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BANDIERE – il Tricolore ha 216 anni, la bandiera di Sicilia 731

Il 7 gennaio 1797 nasce il tricolore. Allora si costituì la Repubblica Cisalpina ed il “rosso bianco e verde” fu inserito nella bandiera del Regno d’Italia. Divenne un simbolo nzionbale, soppiantando l’azurro che  era il colore distintivo della famiglia Savoia e che da allora è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell’Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali, anche se non compare più nella bandiera della Repubblica Italiana.

Ma insieme a questo è opportuno non dimenticare che la bandiera siciliana è molto più antica, meglio blasonata, ricca di storia .

La Trinacria è al centro della bandiera della Sicilia, di colore rosso e giallo in senso diagonale, approvata nel gennaio 2000. La legge stabilisce che la bandiera siciliana sia esposta all’esterno del Parlamento siciliano
(Assemblea Regionale Siciliana), dalla sede della giunta regionale, dalle sedi dei consigli
provinciali e comunali, dalle sedi dei presidenti delle provincie regionali e dei sindaci dei comuni,
le sedi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, gli edifici in cui sono costituiti seggi
elettorali in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento siciliano.

Le origini della Trinacria (o Triscele) si perdono nella notte dei tempi. Questo simbolo antichissimo è già presente su alcune medaglie rinvenute in Cilicia, in Tracia, in Macedonia, in Francia, in fenicia, nell’isola di Creta, su molte monete di città greche (Eginia, Milo, Filunte), su alcuni vasi etruschi, ma soprattutto su alcune monete delle città siciliane di origine corinzia (Siracusa, Akre, Kasmene, Kamarina): e’ PROPRIO SU QUESTE MONETE CHE APPARE PER LA PRIMA VOLTA LA TESTA DELLA Medusa nel punto di congiunzione delle tre gambe (vedi ad esempio le monete fatte coniare da Agatocle di Siracusa).

La Trinacria è la variante siciliana della Trischele (Trischelis in greco e Triqueta in latino), figura simbolica formata da tre gambe che si diramano da un centro comune e hanno i piedi rivolti nello stesso verso (da destra verso sinistra perché, come vedremo più avanti, rappresenta il movimento rotatorio del sole). La Triscelle, a sua volta, è analoga al ” Triskell” di origine vikinga, simbolo formato da tre S a base triangolare, che è una varietà della doppia spirale celtica. La triscelle, inoltre, rappresenta simbolicamente il Triangolo che, dalla tradizione esoterica viene raffigurato con tre punti, corrispondenti ai tre angoli.

Alla stessa famiglia della Trinacria appartiene la Swastika, con le sue molteplici varianti, simbolo risalente ad almeno 5.000 anni prima di Cristo e diffuso in aree vastissime (Europa, Africa, India, Cina, Giappone, Indonesia, America settentrionale, centrale e meridionale): La Swastika deriva dalla stilizzazione della ruota raggiata ed è un simbolo con molti significati, tutti riferentesi alla simbologia solare ed a quella del Principio divino. Lo stesso termine di Swastika deriva dal sanscritto “svasti”, che vuol dire “salute e felicità”.

Secondo la tradizione la Swastika è dotata di poteri apotropaici (dal greco apotropaios, “che allontana” il male) e rappresenta la vittoria del Sole, donatore di vita e di luce, sulle tenebre e la mala sorte. Rappresenta altresì la ruota della vita, il movimento rotatorio della sfera celeste ed il continuo divenire delle vicende umane. In Occidente fu, per alcuni secoli, uno degli emblemi del Gesù Cristo (1).

Quello che abbiamo detto a proposito della Swastika vale anche per la Trinacria, simbolo che appartiene alla stessa famiglia. Ma la Trinacria ha qualcosa di più e precisamente il simbolo del triangolo, del numero tre e quello della Medusa. Secondo la mitologia greca la Madusa è una delle tre Gorgoni (le altre due si chiamavamo Steno e Euriale) che dalla iconografia ufficiale viene generalemnte raffigurata con le seguenti caratteristiche: volto circolare, occhi spalancati, fronte bassa aggrondata, naso schiacciato, bocca aperta con denti sviluppati e ligua pendula. Inoltre la chioma è costituita da numerosissimi serpenti aggrovigliati. Nell’effige posta al centro della Trinacria, invece, non vi è nulla di tutto questo. Infatti il volto umano raffigura un volto femminile regolare, i serpenti sono soltanto quattro, avvolti a due a due in direzione apposta e, particolare interessante, ai lati del volto vi sono due ali di aquila.

Cosa significa tutto questo ? Secondo il nostro punto di vista e tenendo presente il fatto che la Trinacria è un simbolo di origine greca e che la mitologia greca in buona parte da quella egizia, riteniamo più esatto interpretare il significato simbolico riferendoci all’esoterismo delle predette civiltà.

Per quel che si riferisce al simbolismo del serpente, per esempio, è noto che, sia nella mitologia greca che in quella egizia, questo rettile rappresentava la capacità di rinascita e di ringiovanire, la continua metamorfosi della Natura, la vera palingenesi. In particolare i serpenti avvolti in direzione opposta rappresentavano il principio dualistico dell’Assoluto, la continua lotta fra il bene ed il male, l’alternarsi della luce e delle tenebre, il simbolo dell’eternità. Questo è quindi il significato del serpente che solo molto più taridi nel mondo ebraico-cristiano assumerà il valore di simbolo del diabolico.

Resta adesso da chiarire il significato delle due ali di aquila poste ai due lati del volto femminile. Cosa rappresentano ? Ancora una volta dobbiamo ricorrere all’esoretismo greco-egizio per avere l’esatta intelligenza dei simboli. In questa chiave le ali di aquila rapresentano la forza vitale, il sentimento inteso come passione, la forza dello spirito che prevale sulla materia. Ma questo è solo uno dei significati esoterici della Gorgone. Essa in effetti, a causa di una trasposizione simbolica, assume un ulteriore significato esoterico rapprsentando la trasfigurazione di Atene. Questo nostra interpretazione trova conferma nel volume “Mitologia Greca” di L.A. Stella (2) la quale a proposito della Gorgone così si esprime: “… Con la sua belluina faccia, spaventosa maschera ghignante dal satanico sguardo e dalla lingua sporgente, la testa recisa da Perseo: Gorgo, dallo sguardo malefico che impetra, è una concezione mitica vetustissima: Prima che la sua atroce maschera sogghigni con smorfia satanica, fra un selvaggio contorcersi di serpenti, dalle antefisse, dalle terrecotte e dai bronzi votivi di Siracusa, di Camarina, di Olimpia, nello VIII secolo a.C. il Gorgoneion del tempio geometrico di Dreros continua una tradizione mitico-figurativa che risale all’età del bronzo, ed ha i suoi precedenti nella Gorgone “minoica” di Mallia e Creta. Figura non solo del mito, ma del mondo religioso greco, da tempi preistorici, a metà del VI secolo campeggia ancora al centro del frontone di Paleopoli a Corfù…

…Sul finire dell’età arcaica, il Corgoneion per i Greci non è più se non il simbolo di Atena; cinge di invunerabile corazza il petto e le spalle della Parthenos “.

Il simbolo di Atena. Ecco finalmente svelato il mistero. L’immagine posta al centro della Triscelle aveva dunque. come abbiamo già detto, questo preciso significato esoterico. Atena, divinità antichissima, apportatirice di civiltà, già venerata fin dall’età del bronzo. Nel mito ellenico Atena è la Parthenos, la Vergine, la “dea” per eccellenza. Nel corso dei secoli l’antico mito è venuto ad assumere il valore di un simbolo. Simbolo ed auspicio di pace, Atena rappresentava per i Greci dell’età classica, la vittoria della coraggiosa intelligenza sulla forza bruta, della civilità sulla barbarie. Insieme alla sua fedele compagna Nike, l’alata dea della Vittoria. Atena è sempre presente ovunque una giusta causa è in pericolo, dovunque vi siano da difendere popoli oppressi, sacrosanti diritti minacciati. Per questo la sua figura, solenne ed austera, nonostante il trascorso lento dei secoli, ha conservato fino ai nostri giorni un fascino innegabile.

Restano adesso solo due aspetti per chiarire il complesso simbolismo contenuto nella Trinacria: sono relativi al trinagolo ed al numero tre.

Secondo Jean de Pavilly (3) , illustre cultore di scienze esoteriche, i tre punti simboleggiano il tringolo. Nella tradizione mistico-religiosa esso è la rappresentazione della Trinità, concetto-base presente in quasi tutte le religioni (4). La Trinità, come è noto, simboleggia il perenne ciclo di energia cosmica che dall’Infinito ca al Finito e viceversa. In altre parole il tringolo è l’emblema dellEssere Supremo. Il Triangolo con il vertice in alto rappresenta il fuoco, la potenza celeste ed è simbolo della perfezione spirituale. A sua vola nella tradizione esoterica il Triangolo è la rappresentazione del “3 “, numero filosofico e sacro, numero di massima saggezza e della perfetta armonia, dell’abbondanza e della fertilità.

Abbiamo visto fin qui, anche se sommariamente, come sia complesso ed interessante il siginificato simbolico della Trinacria e, concludendo queste note, desideriamo sottolineare il suo valore totemico, caratteristica questa di tutti gli elementi mitici silari.

Il totemismo della Trinacria (5) affonda le sue radici nell’insieme dei concetti tradizionali tipiche del popolo siciliano, come ad esempio il culto degli antenati ed i miti delle origini. Come tale è al tempo stesso un simbolo mistico-religioso che si riallaccia direttamente alla religione originaria delle antiche tradizioni ed in particoare al significato delle divinità generatrici (6).

Fra queste ci riferiamo in primo luogo ai culti dionisiaci, diffusi in tutto il mondo panellenico e nell’Asia Minore. Ecco cosa scrive su Dionysos il Ramorino (7): “… Era il Dio del vino e della viticultura, ma in senso più generale rappresentava quell’eneergia della natura la quale, per effetto del calore e dell’umido, porta a maturità i fruti delle piante; era quindi una deità benefica per gli uomini e a lei si riferivano tutti i benefici dell’agiatezza, della cultura, dell’ordine morale e civile”.

Ancora una volata, quindi, si manifesta l’ultimo rapporto esistente tra il Mito e la Religione, essendo il Mito il nucleo originario di ogni credenza rligiosa e la Trinacria, sotto questo profilo, rivela un significato ben preciso: è un simbolo che evoca l’iddea di un’esperienza spirituale che si protrae nel tempo e che, a distanza di secoli, riesce a far rivivere, a far sentire nella più intima interiorità dell’individuo il rapporto che esiste fra l’uomo e l’essenza suprema della realtà che lo circonda.

Proprio per questo e pur risalendo ad un’unica, lontanissima, misteriosa origine, i simboli hanno incalcolabile valore pratico anche nel tempo attuale, perchè riescono ad esprimere una sintesi di concetti ci valore assoluto, generale ed eterno.

E’ solo con lo studio approfondito dei simboli che potremo comprendere l’essenza delle cose.

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Note:

1) Cfr. René Guénon, Simboli della Scienza Sacra, Milano, Adelchi, 1975, oag.70 “…Lo swastika è lungi dall’essere un simbolo esclusivamente orientale come si crede talora; in realtà, è uno di quelli più generalmente diffusi, e lo si incontra qquasi dappertutto, dall’Estremo Oriente all’Estremo Occidente, poichè esiste persino tra certi popoli indigeni dell’America del Nord. Al giorno d’oggi, è conservato soprattutto nell’India e nell’Asia centrale e orientale , e probabilmente è solo in quelle regioni che se ne conosce il vero significato; tuttavia anche in Europa non è interamente scomparso; In Lituania e in Curlandia i contadini tracciano ancora questo segno e vi scorgono solo una specie di talismano protettore; ma la cosa forse più curiosa è che essi gli danno il suo nome sacro di swastika. Nell’antichità troviamo questo segno in particolare tra i Celti e nella Grecia pre-ellenica; e, sempre in Occidente, come ha detto Charbonneau-Lassay, esso fu anticamente uno delgi emblemi di Cristo, e restò in uso come tale fin verso la fine del Medio Evo. Come il punto al centro del cerchio e come la ruota, questo segno risale incontestabilmente alle ere preistoriche; e da parte nostra non esitiamo a scorgervi un vestigio della tradizione primordiale”.

2) Cfr. Luigia Achellea Stella, Mitologia Greca, Torino, U.T.E.T., 1956, pagg.502,503,504.

3) Cfr.Jules Boucher, La Simbologia Massonica, Roma, Atanòr, 1975, pag.61.

4) La Trinità non è una concezione propria alla sola religione cristiana. Ne citiamo qui di seguito alcuni esempi:

Nell’induismo: la Trimurti, formata da Bruma (Creatore), Visnù (conservatorr), Siva (distruttore)

Nella religione di Zoroastro: Ahura Mazda (il saggio Signore), Vohu Manah (il buon pensiero), Asha Vahishta (la perfetta giustizia).

Nelle religioni dell’antico Egitto: la triade menfitica: (Phtah (padre), Schmet (madre), Nefertum (figlio).
La triade osiridea: Osiride, Iside, Oro.

La triade tebana: Ammone, Mut, Chonsu.

5) Cfr. Natale Turco, Storia della Nazione Siciliana, Catania, C.S.S.S.S.., 1971, pag.1: “L’Isola trinagolare ha per vertici Capo Faro ad est, Capo Passero a sud e Capo Granitola ad ovest, donde il nome arcaico di Trinakìe e l’embrema totematico anario del viso alato al centro delle tre cosce falliche”. E pag. 2: “La Triquetra, la testa mitica con tre gambe, è il simbolo della Sicilia fin dalla preistoria; all’origine fallicadi esso si sarebbe attribuito lo stesso significato religioso dato dalhi indigeni alla divinità generatrice”.

6) Oltre ai culti dionisiaci sono di grande rilievo i culti della dea Gereàtide e della dea.madre Kourotrhophos.

7) Cfr. Felice Romarino, Mitologia classica, Milano, Hoepli, 1979, pag.194.

fonte http://730anniversariobandierasiciliana.wordpress.com/2011/10/12/genesi-e-significato-della-trinacria/

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