“Il settore agroittico siciliano può ancora contare su 320 milioni di euro di fondi europei per l’innovazione tecnologica e la ricerca. Si tratta di un’opportunità che i produttori e la Regione non possono lasciarsi sfuggire, perché dalla modernizzazione dei processi di cattura, conservazione e trasformazione dipende il futuro delle pesca”. Lo ha detto oggi Giovanni Basciano, responsabile regionale dell’Agci-Agrital nel corso del convegno “L’innovazione tecnologica del settore ittico: fabbisogni e opportunità”, promosso dall’Agci Sicilia presso il circolo Roggero di Lauria di Palermo e al quale hanno partecipato anche Ignazio Piazza, presidente dell’organizzazione di produttori Pesca della Sicilia occidentale, e Francesco Bertolino, della cooperativa Biotec.
Il tema dell’innovazione tecnologica è di rilevanza fondamentale per un settore in difficoltà, vuoi per le ricadute negative della più ampia crisi economia, vuoi per le nuove stringenti norme introdotte con il regolamento comunitario 1967/2006 sulle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mediterraneo. “La filiera ittica siciliana – dice Basciano – deve assolutamente poter cogliere l’enorme disponibilità di fondi previsti per l’innovazione e la R&S. Oggi abbiamo undici consorzi di produttori che rappresentano il 70 per cento della flotta siciliana e dieci impianti di acquacoltura che hanno la necessità di innovare i cicli di produzione e di mettere a punto la riproduzione di specie innovative come la ricciola. Lo stesso vale per le centinaia di aziende siciliane di trasformazione e conservazione, che attraverso l’innovazione possono rendere più efficiente ed efficace la distribuzione”.