreto ingiuntivo ottenuto dal prof. Perdichizzi ed opposto dalla banca.
A fronte di tale prima, importante, pronuncia, l’istituto di credito, a prescindere dall’ulteriore prosecuzione del relativo giudizio di merito, si trova oggi nell’alternativa di pagare spontaneamente o subire l’esecuzione forzata che il risparmiatore ha diritto ad intraprendere nei confronti di essa banca. Spetta ora all’istituto di credito la prossima mossa.