BEBO FERRA & DINO RUBINO – Emozioni jazz al “Monk”
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BEBO FERRA & DINO RUBINO – Emozioni jazz al “Monk”

– di Corrado Speziale –

 

Il rinomato jazz club catanese ha ospitato il duo formato dal chitarrista sardo e dal pianista biancavillese, entrambi molto apprezzati nell’ambito del jazz internazionale. E’ stato un grande concerto, dalla scaletta originale e variegata, che ha spaziato dalla tradizione jazz alla musica contemporanea.

Emozionante e di rara intensità la riproposizione del tema principale della colonna sonora di “Gran Torino”, la cui versione originale nel film è cantata dall’attore regista Clint Eastwood assieme a Jamie Cullum. Lo stile raffinato, l’energia e la tecnica dei due jazzisti hanno caratterizzato la serata, accompagnata dal calore e dalla loro capacità d’improvvisazione. In considerazione della meravigliosa tournée teatrale di “Tempo di Chet”, a fianco di Paolo Fresu, non poteva mancare da parte di Dino Rubino una gran versione di “My Funny Valentine”, con assolo finale di Bebo Ferra. La stagione al “Monk” proseguirà con altri appuntamenti jazz d’eccellenza.

 

Bebo Ferra e Dino Rubino, il primo affermato chitarrista tra i migliori del panorama jazz nazionale e internazionale; il secondo pianista e trombettista, con netta prevalenza, in questa fase, del primo strumento, con cui si sta affermando tra i migliori jazzisti del momento. Il primo sardo, di Cagliari, che vive a Milano; il secondo siciliano, di Biancavilla, con trascorsi importanti a Parigi. Due grandi musicisti che vantano collaborazioni con importanti artisti, oltre, naturalmente a farsi apprezzare con produzioni proprie. Li accomuna e li lega il rapporto umano e artistico con una persona, un musicista speciale: Paolo Fresu. Bebo Ferra è da sempre il chitarrista del Devil Quartet, uno dei gruppi storici, tra i più longevi del trombettista sardo, composto anche da Paolino Dalla Porta e Stefano Bagnoli.

Sono tanti i grandi maestri cui si è ispirato, cogliendone la tecnica e lo spirito, la propensione alla ricerca e l’apertura verso le contaminazioni. A margine dell’esibizione al “Monk”, abbiamo rivissuto il momento dei “Devil” a Messina, nel 2014, in cui Ralph Towner, presente in platea, alla fine del concerto andò a complimentarsi con lui per l’arrangiamento di “Satisfaction”, brano tratto dall’album “Desertico”. Davvero una soddisfazione!

Dino Rubino, dal canto suo, appartiene finanche alla “famiglia” della Tŭk music, casa discografica di Fresu, alla quale il musicista siciliano ha affidato i suoi ultimi quattro album: “Zenzi” “Kairòs”, “Roaming Heart” (coprodotto con la casa francese Bonsai Music) e “Where is the Happiness?”. In ultimo, sempre per la Tŭk, l’album abbinato alla tournée del trio guidato da Paolo Fresu, con Dino Rubino e Marco Bardoscia: “Tempo di Chet. La Versione di Chet Baker”, splendida produzione teatrale dedicata al mitico trombettista americano, per la regia di Leo Muscato, protagonista l’attore Alessandro Averone, andata in scena con grande successo di pubblico questo inverno in ben 29 teatri del Nord Italia.

Così, se Dino Rubino da giovanissimo rimase incantato da Tom Harrell, tanto da preferire a quel tempo la tromba al pianoforte, dopo periodi di alternanza tra i due strumenti, l’incontro anni dopo con Paolo Fresu e la scelta di esprimersi benissimo anche in piano solo, lo hanno ricondotto a soffermarsi sul primo strumento: così Fresu e Rubino suonano insieme e realizzano uno dei progetti del trombettista sardo. E a partire da lui, gli altri.

Bebo Ferra, chitarra e Dino Rubino, pianoforte. Il concerto al “Monk”. Il jazz club, sito nel cuore antico della città, è particolarmente piacevole e accogliente, gestito da addetti ai lavori ospitali e competenti, frequentato da veri appassionati: il jazz viene colto nella sua pienezza, raccontato, vissuto a fianco degli artisti. Le parole di Bebo Ferra: “E’ un piacere suonare con Dino, questo posto è meraviglioso, Catania è bellissima!”

“How deep is the ocean?”, firmato Irving Berlin, è stato il primo brano proposto. Ben articolato e ritmato, dopo l’inizio profondo di Rubino, penetra tanto nella tradizione quanto nell’improvvisazione, con ritorni sul tema.

Particolarmente avvolgente e sentimentale, dall’incedere dolcemente latino-americano, “Adele”, di Bebo Ferra, brano dedicato dal chitarrista alla sorella: “Una melodia che sale come l’amore nei suoi confronti…”.

“Touch her soft lips and part” di William Walton, brano sinfonico, suite nata con l’orchestra, colonna sonora del film “Enrico V”, col tempo aveva appassionato anche jazzisti intraprendenti come Peter Erskine e Charlie Haden. Quest’ultimo ne fece una ballad meravigliosa. Su questa scia, l’eccellente riproposizione Rubino – Ferra con passaggi profondi, cristallini, davvero notevoli.

Senza pausa: “Abide with me”, di William Henry Monk, è un canto religioso la cui coralità, d’incanto, viene ridotta in chitarra e piano: atmosfera e semplicità. 

Dopodiché break con un pezzo fusion arguto nell’improvvisazione in cui si nota grande tecnica e affiatamento.

In sequenza, altro “Monk”: con “We see” del più famoso Thelonious, ritmo, virtuosismo, tecnica e velocità con rientri puntuali sul tema. Applausi.

Raro, se non improbabile, aver ascoltato in serate simili il tema della colonna sonora di “Gran Torino”. Nella versione originale del film, il brano è cantato dall’attore regista Clint Eastwood assieme a Jamie Cullum. Ferra e Rubino si accompagnano e si scambiano la parte consegnando alla platea un brano sensazionale, di rara intensità. Un’esplorazione musicale densa di sentimento. Da ricordare.

In considerazione della meravigliosa tournée teatrale di “Tempo di Chet”, dalle mani calde di Dino Rubino non poteva mancare una gran versione di “My Funny Valentine”, che ha avuto giusto in Chet Baker il suo interprete più importante. La versione cui il duo si ispira, piano e chitarra jazz, è quella di Bill Evans e Jim Hall in Undercurrent. L’assolo finale di Bebo Ferra è la piacevole novità. Ad ascoltare e applaudire il duo in platea c’era uno dei protagonisti, dietro le quinte, di “Tempo di Chet”, il press agent di Paolo Fresu, nonché direttore di palco e di produzione, Luca Devito.

E se domani”, passato dalla voce di Mina alle note di Dino Rubino e Bebo Ferra, è stato riadattato in chiave jazz in maniera eccellente. L’atmosfera, al “Monk”, ha così vissuto il suo momento apicale.

Il Canto dell’addio”, tanto caro a Dino Rubino in virtù dei suoi trascorsi da boy-scout, ha chiuso la serata. “Ma non sarà un addio, bensì un arrivederci”, ha tenuto a precisare il pianista, rivolgendosi a chi si fosse giustamente preoccupato…

La stagione al “Monk” di Catania proseguirà con altri importanti appuntamenti: il 24 marzo, fuori dal cartellone, si esibirà Roberto Gatto (con Dino Rubino, Nello Toscano, Giuseppe Asero); il 30 e 31 marzo Enrico Rava (con Dino Rubino, Nello Toscano, Giuseppe Asero e Mimmo Cafiero) ; il 5 e 6 aprile Pietro Tonolo (con Dino Rubino e Nello Toscano); il 26 e 27 aprile Sandro Zerafra e Joni Zelnik (con Dino Rubino, Rino Cirinnà e Paolo Vicari); il 16 maggio Dado Moroni (piano solo e friends); il 31 maggio Piero Delle Monache (con Dino Rubino, Nello Toscano, Giuseppe Asero).

16 Marzo 2019

Autore:

redazione


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