Non era mai successo in precedenza: il 21 settembre del 1989 per la prima volta una donna compiva la traversata a nuoto dalle Isole Eolie alla costa siciliana.
Sono trascorsi 30 anni da quando Cristina Scotto, la mattina del penultimo giorno d’estate, si tuffò in acqua da Punta Bandiera per toccare terra nel primo pomeriggio a Capo Calavà. In futuro ripeté la traversata altre due volte: nel 2005 e nel 2016. Ma in questo lasso di tempo a forza di bracciate, lottando contro onde e correnti, su distanze record per il nostro mare, ha coperto le rotte Vulcano – Capo d’Orlando, 1991; Salina – Capo d’Orlando, 1992; Lipari – Milazzo, 1994 e Vulcano – Milazzo, 2007. Sette “perle” in solitario incastonate dentro una carriera di nuoto di gran fondo iniziata con le gare del circuito nazionale nel 1987, effettuate sotto la guida dell’indimenticabile maestro Nino Musciumarra. Eolie, ma soprattutto Stretto di Messina. In 32 anni, Cristina Scotto, mamma e nonna messinese, funzionaria pubblica, oggi cinquantatreenne, ha effettuato la traversata tra Messina e la Calabria in forma “ufficiale” sei volte, più due doppie, nel 1988 in gara e nel 1997 in solitario. L’ultima singola, il 9 settembre scorso. Ma il dato ineguagliabile riguarda la somma delle traversate dello Stretto anche non ufficiali: Cristina Scotto ha percorso a nuoto almeno 40 volte il tratto di mare tra Torre Faro a Cannitello.
Sfogliando l’album dei ricordi, per chi ha fatto del nuoto in mare la passione di una vita, il 21 settembre del 1989 è una data che non passa inosservata. Esattamente trent’anni fa come oggi, Cristina Scotto compiva la sua prima traversata a nuoto in solitario: Vulcano – Capo Calavà, 22 chilometri, misurati giusto in linea retta, quando si sa che in mare aperto le distanze aumentano di molto. Il tempo della nuotata fu 8 h 01’ e 09’’. Adesso è fin troppo semplice sostenere che si sia trattato di un tempo alto. Allora, Cristina Scotto aveva da qualche mese preso lavoro da impiegata e quell’estate poté allenarsi pochissimo in mare. Niente ferie. Per gli allenamenti dovette accontentarsi di trascorrere dei pomeriggi facendo su e giù nella vasca da 25 metri dell’Hotel Europa, a Tremestieri. Piscina, neanche a dirlo, che da lì a qualche decennio si sarebbe trasformata in uno dei tanti brutti colossi di cemento, palazzoni che si affacciano sulla costa sud messinese.
Durante quegli ultimi giorni d’estate nel Tirreno imperversava vento di maestrale. La traversata dovette slittare di un paio di giorni. Comunicare con le Eolie, in questi casi, era un’impresa non meno difficoltosa di quella che Cristina avrebbe portato a compimento da lì a un paio di giorni. Non esistevano ancora i cellulari. Il marinaio, titolare dell’imbarcazione appoggio, che comunemente i nuotatori definiscono “barcaiolo”, era Vittorio Benito Cannuci di San Giorgio di Gioiosa Marea, persona esperta, schiva e rigorosa, consigliata e “referenziata” da Nino Fazio, amico di sempre e grande nuotatore: era stato lui a percorrere quella rotta per primo, nel 1987. Ed è suo, oggi, il record della traversata, stabilito nel 2006: 5 h 35’ 05’’.
Mattina del 21 settembre. Mamma Lucia cosparge di crema la figlia nuotatrice affinché si protegga dal freddo. La partenza di buon mattino, con lievi onde che andavano via via affievolendosi. Sulla motobarca “Serena”, guidata da Vittorio Cannuci, era presente, tra gli altri, Nino Musciumarra, maestro di tutti i nuotatori messinesi, uomo con grande carisma e temperamento, il quale non smetterà mai di incitare la “sua” creatura, in acqua per la prima volta su una distanza tanto impegnativa. Le regole sono ferree: né pinne né muta, chi nuota non può toccare la barca né ricevere alcun aiuto. Dalla barca, durante le soste, verranno forniti cibi e bevande da consumare rigorosamente in acqua. L’arrivo sulla costa, a Capo Calavà, avverrà su una spiaggia con pochi bagnanti, increduli di ciò che appariva ai loro occhi. Resterà indimenticabile la frase di una signora del nord Italia: “A nuoto dalle Eolie sino a qui? Poverina…!” Ma l’entusiasmo era alle stelle. Il tempo il cronometrista ufficiale avrebbe potuto fermarlo qualche giro di lancetta prima delle otto ore, se Cristina avesse toccato il costone roccioso. Ma si decise di farla arrivare in spiaggia, come una bagnante qualsiasi.
La Vulcano – Capo Calavà fu la traversata che aprì il “ciclo” tirrenico della nuotatrice. In seguito, Cristina ripeté quella rotta altre due volte: nel 2005, con un tempo record di 5 h 37’ e 2’’, primato assoluto che durò un anno, e nel 2016, con un tempo di 5 h, 49’ e 8’’. Prestazione straordinaria, vicina ai migliori tempi. Il record femminile, ovviamente, resta sempre suo, fermamente ancorato al responso cronometrico del 2005.
Ancora traversate tirreniche. Cristina Scotto, due anni dopo quella magica prima volta del 1989, il 18 agosto del 1991, nuotò da Vulcano a Capo d’Orlando: 33 Km in 11 h 37’ e 10’’.
Il 2 agosto dell’anno successivo ha migliorato sensibilmente la distanza: Salina – Capo d’Orlando, 45 Km in 14 h 27’ e 03’’.
Sul lungomare orlandino la nuotatrice, a sera inoltrata, venne accolta sotto i fari da una folla in tripudio, considerato che si tratta della distanza più lunga mai coperta da un nuotatore con partenza dalle Eolie e arrivo sulla costa siciliana.
Nel 1994 Cristina cambia rotta: il 30 agosto percorre Lipari – Milazzo, 34 Km in 13 h 00’ e 21’’.
Sullo stesso litorale, la nuotatrice riapprodò il 16 luglio 2007, con la Vulcano – Milazzo: 22,5 Km, diventati drammaticamente quasi 31. Le forti correnti la costrinsero fuori rotta, facendole prolungare il tempo di percorrenza fino a 9 h 56’ e 27’’. La traversata si tramutò in una forte delusione, compensata tuttavia dalla soddisfazione per aver superato un’incredibile prova di forza.
Tanta fatica, ma anche tante emozioni, in un “habitat” che a Cristina è congeniale: aver incrociato i delfini, ad esempio, lungo quelle rotte dove il mare raggiunge profondità anche di 1.400 metri. Oppure, la sensazione, per lunghi tratti del percorso, di ritrovarsi a contatto con le fànfane, pesci striati che in acqua seguono le ombre dei natanti.
A partire da quella fatidica mattina del 21 settembre 1989, con sette traversate dalle Eolie alla costa, Cristina ha così collezionato sette “perle” in solitario che custodisce dentro lo scrigno di una carriera di nuoto di gran fondo iniziata con le gare del circuito nazionale nel 1987.
Eolie, ma soprattutto Stretto di Messina. In 32 anni, Cristina Scotto, mamma e nonna messinese, funzionaria pubblica, oggi cinquantatreenne, ha effettuato la traversata singola tra Messina e la Calabria in forma “ufficiale” sei volte. Il miglior tempo: 40’ e 47’’ nel 2008. La più originale, l’8 marzo del 1998: unica donna italiana ad aver affrontato le fredde correnti tra Scilla e Cariddi, in pieno inverno. Oltre a queste, le doppie: in gara, nel mitico trofeo “Scilla e Cariddi”, 1998, e nel 1997, in solitario, quando ad attenderla sulla spiaggia di Fiumara Guardia c’era la piccola Chiara, sua secondogenita, di appena due anni.
Ma il dato ineguagliabile di Cristina Scotto riguarda la somma delle traversate dello Stretto, anche non ufficiali: saranno almeno 40 le volte in cui è passata a nuoto da Torre Faro a Cannitello o viceversa. Molteplici le occasioni in cui l’ha fatto per il solo piacere e l’emozione di abbracciare il mito di Scilla e Cariddi, sempre seguita da una barca, s’intende, senza tuttavia coinvolgere i cronometristi. Altrettanto numerose sono quelle in cui ha seguito e affiancato in acqua, da una sponda all’altra, chi aveva bisogno di “compagnia”.
L’ultima singola, il 9 settembre scorso. Questa è ufficiale: tempo, 47’ e 36’’, rispettabilissimo. In barca, due “con lo Stretto nel cuore”: Giovanni Arena e Nino Fazio. Il primo, “Caronte”, di fatto, per eccellenza, che vive nello Stretto più che a casa propria. Il secondo, neanche a dirlo, è colui che ha raccolto la più importante eredità che un nuotatore messinese, esperto di traversate, possa desiderare: quella del grande Nino Musciumarra. Adesso, se Messina può mantenere viva la passione e la tradizione delle traversate a nuoto, è merito delle persone di cui stiamo parlando. Sul sito www.baiadigrotta.it, tutte le informazioni a riguardo.
Trent’anni di bracciate tra Stretto di Messina e Mar Tirreno: nuoto, mare, fatica ed emozioni. Cristina Scotto, sul sito, lancia in mare il suo pensiero: “Si tratta di esperienze che hanno lasciato dentro me segni indelebili oltre alla certezza, e non è retorica, che se la mente vuole il corpo arriva a qualunque traguardo”.