Siamo nel 1957, lo scatto è di Giuseppe Pidonti.
Loro guardavano affascinati l’obiettivo, accalcati sul taxi di Paolino Marino, posteggiato in quello che sarà il “centro” di Brolo.
Andavano a scuola, pensavano al futuro, ad andar via…
Avranno tempo da adulti di ritornar a pensare a quei luoghi, come il figlio del capostazione Trio, forse a soffrirne la mancanza, fare scelte e polemizzare ancora su ogni cosa, come una volta.
I sogni, gli amori, i ricordi, rivedendo quei volti. oggi poco più che settantenni. sono reali.
Non il lavoro in ufficio come lo zio o il padre, men che mai nei magazzini di limoni, ma la voglia di andare all‘università, di contribuire nell’Italia che cambiava, che correva verso i suoi splendidi anni sessanta, mentre al bar della Marina, da donna Tindara, il grande manifesto illustrava il nuovo piano regolatore del paese.
Tra di loro una ragazza, Amalia, segno di una nuova emancipazione, che stava per giungere sotto la torre …
Una generazione di allora giovani brolesi, senza il vestito della festa, ritratti in quel quotidiano fatto dell’andata a scuola tra Padre Alfano e il preside Prestipino, a Patti, – qualcuno stava stabilmente lì d’inverno, tra appartamenti e convitto – sognando l’università.
Volti diversi da quelli già visti in un altra foto, altra generazione.
Anche loro oggetto di un nostro articolo, sempre Peppe Pidonti li aveva fotografati in un esterno di via Trieste, ed erano ugualmente sorridenti davanti all’obiettivo.
Loro erano Saro Gentile, Piero Napoli, Pippo Gumina, Pippo Giuffrè, Peppinello Garofalo ed ancora Vincenzino Gumina, Natale Mollica, Enrico Gumina – il terzo figlio di donna Cona – e Duccio Lenzo, futuro architetto che studiava a Palermo. Già andavano all’università, si beavano dello loro guasconate e dell’essere compagnoni
Questi di ora sono più giovani, di qualche anno.
Altra generazione, altre estrazioni sociali.
Il paese cambiava.
Per loro il dopoguerra era abbastanza distante.
Non aveano visto piangere i morti, gli abbandoni di chi partiva per il fronte.
L’essere sfollati a Lacco o a Jannello era stato un gioco, ora, mentre correva l’anno 1957, loro parlavo anche di calcio mentre si giocava per l’ammissione ai campionati del mondo di calcio dell’anno seguente in Svezia, vinti poi dal Brasile guidato da un Pelè appena diciassettenne.
Davanti a loro, come davanti a milioni di italiani, c’erano le praterie vergini di un mondo sconosciuto chiamato “benessere”, il lavoro, gli amori e poi la famiglia e per alcuni il successo.
Avrebbero ricordato, dopo qualche anno, le tragedie della vita, raccontante a tavola, come di chi era morto nella strage del Vajont, al primo incarico d’insegnamento.
Appunto Vincenzo Gumina, giovane professore, alla prima nomina, alla ricerca di una cattedra che qui non c’era, nè a Brolo nè nelle altre scuole isolane.
Di qualche incidente, dita tranciate, schiene spezzate, nei magazzini di limoni; della polmonite che diventava tisi e portava via qualche ragazzina più debole cher era stata a scuola dalla Fiumanò; e poi della malaria che ancora faceva sentire i suoi effetti visto che per andare alla stazione si passava tra le stalle e negli acquitrini della via Libertà, e delle valige fatte con il nodo in gola di chi doveva emigrare in Francia, in Belgio, a Milano, tra Gallarate e Vigevano, lungo le catene di montaggio della Fiat di Torino.
E nulla era così esotico dei nomi dei treni che li portavano via, Settebello, Treno del Sole, Freccia del Sud.
Sono l’immagine di una Brolo diversa, che scopriva la raccomandazione per andare a lavorare alla Regione, oppure in corsia al Piemonte, di chi voleva ed aveva la voglia di far politica, ma eravamo lontani dall’aria del ’68 anche se alcuni fortemente attratti, e di che aver un grammofono – e questo faceva la differenza – perchè allora era – cosa fatta – già Festa.
I lenti, il twist, i primi baci.
Era il tempo dei semifreddi del bar “Savoia” da Donna Rosa, dalla partita al bigliardo nella grande sala della via Libertà, dove ora c’è la Farmacia, vicino a Capitti, il pasticcerie che aveva da poco lasciato il magazzino-laboratorio posto dietro il negozio di Arturo Caranna, con a fianco alla rivedita di fiori di Giovanni Vitale.
Era il tempo che le poche tv, in famiglia, trasmettevano i varia Lascia e Raddoppia, il Muschiere, i primi varietà televisivi e la tv dei Ragazzi, condivisa con gli amici del quartiere si riempiva di personaggi come Scaramacai, e l’alfabetizzazione di tanti passava attraverso le elezioni di Alberto Manzi. Il primo maestro globale.
Erano anni quando tutto doveva essere inventato o reinventato.
Chi ha vissuto quegli anni, – come scrisse Vittorio Zucconi, pensiero esasperato ma per certi versi condivisibile– e ne ha goduto a volte immeritatamente o casualmente, i benefici trasformati in garanzie, statuti, diritti, assistenza, scatti di anzianità, posti sicuri, sa – o teme – di avere tradito la fatica immensa fatta dalla generazione precedente e di presentarsi alla generazione dei propri figli con le mani vuote, piene soltanto di parole, di rimpianti, di pensioni che servono spesso soltanto a mantenere chi da solo non riesce a farlo.
Erano altri tempi, fra non molto si sarebbe coltivato il sogno della “cinquecento”, del mangiadischi, mentre il titolo mondiale piloti andava per la quinta volta al campione argentino Juan Manuel Fangio, e le sigarette di Ugo, quelle nelle cartine, avevano un sapore indimenticabile.
I ragazzi della foto:
Enzo Trio, Cono Barnà, Salvatore Scaffidi, il figlio di donna Rosa, Pippo Irato, Rino Lenzo, Renato Branà, Natale Calderaro, Tindaro Pidonti, Amalia Condipodero, al centro Paolino Marino
Altro su storie e note di Brolo, brolitani e brolesi: Scomunicando ne ha fatto una rubrica. Ecco alcuni titoli da ricercare nell’archivio del nostro giornale.
Ritratti di Brolesi – Il paese che cambiava, era il 1957
BROLESI IN “EQUILBRIO”- CONO BARNÀ E NATALE CALDERARO, INSIEME , IN CIMA AL GOTHA DEL MONDO SCIENTIFICO MONDIALE
Brolo – Tutti meno uno
Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”
Antonio Agnello – La morte di un imprenditore brolese
Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –
STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare
SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)
BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco
BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
BROLESI – Tra ironia e amarcord
Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
Brolesi – Morire per un lavoro.
BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
Brolesi – La buona pesca
Brolesi – La Bidella
Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli
BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
BROLESI – E loro andavano all’Università
BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
BROLESI – “Reverendi”
Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
Brolesi – “Peppinello”
Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
Assenze – Ciao Giovanni.
Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
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BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”
Brolesi – Si “allunga” la via dedicata a Don Carmelo Pizzino
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Contrasti – Quieto, irrequieto, inquieto, a Brolo “‘u Ploratu” mostra la sua suggestiva bellezza
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