Chi è stato giovani un tempo, oggi abbondantemente oltre la mezza età, non può non ricordare dei giovanissimi preti in transito, venuti a Brolo, per fare esperienza, e che passavano il tempo tra i primi cineforum in parrocchia e le partite di pallone nella piazzetta o avventurandosi nei campi-scuola di Castell’Umberto.
Ed ancora Don Giuseppe Cavallaro oggi arciprete a Ficarra, che ogni volta che passa da Brolo è una festa per tutti.
Tutti poco più che ragazzi con la tonaca, vogliosi di fare, come don “Ciccio”, che vivevano in canonica e dovevano confrontarsi con don Nino Lo Presti, interista, buon latinista, rigido quanto basta, giudicante in affari di fede, meno a tavola, e sempre sorridente al circolo dove passava ore, sempre nei locali dell’”Artiginato”, diventato poi “Aurora”, con don Lillo, a veder gli altri giocare a tresette.
Ma Brolo, come tanti altri paesi, vede la storia del suo quotidiano scorrere con le vicende della Chiesa; ne vede abbattere la seconda torre campanaria, e nel 1918 assiste al crollo anche dell’ala destra della Chiesa Madre.
E vede passare preti a padri missionari, quelli che andavano in africa, e cercavano fondi per combattere il colera la lebbra; quelli che venivano per la Pasqua, quei monaci che intimorivano con la loro barba, ma lasciano a tutti la fede con le aperture del cuore, regalando anche “rosari” fatti di petali e legni odorosi.
Una storia che solo qualche decennio fa vide il paese raccolto – tutto in chiesa -, erano gli anni 90, per veder prendere i voti Fra’ Felice, prima all’anagrafe semplicemente Totò, insieme ad altri cinque “fratelli” dell’ordine dei francescani scalzi.
Vincenzo Gembillo, era di Piraino, ed a lui venne “affidato il culto di questa Madre Chiesa e vi ha provveduto con soddisfazione di questa cittadinanza”.
Quando questo, dopo aver “ringraziato questa popolazione e la sua rappresentanza per la lusinghiera dimostrazione di affetto che ha voluto dargli è costretto, per ragioni familiari , ad insistere nella sua rinuncia” venne sostituito dal Reverendo Corrado Melia che proveniva da Reitano, poi ancora da don Luigi Musarra di San Salvatore di Fitalia..
Passaggi rapidi.
MSM
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