Lungomare di Capo d’Orlando. Ieri sera. Un pugno nello stomaco vedere la gigantografia di Enrico, sul palco che si andava via via riempendo di musicisti e strumenti. Poi sulle note del blues, che spesso malinconicamente sfociavo suI ritmi pìù suadenti del jazz .. si sciolgono le emozioni, la serata si riscalda, e il lancio delle “mongolfiere” a fine serata … un saluto speciale per lui, conclude una sera pensata, realizzata e dedicata a un grande amico.
Come poter dimenticare?
Enrico era non solo un manager dello spettacolo, un lavoratore, un compagno del buon vivere, dalla risata sincera ma anche un amico.
Uno di quei giovani che cresciuti velocemente, senza telefonini o tecnologia digitale, già agli inizi degli anni settanta, hanno condiviso con tanti passioni, valori, impegno politico, le partite di pallone, le biciclettate, le vacanze, la passione per le moto e sopratutto la musica.
Ad Enrico è stata dedicata la serata di ieri, quella voluta da Dino De Angelis e tenuta al Capoblanco, sul lungomare orlandino.
Sul palco Max Garrubba e la sua band e poi – sin dopo la mezzanotte – i Black Soul.
Buona musica, che ha, a volte in maniera discreta ha accompagnato discorsi, ricordi, sorrisi di chi ha colto l’occasione per ritrovarsi magari bevendo una buona birra.
Dino, mitico barman dei tanti locali che Enrico ha pensato e realizzato questa “festa ed è stato perfetto a far gli onori di casa.
Tra palco e tavoli tanti volti noti, c’era Massimo, Nino, Maria, Betty, Tanino, Enzo, Marilena, Eleonora, e poi ancora Marco – suoi figlio – e i suoiamici, Francesco e Antonella, insieme a Melania, Giuseppe, Pino, i “ragazzini” che lavorano al Movida, e poi al Doc, i “fratelli” del Cross Road, alcuni dj di quegli’anni, gli spiker di Radio Doc, e “Massimeddu”.
Si è stati bene insieme, ma non c’era allegria, ma condivisione.
Forse tra i tanti è mancato qualcuno, giustificatissimo, impegni di lavoro, altro da fare, le ferie finite – la serata slittata per il maltempo quella del 10 agosto ha fatto saltare qualche progetto – peccato per gli assenti.
Una lodevole iniziativa – riuscita – dedicata a uno dei tanti giovani che non arrendendosi all’età credeva fosse possibile cambiare in meglio il mondo, il modo di fare politica, anche certe mentalità. Che era dalla parte di chi forse ancora oggi pensa ci sia molto da fare per costruire un mondo più giusto.
Lui con quel suo sguardo intenso, quel sorriso che ti catturava da subito e quel particolare modo di camminare si sarebbe divertito ad ascoltare i gruppi di ieri sera, che dedicavano la loro musica a questo “blues brother” ideale, che voleva spazi da vivere, tutti insieme, accompagnati da proprio da questa musica – il blues – universale e che voleva zeppa di tolleranza…
Per chi non c’era… Dino già pensa alla prossima edizione, nell’estate del 2016. State in campana.
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