Domenica 18 Giugno 2023 a Bagheria, Termini Imerese, Ficarra, Agira, Riesi
Ultimi appuntamenti di BCsicilia per la conclusione delle “Giornate Europee dell’Archeologia”. Domenica 18 Giugno 2023, sono previste cinque iniziative che si terranno a Bagheria, Termini Imerese, Ficarra, Agira, Riesi. Si inizia alle ore 9,30 alla scoperta dell’antica Solunto: visita guidata alla necropoli e alla città alta, mentre alla stessa ora a Termini Imerese si va sulle tracce di Terravecchia, l’antico quartiere di distrutto nel XVI sec. Alla ore 10 a Ficarra iniziativa “Nel regno di Thea: visita guidata alla Grotta San Teodoro di Acquedolci” e alle ore 10,30, ad Agira, inizia la visita guidata all’antico Quartiere arabo delle Rocche, infine a Riesi, alle ore 19,00, si presenta il libro “Gli Shekelesh e la rivoluzione dei Popoli del Mare” di Claudio D’Angelo.
“Abbiamo aderito con entusiasmo alle Giornate Europee dell’Archeologia – afferma il Presidente regionale di BCsicilia Alfonso Lo Cascio – tanto che su 23 appuntamenti che sono stati proposti nei tre giorni, in tutta l’isola, ben 15 erano targati BCsicilia. Riteniamo che si tratti ogni anno di una formidabile occasione per conoscere e valorizzare, anche fuori del nostro contesto nazionale, il patrimonio archeologico della Sicilia, una opportunità per mettere in luce la molteplicità e la diversità dell’eredità culturale che ci è stata tramandata, all’interno di una prestigiosa iniziativa di respiro europeo a cui aderiscono più di 30 paesi del vecchio continente”.
In dettaglio i cinque appuntamenti
Bagheria
Alla scoperta dell’antica Solunto: visita guidata alla necropoli e alla città alta
Domenica 18 Giugno 2023 – ore 9,30
Appuntamento: Via Consolare, 227 – Santa Flavia
Presentazione di Maria Giammarresi, Presidente BCsicilia sede di Bagheria. La visita è a cura dell’archeologa Antonia Imboccari.
Nel comune di Santa Flavia in provincia di Palermo a 235 mt dal mare, giacciono le rovine della sontuosa Solunto. Città punica ellenizzata, distrutta dai Siracusani e ricostruita sul monte intorno alla metà del sec. IV a. C., abitata dai romani e abbandonata intorno al II sec. d.C. In questa città tirrenica, dove si stanziarono ex mercenari militanti in Africa, Greci, Libici, Sanniti, e Tirreni, si congiungono culture eterogenee. Visitando la città è possibile verificare la confluenza delle differenti culture. Nella seconda metà dell’Ottocento, la costruzione della linea ferrata Palermo-Termini, portano in luce delle camere sepolcrali. Le tombe intagliate nel banco roccioso, sono a camera ipogeica con ambulacro di accesso o del tipo a cassa e a fossa rettangolare.
Termini Imerese
Sulle tracce di Terravecchia, l’antico quartiere di distrutto nel XVI sec.
Domenica 18 Giugno 2023 – ore 9,30
Appuntamento: Piazza Duomo – Termini Imerese
Presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia e di Francesco Marramaldo, Presidente di HimerAzione. La visita sarà guidata da Antonio Contino, Storico del Territorio.
Nel 1567, un evento meteorologico temporalesco ad elevata attività elettrica atmosferica provocò l’accensione ed esplosione della polveriera ubicata nel mastio del Castello di Termini Imerese, posto sulla vetta calcarea, danneggiando notevolmente le strutture. L’esplosione, per la ricaduta di materiale igneo incendiò il sottostante centro storico medievale, la cosiddetta Terravecchia (cioè la Città Vecchia, l’antico nucleo urbano ellenistico-romano e medievale murato). L’incendio fu di vaste proporzioni distruggendo interi quartieri ad elevata densità abitativa, dove dominavano materiali altamente combustibili, quali il legno e la paglia. La Terravecchia, che dava già segni di vetustà, divenne un settore urbano “fantasma”, non risorgendo mai più, nonostante varie ordinanze (1596-97, 1651) emesse allo scopo di riportarla «al pristino stato». Inoltre, soprattutto negli anni 70’ ed 80’ del Cinquecento, un ampio settore della Terravecchia fu incorporato nel perimetro castrense tramite una cinta di fortificazioni bastionate «alla moderna» e tale militarizzazione contribuì alla scomparsa definitiva dell’edificato superstite. Infine, gran parte del quartiere ubicato a mezza costa che estendeva sul sito dell’attuale Via Serpentina Paolo Balsamo fu particolarmente danneggiato e definitivamente distrutto, tanto che sino ad oggi appare spoglio di abitazioni. Oggi vi si osservano soprattutto le tracce dell’originario edificato romano come testimonia la presenza di strutture murarie, ad opus caementicium ed opus reticulatum.
Un affascinante viaggio alla riscoperta delle tracce archeologiche e documentarie relative all’antica Terravecchia di Termini Imerese ed alle vicissitudini storiche di questo antico settore urbano della città Splendidissima.
Ficarra
Nel regno di Thea: visita guidata alla Grotta San Teodoro di Acquedolci
Domenica 18 Giugno 2023 – ore 10,00
Presentazione di Cettina Giallombardo, Presidente BCsicilia sede di Ficarra e di Mauro Cappotto, Consiglio Direttivo BCsicilia sede di Ficarra. La visita è a cura dell’archeologa Sara Natoli.
La grotta di San Teodoro si apre a 140 metri sul livello del mare sulla parte rocciosa del pizzo Castellaro, propaggine settentrionale dell’imponente monte San Fratello, a circa 2 km dal centro abitato di Acquedolci, in provincia di Messina. Deve questo nome ai monaci Basiliani che intorno al mille si rifugiarono al suo interno, in fuga dall’oriente iconoclasta. La grotta, formatasi in seguito ad un fenomeno carsico verificatosi all’incirca otto-dieci milioni di anni fa, conserva una documentazione molto importante della storia della Sicilia, in termini di popolamenti di animali, ormai estinti, e di resti dell’uomo preistorico. La prima segnalazione della grotta di San Teodoro e dei depositi paleontologici e paleoetnologici ubicati al suo interno e sul talus ad essa antistante, si deve alla esplorazione del Barone Anca che nel 1859 eseguì un primo saggio di scavo. Egli notò che all’interno vi erano depositi del Paleolitico superiore e nell’ampio saggio che fece all’ingresso della grotta trovò un sedimento che conteneva resti di animali (elefante nano, iena, cervo, cinghiale, orso, asino). Indagini successive furono condotte da Vaufray, Graziosi e Maviglia. La grotta di San Teodoro fu abitata dall’uomo tra i 12.000 e gli 8.000 anni a.C. l’ultimo periodo del Paleolitico Superiore. La singolarità e l’importanza della grotta è data dal ritrovamento delle prime sepolture paleolitiche siciliane: sono cinque crani e due scheletri eccezionalmente completi che per primi hanno consentito una conoscenza approfondita degli antichi abitanti della Sicilia. La testimonianza più importante è data dal ritrovamento dei resti fossili di una donna di circa 30 anni, alta 164 cm alla quale è stato attribuito il nome di Thea (dal latino Theodora) per collegarlo a quello della grotta.
Agira
Visita guidata all’antico Quartiere arabo delle Rocche
Domenica 18 Giugno 2023 – ore 10,30
Appuntamento: Piazza Garibaldi – Agira
Lat. = 37.656998 Long. = 14.522581
Per informazioni: Tel. 388.9762474 – 320.8965645 – Email: segreteria@bcsicilia.it.
Presentazione Gaetana La Mela, Presidente Associazione “Il Girasole”.
Il quartiere di Agira, compreso all’incirca tra la via Diodorea e la via Raddusa, è caratterizzato da un tessuto urbanistico arabo, con la tipica articolazione delle strade nei tipi fondamentali: shàri (strada principale, pubblica), durub (strada secondaria, senza uscita ma con un notevole articolazione, semipubblica), azikka (vicolo cieco, privato, da esso si accede alle abitazioni di uno stesso ambito familiare). Il tessuto urbanistico che rispecchia un’organizzazione sociale legata al clan, alla famiglia estesa; un modo di organizzare la città basato sui «due pilastri dello stato, la vita familiare (munahahat) e la generalità delle cose che gli uomini hanno in comune (musàrakàt).
Riesi
Presentazione del libro “Gli Shekelesh e la rivoluzione dei Popoli del Mare” di Claudio D’Angelo
Domenica 18 Giugno 2023 – ore 19,00
Centro Polivalente Auditorium “F. Scroppo” Viale Don Bosco, 30 – Riesi
Saluti di Maria Catena Sanfilippo, Presidente BCsicilia sede di Riesi, introduce Santina Rosa Sanfilippo. Sarà presente l’autore.
Il libro è frutto di una ricerca molto dettagliata che ha impegnato D’Angelo in un lavoro d’équipe, con il glottologo prof. Enrico Caltagirone, il geo-archeologo prof. Francesco Torre, l’esperto di culture arcaiche Roberto Giacalone, la linguista ed antropologa Cecilia Marchese, il professore Dario Palermo Ordinario di Archeologia Classica presso le Università di Torino e di Catania. Ricordiamo anche Lia Savarino studiosa e collaboratrice di Claudio D’Angelo, nonché sua compagna di vita.
Gli Shekelesh, posti al centro della coalizione dei Popoli del Mare, spinti dalla crisi alimentare di una lunga carestia, per l’innalzamento delle temperature e la persistente siccità, decisero nel corso del 1200 a.C. di darsi alla pirateria per intercettare i rifornimenti granari che dall’Egitto percorrevano le rotte commerciali del Medio Oriente. Successivamente i Siculi, marinai-guerrieri-pirati, ritornarono stabilmente in Sicilia, intorno al 1000 a.C. e saranno contrapposti in Sicilia ai discendenti degli antichi Siculi (i Sicani). Sta il fatto che i Sicani si attestarono al centro della Sicilia, da Enna verso occidente, sulle alture ben difendibili. Ci rimangono le sepolture, i manufatti, la descrizione a posteriori di alcuni riti religiosi, quello verso la Dea Madre, storie agganciate al Mito come quella su Dedalo, Cocalo e Minosse, Orione, Scilla e Cariddi, alcuni luoghi di osservazione astronomica, e i toponimi. L’azione dei Popoli del Mare è stata una vera e propria rivoluzione. Un mondo era cambiato e Claudio D’Angelo in questo suo libro ne segue l’itinerario storico fin oggi conosciuto, aggiungendo intuizioni ed ipotesi interessanti.