Tratto da I VESPRI
Per i francesi “a la guerre comme a la guerre”, per gli italiani, ”non si spara sulla Croce Rossa” che, nella fattispecie, potrebbe tradursi “lasciare il Teatro Mandanici fuori dalla contesa politica”. Eh già, perché finito l’assalto d’impeto della prima ora tendente a far cadere la Giunta Calabrò, ora a Barcellona si registra una fase diversa in cui la lotta politica sembra essere diventata di lungo periodo e gli stessi oppositori, poco più di una mezza dozzina di Consiglieri, provenienti da vari ambiti di centro destra, inventano temi per creare difficoltà all’Amministrazione dalla quale hanno preso le distanze.
Questo atteggiamento, il più delle volte, non coinvolge la componente di sinistra del Consiglio comunale che, come in questo caso, non sembra condividere il tentativo di compromettere la stagione teatrale.
Sette consiglieri comunali avevano infatti presentato una mozione con cui si chiedeva il ritiro in autotutela della determina dirigenziale che aveva affidato “i servizi di comunicazione e marketing per la promozione della stagione artistica 2023, nonché per la generale promozione dell’immagine del Teatro Comunale Mandanici”. Tale richiesta era motivata da un parere del Revisori dei Conti. “favorevoli solo a condizione che “nelle more del riscontro delle maggiori entrate previste, di astenersi dall’assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge, fatte salve quelle da sostenere per impegni già assunti nei precedenti esercizi”. I consiglieri hanno inoltre chiesto al Collegio dei Revisori un parere sulla conformità dell’impegno spesa per il servizio di comunicazione, per una somma complessiva di 8.174 euro, ed i Revisori hanno ritenuto che “l’impegno di spesa assunto con la determinazione dirigenziale n.406 rientra fra le spese per servizi non espressamente previsti per legge, e pertanto non rispetta le prescrizioni”. Da qui la richiesta all’Amministrazione di ritirare immediatamente in autotutela la determina dirigenziale.
L’assessore al teatro Angelita Pino, dopo la pubblicazione della richiesta, ha inviato una nota di chiarimento sulla questione sollevata dai sette consiglieri. “In un momento in cui l’attenzione dovrebbe essere esclusivamente rivolta a questioni di tutt’altra importanza – afferma la Pino – si assiste all’ennesimo attacco strumentale nei riguardi del Teatro. Nella piena consapevolezza della correttezza dell’agire amministrativo e nelle more dei dovuti e non temuti chiarimenti con il Collegio dei Revisori, i quali hanno probabilmente frainteso i termini della questione, è opportuno chiarire che “le maggiori entrate previste dall’Ente”, sia pur in questo primo breve scorcio di stagione, si sono già oggettivamente riscontrate, a partire dall’incremento nelle vendite.
La tanto incriminata “promozione” – aggiunge l’assessore – ha fatto, inoltre, si che il Teatro abbia avuto visibilità sulle maggiori testate giornalistiche regionali e nazionali, con un innegabile ritorno in termini di immagine e dunque di potenziali nuovi introiti. E’ evidente che, se si decide di tenere aperto un teatro (servizio a domanda individuale), allo scopo di realizzare l’introito dato dalla vendita dei biglietti, deve necessariamente prevedersi il collaterale servizio di comunicazione e promozione della stagione teatrale”. Rallentando invece la crescita culturale della comunità compromettendo l’attività di uno dei principali avamposti dell’arte e dalla cultura, ci si assumerebbe una grave responsabilità di fronte alla città.
- nella foto l’Assessore Angelita Pino