BENI CULTURALI – Se ne parla al Rotary Club di Messina con la professoressa Marta Tigano
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BENI CULTURALI – Se ne parla al Rotary Club di Messina con la professoressa Marta Tigano

RELATRICE DEL CONVEGNO LA PROF.SSA MARTA TIGANO, ORDINARIO DI DIRITTO CANONICO UNIME

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Si è svolta una conferenza organizzata dal Rotary Club Messina nei saloni del Royal Palace Hotel, relatrice la professoressa Marta Tigano, ordinario di Diritto Canonico al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina. che ha illustrato un argomento di particolare interesse e attualità: quello dei beni culturali religiosi esaminati sotto la duplice lente di ingrandimento del carattere strumentale di tali beni rispetto alla soddisfazione degli interessi primari dell’uomo, da una parte, e delle utilità economiche  che direttamente o indirettamente si possono ricavare dai beni culturali stessi, dall’altra.

L’obiettivo dell’indagine condotta dalla professoressa Tigano è stato quello di verificare se il rapporto tra economia e beni culturali sia applicabile anche a quelli considerati di interesse religioso. Un dialogo tra cultura intesa come conoscenza di specifiche realtà e mezzo di elevazione dello spirito e gestione in chiave economica dei beni culturali di interesse religioso: realtà, quest’ultima, che può trovare posto negli spazi interstiziali dei beni religiosamente connotati che non siano di uso strettamente liturgico, rituale o «cultuale».

Facendo riferimento anche ai beni sopravvissuti e non alle odissee rappresentate dai devastanti eventi susseguitesi in appena due secoli, la professoressa Tigano ha preliminarmente eseguito una verifica sull’esistenza di tratti comuni fra le categorie dei beni culturali, sufficienti a giustificare una loro considerazione unitaria in relazione alla possibilità astratta di “globalizzare” i metodi di gestione. Ciò, infatti, non può non trovare il suo fondamento e la sua giustificazione nella coincidenza di quei valori in relazione ai quali, nei due rispettivi ordinamenti, quello dello Stato e quello della Chiesa, viene operata la qualificazione dei beni come beni culturali.

Dopo un excursus storico della disciplina statale in materia di beni culturali e del significato che tale espressione ha assunto anche grazie alla riforma del Titolo V della Costituzione, la professoressa Tigano si è soffermata, in particolare, sul significato che la nozione di “bene culturale di interesse religioso” ha assunto nel diritto canonico, tentando di metterne a fuoco l’essenza.  Dalla relazione è emerso che “il significato culturale di un bene, per la Chiesa, non è dato soltanto dai valori artistici o di testimonianza storica che esso esprime – ha sottolineato la Tigano – ma si alimenta anche dei valori più propriamente religiosi, derivanti dal fatto che il bene stesso si colloca in una continuità d’uso risalente nel tempo, divenendo così un insostituibile «documento» della fede di una popolazione”.

 

Vittorio Tumeo

 

 

6 Novembre 2018

Autore:

redazione


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