BASILIO CARUSO – Su AtoMe2 è bene fare chiarezza
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BASILIO CARUSO – Su AtoMe2 è bene fare chiarezza

basilio_caruso_263_x_350_thumb_medium225_300In ordine alle iniziative di protesta assunte dai dipendenti dell’ATO ME2 in liquidazione e rispetto a talune notizie distorte, riportate da qualche organo di stampa, è bene fare alcune precisazioni.

Prima di tutto va detto che nei confronti di quei lavoratori, Sindaci e Amministrazioni, siamo stati sempre vicini e solidali, sollecitando più volte la necessità di trovare una soluzione per uscire dall’attuale empasse. Le nostre richieste, purtroppo, non hanno sortito alcun effetto. Così come non hanno trovato accoglimento, le proposte avanzate in tutte le sedi dai sindaci, con le quali si sono fatte ulteriori sollecitazioni, affinché si trovasse un modo per rendere produttivi i lavoratori della Società d’Ambito, che da anni non svolgono, non per loro volontà, ma per l’incapacità di altri, alcuna prestazione lavorativa, limitandosi ad attestare la presenza e restare fermi presso la sede dell’ATO2 (interessante questo modo di gestire il denaro pubblico!).

Appare inverosimile pensare che i comuni possano farsi carico di retribuire lavoratori assunti e ancora in forza all’ATO, senza che sia loro consentito di lavorare. Come è inaccettabile che si perseveri nel mantenere in piedi una gestione liquidatoria che dura da 4 anni, senza che si arrivi mai alla liquidazione definitiva. Questo scherzetto comporta ogni mese l’accumulo di decine di migliaia di euro di sprechi, per la maturazione di retribuzioni senza alcuna contropartita, a cui si aggiungono le spese generali di gestione.

Forse tanti dimenticano, o fanno finta di non sapere, che il mio Comune ha anticipato 400 mila euro per pagare il personale dell’ATO2 e che, pur essendo stati riconosciuti e transatti tali crediti, ad oggi non c’è stato alcun rimborso. Sempre la Società d’Ambito ha altri debiti verso il Comune di Sant’Angelo per circa 300 mila euro, per un totale complessivo che supera i 700 mila euro, oltre interessi.

Inoltre sfuggono, non so se per ingenuità o per malafede, che i comuni sono terzi pignorati dai creditori dell’ATO. Pur volendo, come potrebbero pagare le quote se le stesse sono già vincolate per diposizione dell’Autorità giudiziaria civile, che ha riconosciuto le spettanze a chi deve avere ancora altre somme arretrate dall’ATO?

E’ bene chiarire anche, che la riassunzione presso gli enti locali di provenienza, non era automatica e che per procedere bisogna avere i posti liberi nella dotazione organica ed è indispensabile rispettare i parametri fissati dalla legge in materia di spesa di personale, sul quale argomento si è pronunciata più volte, negativamente, anche la Corte dei Conti. In ogni caso, c’è un giudizio dinnanzi al Giudice del Lavoro, che dovrà decidere da che parte sta la ragione.

Va precisato, infine, che contro il Comune di Sant’Angelo hanno iniziato il contenzioso ben 6 lavoratori, mentre oggi il servizio viene assicurato da meno della metà di personale. Se dovessero rientrare al Comune (oggi sono rimasti in 4), il primo problema che si porrà, sarà quello finanziario che, come conseguenza immediata, comporterà l’incremento della spesa a carico dei cittadini, che si vedranno aumentare di almeno il 70 per cento il costo della Tariffa di igiene ambientale.

Per concludere, sorge il dubbio sul tempismo. Infatti, questa iniziativa di protesta, ironia della sorte nasce proprio ora, alla vigila delle elezioni amministrative. Magari ci sarà qualche buon suggeritore dietro le spalle dei lavoratori che, convinto di ottenere consenso, utilizza le debolezze e le difficoltà della povera gente, per screditare l’operato del Sindaco e dell’Amministrazione.

Ma è la collettività a dovere giudicare con imparzialità, non i singoli portatori di specifici interessi.

 

Basilio Caruso

 

 

22 Aprile 2016

Autore:

redazione


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