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BASKET S. AGATA – Terza vittoria per coach Fiasconaro

di Claudia Lentini

Terza vittoria per il S. Agata Basket che sconfigge sul parquet del Palauxilium il Cus Palermo, col risultato di 79–44. Coach Massimiliano Fiasconaro ha schierato in quintetto base Carlos Gallo, Antonino Urso, Giuseppe Florio e, finalmente, anche i nuovi acquisti argentini, il play Marcelo Allende e l’ala/pivot Juan Paronetto, quest’ultimi aspettavano l’ok federale da oltre tre settimane.

Primo quarto Cus Palermo immediatamente in vantaggio, un mini break di 7 a 0 nei primi minuti di gioco. Più veloce e determinata la squadra palermitana, che ha buon gioco sull’uomo proposto dai santagatesi. Reagisce il S. Agata, con valide azioni d’attacco su difesa schierata e contropiede. Coach Fiasconaro, in questo primo parziale di gioco, deve rinunciare da subito al play titolare, Allende, gravato di falli e sostituito dal giovane Giuseppe Sindoni.
Nel primo scorcio di gara chiusosi col risultato di 23-13, da rilevare il buon gioco di Carlos Gallo che segna, (24 punti), recupera palla e confeziona assist, in generale buona l’intesa tra gli argentini che imbastiscono gioco, cui corrisponde l’inefficacia da tre degli ospiti, soluzione forse troppo cercata, forzata.
Il secondo quarto consolida il vantaggio dei padroni di casa, più organizzati in campo rispetto agli avversari che sembrano patire il gioco offensivo santagatese. Il Cus Palermo perde concentrazione, si ferma, sbaglia, da segnalare ben cinque minuti di gioco senza realizzazioni. Transizione di palla, contropiede, fanno si che i padroni di casa arrivino al massimo vantaggio, + 19 a 1:27 dalla fine.  42-25 il parziale.
Terzo quarto non diverso dagli altri in termini di risultato. I palermitani tentano il tutto per tutto adottando una difesa ad uomo tutto campo, inefficaci però le azioni d’attacco alla zona 2/3 santagatese. Il pressing ha comunque messo in difficoltà i ragazzi di Fiasconaro, privi di Marcelo  Allende, eccessivamente sanzionato dalla coppia arbitrale. Bene Juan Paronetto, efficacissimo nel recuperare palla nell’area dei tre secondi, ad aprire e finalizzare le manovre di contropiede. Da rilevare per il Sant’Agata Basket, l’esiguo numero d’azioni offensive su difesa schierata ed il lavoro di contropiede realizzato. Punteggio 58-33.
Nel quarto parziale di gioco, la squadra ospite appare immediatamente giù di tono, scarsa la concentrazione, inefficaci gli schemi d’attacco che privilegiano o l’inefficace tiro da tre, o il passaggio al taglio centrale immediatamente intercettato dalla difesa dei lunghi santagatesi. Negli spogliatoi col risultato finale di 79-44.
Una vittoria meritata per i ragazzi di coach Fiasconaro che finalmente cominciano ad intessere trame interessanti di gioco, complice l’inserimento dei giocatori argentini. Anche per questa partita è doveroso segnalare la prestazione di Carlos Gallo, giocatore multi ruolo, utilizzato dal coach in tutte le zone del campo. Ottimo l’esordio di Juan Paronetto, (18 punti), fisicità, intelligenza e determinazione. Buona prestazione di Antonino Urso (18 punti), più concentrato nel gioco. Meno fortunato l’esordio di Marcelo Allende, penalizzato da continue e spesso incomprensibili, sanzioni arbitrali. Nei pochi minuti di gara, 17 in tutto, il play ha comunque dato un saggio delle proprie abilità, talento, fantasia e capacità  di leggere il gioco, doti preziosissime di cui Massimiliano Fiasconaro saprà fare buon uso. Come sempre, lasciamo la parola al Coach per un commento sulla gara.

Coach, la prima domanda te la rivolge Marcelo Allende:
E la lavatrice? Che è la stessa della settimana scorsa

Compratela!

Adesso parliamo della partita

Perché?

…Un’altra Paddazza?

Questa non fu paddazza. Questa è stata, finalmente, una partita – come suggerisce Marcelo Allende: el coach està contento – Abbiamo impiegato due settimane per trasportare le responsabilità di playmakeraggio da un regista all’altro ed il play cui abbiamo dato responsabilità oggi ha fatto vacanza – ho notato che, almeno per due tempi, c’era un nuovo play in campo, ce lo presenti? – Carlos Gallo. Bello – bello – stasera mi sono inventato un altro play tra quelli seduti in panchina, il quarto, il titolare era distratto – chi è il titolare? – abbiamo preso uno che viene da Bahia Blanca, Marcelo, ma era in vacanza.

Chiariamo subito la storia delle richieste di trasferimento. Adesso sappiamo esattamente quanto tempo impiega la Federazione Italiana Pallacanestro per effettuare una richiesta di trasferimento

Stavolta il problema era in Argentina, abbiamo scoperto che il nostro nuovo playmaker, prima ancora d’essere un grande play, ma questo lo vedremo la prossima settimana, è sicuramente un procuratore di gran futuro, ha risolto velocemente i problemi della burocrazia argentina. Scherzi a parte, la questione è stata problematica non solo perché in Italia, purtroppo, facciamo le cose troppo lentamente, ci fermiamo davanti a cose di facile soluzione, ma stavolta anche in Argentina c’era un problema relativo alla squadra sia di Marcelo Allende che di Juan Paronetto, di federazione sia locale che nazionale. Era un problema serio che per fortuna abbiamo risolto – E’ corretto dire che ci sono voluti 20 giorni per far partire la richiesta dall’Italia? – 22 per la precisione. Però era meglio se non arrivava il transfert, perché così non lo rimborsavamo questa settimana – Marcelo – e la lavatrice se la pagava da solo.

Parliamo in generale della partita

Partita di maggiore applicazione mentale, tranne per il fatto che i primi due o tre minuti facciamo sempre troppa accademia e poco pratica di gioco. In questo campionato, specie nelle battute iniziali della partita, l’allenatore si deve vedere poco, la prima cosa da sviluppare è l’applicazione agonistica. Prima bisogna far bene le cose della paddazza, ossia, transizione offensiva e difensiva organizzata come voglio io ma ci vuole determinazione e poi, quando alla fine hai vinto tutte le situazioni di corsa, quando ce la fai a correre pensando, che è un problema serissimo in questa squadra ma alla fine ci siamo riusciti, si inizia a giocare. Oggi c’è stata maggiore applicazione soprattutto nel momento più difficile, siamo stati due settimane a lavorare su Marcelo Allende, lui non c’era, quindi ci siamo trovati spaesati. Pensavo che Juan Paronetto potesse soffrire maggiormente delle situazioni agonistiche, lui era particolarmente rilassato, invece le ha patite il mio “cervello con la palla in mano” – molto nervoso, anche a causa di un pessimo arbitraggio – no, dipende dal fatto che i ragazzi argentini giocano con maggiore agonismo, eseguono le cose della difesa con grande applicazione agonistica e si è vista la grande differenza tra i ragazzi argentini e gli italiani, purtroppo l’arbitro si adatta al metro della squadra, si nota troppo l’aggressività difensiva degli stranieri, si nota troppo la poca applicazione dei nostri. Non intendo chiedere a Juan e Marcelo di non difendere troppo forte, piuttosto devo esigere maggiore aggressività dai nostri, in modo da non far notare all’arbitro la differenza. Quando arriveremo a questo saremo veramente una buona squadra, giusta per le costruzioni che intendo applicare.

Nel primo tempo ho visto comunque una difesa uomo aggressiva

Siamo aggressivi a centro campo e dopo due palleggi li molliamo. Questa non è la giusta aggressività, ripeto sempre loro che dobbiamo concedere palleggio fino alla linea da tre punti e poi diventare aggressivi per tre palleggi fino all’arrivo dell’aiuto. Li ho lasciati difendere ad uomo per allenarci a migliorare l’uno contro uno difensivo, ma sapevo che questo non ci avrebbe fatto vincere con facilità la partita, sacrificarsi serve a crescere, però alla fine il break l’abbiamo ottenuto con quella zona bulgaraccia – la due/tre – che tanto odio. Questa non è una vittoria per un tecnico, l’allenatore si vede quando vengono eseguite in campo le applicazioni di uno contro uno, quando funziona bene la prima rotazione, la seconda, la terza, la quarta, hai giocato e lo sai, purtroppo non abbiamo quasi mai tenuto l’uno contro uno, ed è un fallimento per ciò che attiene la difesa individuale – tranne gli argentini – loro sono troppo abituati a “buscar la pelota”, a cercare sempre la palla, devono capire che in Italia è differente, la palla si rallenta, poi si dispone il sistema offensivo, dopo si tiene l’uno contro uno ed infine si lavora all’aiuto, i giocatori italiani non sono abituati a questa aggressività, è una giusta difesa per l’Argentina, ce l’hanno per corretta intuizione mentale, come bagaglio tecnico, in Italia non è così. I ragazzi argentini devono migliorare i giocatori italiani, i nostri devono aumentare la concentrazione sulla gestione delle cose tecniche di difesa, poi saremo una buona squadra. Ci vuole ancora un po’.

Parlando della squadra avversaria, ho notato che, almeno per il primo tempo, si sono troppo affidati al tiro da tre, per altro inefficace

Sono una buona squadra, numerosa, due bei lunghi, allenati da Salvatore Marsala, un buon tecnico, ma ancora non un grande allenatore, nel senso che fanno molto bene le cose organizzate ma non le cose necessarie, troppo abituati a far bene le cose tattiche ma la C2 non è questo – invece di optare per la penetrazione uno contro uno, hanno scelto palla fuori e tiro da tre – loro eseguivano sistemi offensivi con quattro, cinque passaggi per raggiungere l’obiettivo, ottenendo solo un metro di spazio per il tiro, per altro da molto lontano, e mai l’uno contro uno con grande aggressività. Sono comunque una buona squadra, sfortunati per aver incontrato subito le prime tre forti di questo campionato. Noi stiamo per diventare, quasi, ancora è presto, stiamo per diventare una squadra, per lo meno completa nel numero.

Nel terzo quarto, il Cus Palermo, sotto di circa 20 punti, ha optato per il pressing tutto campo

Ormai tutta la Sicilia, l’Italia sa che il nostro problema è portare palla, patiamo la pressione, non tanto quella organizzata, quanto di voglia, hanno pressato una volta capito che Marcelo Allende non avrebbe giocato moltissimo per problemi di falli. Provano il tutto per tutto contro di noi, specie sulla rimessa. Abbiamo intanto il playmaker giovane con un difetto cronico che dobbiamo migliorare – prima del pressing, non hanno difeso forte su di lui – nella nostra squadra non va pressato il play ma la seconda soluzione perché Giuseppe Sindoni ha imparato a togliersi la palla dalle mani sul raddoppio, sono state pressate le nostre due guardie soprattutto quando in quel ruolo ci sono stati giocatori dalla non grande esperienza – di chi parli? – di Francesco Strati che non è ancora pronto alle mie soluzioni tattiche, non è attento a leggere le situazioni difensive di pressione e le altre squadre ne approfittano, ma anche Gino Machì, anche lui non è stato troppo attento alle soluzioni di pressione, secondo e terzo passaggio. Non mi è scoppiato il fegato neanche stasera, ce l’ho fortissimo!

Terzo tempo, hai giocato credo solo due volte su difesa schierata, per il resto solo contropiede

Nove volte su difesa schierata e ben 51 volte in contropiede – ok nove volte, è comunque un fatto anomalo – questi sono i campionati di C1 e C2, quello da fare assolutamente è organizzare per bene la non pallacanestro, organizzare la transizione dalla difesa all’attacco pensando, questo è il modo di giocare, di vincere le partite in questo campionato, vale per la C2 e la C1, le squadre troppo tattiche, troppo tecniche, non funzionano perché la maggior parte dei tiri in questi campionati sono situazioni di transizione, offensiva – difensiva.

Pensavo che il problema fosse imputabile ad un loro schema, ossia su difesa due/tre, hanno puntualmente passato al taglio centrale, consentendo così ai tre in difesa, a Juan Paronetto, di recuperare tantissime palle e di aprire il contropiede

Sono stati sempre alla ricerca di ciò che nel primo quarto gli aveva funzionato, mentre con la difesa a uomo non riusciamo ancora a tenere con grande concentrazione l’aggressività in taglio del lungo senza palla che dall’angolo transita al centro – per via delle collaborazioni difensive – no, per completa distrazione e poca applicazione dei nostri lunghi, con la zona invece questo riesce, non so bene per quale motivo, faccio meglio le difese con applicazione di squadra anziché individuale. Loro si sono intestarditi nel cercare una soluzione offensiva che ha funzionato bene sulla nostra difesa individuale, facevano bene collaborazioni sulla palla, lato forte, con pick and roll, ma aggredivano dall’angolo, con l’uomo ha funzionato. Abbiamo subito troppo nei tagli, perché non ci fidiamo, ed è giusto, delle situazioni difensive uno contro uno sul lato forte, quindi l’aiuto sta molto attento al problema del compagno piccolo che non tiene uno contro uno difensivo. Questa è la ragione per cui ci siamo fatti sorprendere da questi tagli. Non so spiegarmi perché in zona ci applichiamo sul frontale davanti alla palla, facciamo buon aiuto con l’altro piccolo ed il lungo sta più attento ai tagli degli attaccanti senza palla. La squadra avversaria non ha capito questo, ed è comprensibile, perché questo problema si verifica solitamente con la zona, noi funzioniamo al contrario, facciamo meglio la zona che l’uomo, lavoreremo su questo fatto. Per fortuna loro hanno perseverato su questa situazione offensiva, dando noi modo di recuperare tanti palloni, con un lungo non ancora pronto tatticamente, ma di grande fisico ed applicazione come Juan Paronetto.

Quel passaggio al centro non andava più fatto semplicemente perché non funzionava

La squadra di Sant’Agata ha una grande fortuna, “avi u mugghi allenatori che c’è!”. Scherzo, è una questione di prontezza, di rapidità nell’analisi dei problemi azione per azione.

Da noi è tutto tatticamente gestito perché abbiamo un Presidente, un vice Presidente che mette – E’ qui. Che mette? – tranquillità nelle situazioni societarie – Juan approfitta della sua presenza per ribadire: la lavatrice? – Domani – Voglio perorare la causa di Juan e Marcelo, le prossime due gare esterne sano difficilissime, quindi la richiesta “lavatrice” va sottoposta adesso – Premio partita.

Ancora curiosità, Carlos Gallo play, uno contro uno solo argentino, infine, almeno nei primi tre quarti, su situazioni di contropiede, realizzano solo i lunghi

Devo convincere i piccoli a giocare con meno tensione, meno ansia, è vero che in passato non sono stati abituati a giocare così organizzati, sono stressati dal fatto, ed è positivo, di voler seguire ciò che programmiamo in allenamento e che funziona molto bene, durante la trans agonistica no. – mancanza di sicurezza – Più giocheremo e meglio sarà, verrà col tempo. Facciamo anche due amichevoli alla settimana proprio perché voglio che trasformino le cose che prepariamo, in soluzioni naturali di partita. I piccoli locali, Giuseppe Florio, Francesco Strati non lo fanno con naturalezza, non è così per Antonino Urso, perché ha giocato tanto tempo con me, tante le cazziate e le punizioni prese, agisce con applicazione naturale, prende il rimbalzo, apre al playmaker e parte in contropiede, i ragazzi argentini lo fanno automaticamente, per cui ci capita che sull’apertura al play, i primi ad arrivare sotto canestro sono i lunghi. Sono fiducioso, ai ragazzi santagatesi è mancata l’esperienza, da troppo tempo non facevano cose organizzate e questo li ferma.
Se si stressano vuol dire che pensano a ciò che voglio, dimostrano applicazione nel tentativo di gestire le cose che programmo. Da qui a poco partiremo tutti.

In questo senso, proprio nell’ultimo quarto di gioco, una mano te l’ha data Juan, quando ha deciso di restare sotto canestro. Un gran lavoro difensivo fatto di recuperi, rimbalzi ed aperture veloci per il  contropiede

Ad un certo punto la partita è finita, bastava difendere un po’, Juan è stato intelligente perché col suo modo di fare le cose oscure, ha messo tutti in condizione di far bene anche a partita praticamente finita. Questo darà a tutti grande forza, utile per le prossime gare, quando vinci, se non hai fatto bene, torni a casa con tante scorie, difficili da mandar via. – stasera si sono anche divertiti – Se nei momenti importanti non tutti hanno giocato bene, quando la partita è finita tanti hanno fatto cose gradevoli, anche egregie, grazie al lavoro di Juan. E’ stata una prova di grande maturità. Gli ultimi cinque, sette minuti, ci sono serviti per far crescere la determinazione, per rendere automatici certi meccanismi – Francesco Strati stasera è stato generoso, ha smistato palla anche in situazioni difficili – tutto molto bene, ma se stesse zitto sarebbe meglio.

Parliamo di Marcelo

Marcelo chi? – Allende – Assente! – è arrabbiato – ed ha ragione, la colpa non è sua, è della poca aggressività che ci mettono i suoi compagni, non dirò mai a Marcelo (foto) di essere meno aggressivo, o di cercare palla con aggressività diversa, la sua prima analisi è stata: “difendo troppo forte, non difendo più”, non è così, dobbiamo lavorare tutta la settimana per far difendere i suoi compagni come lui – il problema non è se i ragazzi di Sant’Agata sono meno determinati e gli argentini più aggressivi, l’arbitro dovrebbe applicare le regole – No, non è così, tu lo sai – non è così nella realtà ma dovrebbe, un fallo è semplicemente, un fallo – Il bello di questo sport è che lo stesso touch è giudicato in maniera differente per ciascun arbitro – in due modi diversi all’interno della stessa squadra? – Arbitri non male, che hanno adottato un metro, fiscalissimi sulla gestione della partenza diretta, con lo stesso metro nella gestione delle infrazioni, parlo di infrazioni a mano aperta, passi ecc., su quel tipo di fischio sono stati molto precisi, si sono fatti prendere dal fischio eccessivo sulle applicazioni della difesa col tocco, quella col touch, per questo dobbiamo essere bravi ad allenare pure gli arbitri. Dobbiamo proporre al direttore di gara, omogeneità, uno standard d’applicazione difensiva alta relativamente all’aggressività, tutte e cinque determinati, fischiato il primo fallo forte, il secondo ed il terzo non può più sanzionarlo, perché la squadra difende in quel modo, dovrebbero semmai adeguarsi gli avversari se ce la fanno. Non voglio che Marcelo, il suo rendimento difensivo, si abbassi, semmai elevare quello di tutti gli altri.

Parliamo di Antonino Urso, stasera ho ben compreso il concetto di “militellanità” cui fai spesso riferimento

 

Certo, “iddi jocuno”, si applicano, hanno grande aggressività perché vogliono vincere, vogliono prendere, afferrare, ma sai qual è il problema? “Vonnu esseri supra u palco d’ogni piazza”.
Sono bravissimi ad essere visibili, apparire, in un contesto in cui stanno per diventare normali, fanno di tutto – per emergere – per provocare l’ilarità altrui, a chi gestisce il movimento, loro provano a fargli fare una figura – barbina – .
Allora, cosa bisogna fare col militellano? Pur sfruttando le loro capacità perché sono bravissimi, nell’aggredire, nel lavorare, è grande la loro applicazione, e poi, soprattutto, sono argentini nella testa, non perdono, non mollano, e questo mi piace, mi piacciono i militellani, ma quando Urso (foto sopra) mi ha detto: “Mi è scivolata la palla” cosa potevo rispondere? Scivola in panchina! Lui fa ridere il pubblico, io lo faccio riposare.
Scherzi a parte, con me Antonino ha fatto bene le giovanili, buona la sua esperienza in LegaDue.  Ha sofferto molto qualche anno fa, giocava con me a Cefalù ed avevamo l’obbiettivo di vincere il campionato. Era il suo primo anno con un incarico importante da senior, fra l’altro col cinque di quintetto che si era fatto male e non poteva giocare più, quindi aveva minuti importanti per le mani. Ha sofferto molto i primi tre mesi, siamo arrivati anche alla pena corporale, chiaro e tondo, nel senso che “ci nni ‘mpiccicai dui”, in un paio di partite “scippò ddu tumpulate” – devo scriverlo? – si certo, te lo può confermare – Urso conferma – Gliel’ho date forti, fino a quando ha capito cosa volevo. Non ho pregiudizi, non penso che un mio giocatore è stupido, scecco, pecora, solo non voglio che si comporti da stupido, scecco, pecora, e pur di convincerlo sono capace di dargliele – Antonino dice che sei autorizzato –

Nella fase finale della gara gli avversari avevano mollato un po’, però ho notato che Urso, stanco, gioca meglio. Facciamolo incominciare il sabato così la domenica è pronto

Il problema è quando riflette sulle cose che dovrebbe fare naturalmente. Lui è al secondo stadio, è diventato veramente un mio giocatore. Quando pensa troppo diventa nervoso, troppo applicato, specie nelle prime due, tre giornate di campionato, adesso fa ciò che deve automaticamente. Più è stanco, meno riflette, meglio fa ciò che deve, perché ormai ce l’ha nel suo bagaglio.

Un difetto di Antonino Urso è che ha bisogno del palleggio, forse per l’equilibrio, anche in situazioni in cui andrebbe assolutamente evitato

Sa di essere importante per i suoi compagni, che ancora non sono pronti per fare le cose della nostra pallacanestro, quindi il suo modo di fare è quello di chi vuole aiutare, va fuori dal playmaker a palleggiare per lui, a bloccare per lui, va fuori a fare la difesa che il playmaker non fa, quindi è comunque un modo positivo di gestire le cose della sua squadra, sta diventando il compagno grande, se fa un errore è perché vuole risolvere i problemi di tutti, non è un errore per cattiva gestione delle cose, sta diventando capo clan, uno dei punti di riferimento della squadra, è pronto istintivamente a dare man forte al compagno in difficoltà.

Carlos Gallo, è uno spettacolo vederlo giocare a play, generoso, uno contro uno, presente ovunque in campo, qualche sbavatura in difesa

Senza Marcelo Allende in campo sono saltate le opportunità utili a far riposare gli elementi importanti del contesto. Marcelo, carico di falli, è stato sostituito da Giuseppe Sindoni che ha fatto un po’ di cose carine all’inizio, poi a metà del suo impiego ha avuto alcune defaiances, palle perse in palleggio, col suo solito difetto di buttarsi su una linea, a sinistra, insomma alla fine ho dovuto ridurre la sua rotazione difensiva, lo sai, ogni volta che prendo dieci punti, lo faccio riposare un paio di minuti, l’ho dovuto far rientrare senza una rotazione di riposo.
Carlos Gallo (foto) è nato playmaker, nato leader, nato gestore – parli di ruolo o come capacità, come testa pensante – come personalità. E’ un grande palleggiatore, un buon passatore, non è un tiratore da tre punti quindi un palleggiatore predisposto al passaggio, anche se più di tipo spettacolare che produttivo, Carlos in questa categoria è illegale – si, è illegale – Ne approfitto, gli faccio fare cose anche di costruzione. Carlos fondamentalmente è un grande esterno in tutti i ruoli, Uno-Tre facile, è un Quattro tattico, infine, poiché è alto 1,95, se trovo un Cinque scemo, lo faccio giocare anche Cinque.

Su Juan Paronetto che mi dici?

E’ una forza della natura – stasera era determinatissimo – è una forza della natura, sia fisicamente che a livello d’applicazione. Credevo potesse essere lui il problema stasera – invece è stato Marcelo il problema – invece ha intuito subito qual’era il giusto metro, soprattutto in difesa. Gli mancano ancora tante cose, il loro lungo ci ha fatto canestro quando eravamo a uomo, è più libero che difensore del suo attaccante, più centro-boa che interno aggressivo, ha una soluzione offensiva che a me non piace tanto, viste le sue qualità, quel giro e tiro da quattro metri e mezzo – e lo fa velocemente – sì, è un tiro molto difficile, lui è abituato a giocare contro gli americani, il suo modo di giocare è quello che si applica contro giocatori più alti e grossi di lui. Gli devo far capire che in questa categoria i difensori sono la metà fisicamente, che basta mettere “un pique, un otro pique, y otro pique mas”, cioè un palleggio, un altro palleggio ed un altro palleggio ancora, arrivare ad un centimetro dal canestro e segnare in gancio, molto più semplice rispetto a quello che fa. Quando capirà che deve semplificare il suo gioco, soprattutto in attacco, sarà un altro illegale in questa categoria.

C’è qualche altro giocatore di cui vuoi parlare?

Sai chi mi è piaciuto stasera per applicazione, gestione delle cose della squadra? Gino Machì. (foto)
Ha avuto per ben due settimane la febbre a 38, è rimasto a casa solo due giorni, sempre presente agli allenamenti, stasera era stravolto, non ce la faceva fisicamente.
Gino Machì è quello che, oltre a far bene le cose da giocatore, fa bene il compagno di squadra, ci porta fuori, passa a prendere i compagni – nelle situazioni di pressing se l’è cavata – intelligente, fa bene le cose in campo nonostante sia un Quattro/Cinque di 1,76 per 70 Kg, pensa tu, vuol dire che esegue molto bene le cose che programmiamo, attento, pratico in partita, bravissimo per questo ma soprattutto perché è “un grande” nella gestione del gruppo, fuori dal campo – lo abbiamo definito “vecchio che fa gruppo” – Vecchio che fa veramente gruppo e mi piace parlarne.

Altri nomi?

Il Presidente – Gianni Caldiero – E’ un momento molto difficile, sono finiti i primi soldi, quelli della dirigenza, ci stiamo impegnando per concretizzare le promesse ricevute, da qui a Natale è dura. – stasera però c’era un palazzetto pieno, la presenza può essere maggiore, ma era un bel pubblico, giovane, allegro – c’era molta gente che incomincia ad avvicinarsi al basket, paradossalmente troppo giovane, i vecchi non c’erano. Il problema è sempre lo stesso, quando si parla di soldi, vuoi per la crisi, vuoi perché ci piace tanto lavorare bene e gratis, insomma, è veramente difficile poi, rimborsare la gente che gioca ad un altro livello. Un plauso va al Presidente che, credimi, si “lava la faccia”, si umilia a girare per reperire risorse. Ci vorrebbe una didascalia accanto alla sua foto per spiegare quanto sta facendo per questa squadra. C’era stasera 700, 800 persone al campo? – credo proprio di sì, abbiamo fotografato – 800 persone che sono venute a divertirsi, se ognuna di queste facesse un minimo, avremmo risolto i problemi di tre campionati. Basterebbe che ad una nostra umile richiesta d’aiuto si elargisse con più facilità, evitando così che la gente perda la faccia per recuperare risorse.

Foto sopra Gianni Caldiero il Presidente Buono

 

Qualche giocatore del Cus che ti ha colpito?

Giuseppe Provenzano, Francesco Mannino, tiratore eccellente, ottimi i playmaker, un buon quintetto di grande applicazione, magari eccessiva la gestione del tiro da fuori e non hanno sfrutto il lungo. Buona squadra, sfortunata per aver incontrato subito formazioni forti, ben costruite. Sono certo che faranno molto bene nel proseguo del campionato.

Prossima partita?

Ecco! Licata e Racalmuto entrambe fuori casa, super corazzate. – ti togli il pensiero – Possiedono dieci giocatori, proprio dieci. Nel Racalmuto, la prossima gara, conosco un paio di giocatori per averli allenati, Salvo Muratore ed Andrea Sanicola, trentanovenne pivot di Caltanissetta che ha fatto benissimo in C2, C1, B2, Paride Giusti, giocatori di un altro livello, ed in più quattro argentini ed uno slavo. Due partire bellissime, speriamo di riuscire a competere con loro, ma hanno investito almeno quattro volte più di noi, forse più, quindi saranno situazioni molto difficili. Entrambe hanno preso una batosta perdendo la sufficienza nella gestione del campionato, quindi saranno agguerriti, ben preparati, sarà durissima.
Cercheremo di programmare bene le nostre cose, magari un pizzico di fortuna e.. “cu u Signuri ‘na manna bona!”

Tabellini

S.Agata Basket:

Florio 5, Conforto 0, Urso 18, Machì 0, Strati 10, Allende 1, Buscemi 0, Sindoni 3, Galipò 0, Gallo 24, Paronetto 18

All. Fiasconaro

Cus Palermo:

Leone P. 7, Lo Conte 0, Leone F. 0, Crocivera 0, Provenzano 4, Brandaleone 11, Vullo 2, Mazza 1, Di Chiara 0, Mannino 17, Liga 0, Casella 2

All. Marsala

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