Mentre le primarie imprimono con la scelta di Antonio Mamì una direzione di marcia altrove si annaspa.
Ed i giorni passano, rendendo l’appuntamento elettorale “presente”.
Sul fronte opposto, a destra del centro, non sembra ritrovarsi un minimo comune denominatore.
I personalismi riducono il tutto a ricatti sottobanco senza che vi sia l’indicazione di un nome che abbia un itinerario vissuto di politica.
Si vogliono gettare nella mischia dilettanti allo sbaraglio.
Si vogliono soddisfare ambizioni personali senza che vi sia un progetto coerente, se non per uno spostamento della deputazione esistente in qualche altro luogo istituzionale per trovare un posto al sole, sicuro approdo per evitare contumelie.
Di contro vi è un sistema territoriale che non trova ragione d’essere, una strategia compiuta in cui innestare sui territori sistemi innovativi.
Così non si riesce a declinare in maniera seria, parlandone trasparentemente, l’impiego di risorse che possano dare sviluppo e crescita, articolazione dei territori per creare occupazione e attrarre investimenti.
Uno dei temi centrali che va scritto tra le priorità dell’agenda politica delle prossime amministrazioni cittadine di Milazzo e Barcellona P.G. è la correlazione che passa dalle aree intermodali e dal sistema logistico merci tra portualità ed aree con vocazione urbanistica, già proiettata in questo tipo di prospettiva, ove lo sviluppo si coniuga ed interagisce con la previsione e predisposizione di servizi di terziario avanzato.
I nodi intermodali e le autostrade del mare che si profilano nel medio tempo consegnano il tema alle comunità che avranno modo di immaginare un futuro diverso, sì da rendere questi territori tra Milazzo, Barcellona P.G. e Giammoro assai appetibili, e capaci di condurre le amministrazioni coinvolte in un sistema di sinergie in grado di favorire e guidare gli interventi di potenziamento delle infrastrutture viarie trasversali tra questi tre momenti.
Ebbene questo è un tema centrale e decisivo da approfondire e da sottoporre all’attenzione dei cittadini, articolando ipotesi, focalizzando soluzioni ed captando investimenti in un quadro di mercati concorrenziali, senza favori di sorta e soprattutto con regole certe e trasparenti. Solo così la politica può pensare in grande.
Ed il centro-destra che dovrebbe, per sua natura, affermare e potenziare questo insieme di risorse ed intelligenze imprenditoriali, invece, allo stato attuale, pensa di garantirsi i ruoli di rappresentanza con la politica di piccolo cabotaggio, con i ricatti sotterranei, con forme di condizionamento del tutto estranee alla normale dialettica politica, dimostrandosi solo incline a diffondere opacità nell’azione amministrativa, rivolta solo a controllare gli elettorati attraverso un sistema di simulazioni e bugie.
Ed i giorni passano, rendendo l’appuntamento elettorale “presente”.