L’8 gennaio 1993 Beppe Alfano veniva ucciso, e ancora oggi nessuna verità. Dopo le cerimonie pubbliche, i commenti, il dire intorno a lui, noi oggi lo ricordiamo così.
NEL RICORDO DI BEPPE ALFANO
L’8 gennaio 1993 Beppe Alfano veniva ucciso, e ancora oggi nessuna verità.
Sono tanti i buchi neri irrisolti di una vicenda piuttosto grottesca. Dalla verità ad oggi mai emersa, al mistero del sopralluogo delle forze dell’ordine la sera dell’omicidio, alle manomissioni del suo computer e tanto altro che ha lasciato sgomento e tanta delusione.
È bello pensare, però, che sia rimasto in tutti i siciliani lo spirito di Beppe Alfano, quell’animo dissidente di un polemista di professione, un giornalismo di inchiesta vero di chi lo ha nel sangue e ne ha fatto una scelta di vita. Fatto senza ambizioni personali, come dimostra la scelta della non iscrizione all’albo dei giornalisti. La dimostrazione di come dedizione, impegno e la forza di volontà in favore di quelle verità troppo spesso nascoste nella nostra terra, negli anni più brutti, non lo abbiano mai piegato malgrado tensioni e condizionamenti.
Un uomo prima di ogni cosa, persona libera che non nascondeva le proprie simpatie politiche ed il rigetto per un sistema spesso scoperchiato e sempre lottato. Una battaglia contro quelle abitudini mafiose divenute spesso e volentieri consuetudini nell’atteggiamento del popolo siciliano.
Da questo e per questo bisogna continuare la lotta di Beppe e tanti altri come lui, che presero di petto la questione e hanno consegnato una terra più libera. La sua sfida non è stata interrotta, lo hanno costretto a cambiare modo d’agire, oggi il suo operato continua con il nostro ricordo.
Beppe è presente come ventinove anni fa.
Andrea Celi
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