A completamento dell’articolo pubblicato ieri, che qui ripubblichiamo, le foto della “festa” per in neo-centenario brolese. L’omaggio a Basilio Lacchese del sindaco, Irene Ricciardello ed ancora l’abbraccio dei nipoti, l’amore dei figli e dei parenti e la commozione per le la “lettera” della figlia, Nunziatina, che ha rammentato la sua vita. Ancora auguri nonno Basilio e quindi la grande festa nel salone parrocchiale.
BROLESI – I 100 ANNI DI “DON VASILE”
13 dicembre del 1915. Cento anni fa nasceva Basilio Lacchese. Un lungo percorso di vita, un secolo ricco di avvenimenti, guerre mondiali, distruzioni, miseria, fame, sacrifici, dolori,rinunce, che ha saputo affrontare con coraggio e determinazione per realizzare i suoi sogni: una casa e una grande famiglia e i suoi impegni: il militare, le lotte sociali, l’impegno politico per il suo paese. Oggi la festa per questo evento tra parenti,amici, figli e nipoti.
Don Basilio nacque in pieno conflitto mondiale – il primo – erano i tempi in cui si gioiva anche per un paio di scarpe nuove trovate appese ad un chiodo, dentro casa, e portaai il nome di un atlro fratello, il più grande, morto sotto le macerie del terremoto del 1908 a Messina. Una grande responsabilità che lui assolse, prendendose tutti i carichi.
Così, Basilio, rimasto orfano, aiutò mamma Vittoria, donna forte e coraggiosa, iniziando a lavorare giovanissimo.
Nel ‘38 Basilio Lacchese si arruolò nell’esercito, fu sergente, prima ad Asti in piemonte poi nelle batterie di fuoco a Taormina, conservando,uomo della milizia il ricordo – a Roma – dell’incontro con il Duce.
Poi l’incontro con la donna della sua vita, Tindara Marchese – 75 anni e due mesi insieme fino al 28novembre 2014.
Don Vasile, finita la guerra lascia l’esercito, ritorna a casa, mentre arrivano i figli, Antonio, Calogero, Vittria e Nunziatina.
In quel periodo, il cosiddetto dopoguerra, c’era solo fame e miseria, tutto da ricostruire; l’economia di Brolo, paese di pescatori e circondato da estesi agrumeti, si basava sulla pesca e sulla lavorazione degli agrumi che venivano spediti nel nord Europa.
Lui non vuole emigrare, e allora mise su un equipaggio di pescatori, tre gozzi con le lampare e la barca grande per la ciurma e da maggio a settembre si dedicava alla pesca non sempre generosa. Teneva a bada i “ riatteri”; metteva all’asta le “spaselle” piene di pesce, segnava le quantità le assegnava al migliore offerente e il pescato partiva per i mercati o andava a finire nelle fabbriche per la conservazione delle acciughe salate.
Nel periodo di luna piena, quando non era possibile pescare, issava le vele e commerciavi con le isole Eolie, portando sulla terra ferma il vino pregiato, lo zibibbo e frutta secca.
Amava e ama raccontare le avvenure di mare. Le barche spiaggiate fino a Caronia per il maltempo, le ” feste” per un naufragio evitato, la gioia di una buona pescata. Fondò per tutelare anche i diritti dei pescatori un’associazione, la famosa cooperativa dei pescatori di cui fu presidente dotando la sede del primo televisore in bianco e nero e quella divenne un luogo di incontro e dove anche le mogli, la sera, potevano seguire le prime trasmissioni televisive. Un momento di crescita per la comunità, di emancipazione, potremmo dire ora…luoghi e spazi che forse ancor oggi Brolo ha bisogno.
Il tempo passava Don Vasile vedeva crescere i figli, per lui pescatore iniziò, mentre anche Brolo cambiava, l’epopea della campagna. Gli iniziò a piacere qust’aspetto rurare della sua vita. La moto-ape, la “roba”, e la sera rientrando condivideva il suo tempo con gli amici di sempre, tra questi, nel lungo elen,co anche i fratelli Fonti, Nino Ziino, Mimmo Puglisi, il dottor Busacca, Nino Germanà, allora già onorevole e sindaco di Brolo, che lo volle nella sua amministrazione negli anni ’60.
Un vita vissuta sempre in prima linea. E oggi in tanti festeggeranno questo traguardo, il giro di boa del secolo di vita, primi fra tutti anche le autorità comunali.
Auguri Basilio.
msm
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