L’amministrazione accoglie l’istanza del figlio Nunzio e rettifica la delibera del 2013. Ora la via ingloba anche un tratto di via Papa Giovanni Paolo II^, quella che transita di fronte l’abitazione originaria di Don Carmelo, reduce di guerra, grande mutilato, e primo telefonista di Brolo.
Quasi un punto d’orgoglio. Una battaglia condotta sul ragionamento, sulla voglia da figlio di onore il padre.
Così Nunzio Pizzino, fotografo e artista brolese, che da giovane ha indossato anche la divisa dei vigili urbani, dopo aver prima raccolto per anni firme e attestazioni, smosso mari e monti, per veder intitolare una strada alla memoria del padre, mutilato di guerra e primo centralinista del paese – quando ancora il telefono era un’apparecchia “strana” e la teleselezione non esisteva – con tre giorni di ritardo ha avuto il suo regalo di Natale più bello.
Infatti dopo che nel 2013 l’amministrazione comunale aveva intitolato, con proprio atto deliberativo, la strada a suo padre (in quell’atto anche la designazione di strada a Antonino Monastra, anche lui brolese recentemente scomparso e a tre presidenti della Repubblica Antonio Segni, Giovanni Leone e Sandro Pertini), lui c’era rimasto male.
Infatti quell’atto, per lui era incompleto, non bastava.
La strada ora intestata a Carmelo Pizzino, per una svista tecnica, non passava davanti casa. Si fermava poco prima.
Infatti correva tra la via Sandro Pertini e la via Papa Giovanni Paolo II^, nel quartiere Ferrara, ma era quella che il padre di Nunzio, faticosamente, sulle stampelle, percorreva, tutte le mattine, anche nelle feste comandate, per andare al lavoro.
Così Nunzio chiede immediatamente la revisione dell’atto, proprio per includere quel tratto di via mancante.
L’amministrazione comunale ora diretta da Irene Ricciardello con proprio atto ha provveduto, condividendo la richiesta del Pizzino, di definire la questione.
L’atto di GM 284\2015 sancisce questa nuovo stralcio della toponomastica cittadina.
Ora si sono anche avviate le pratiche per l’aggiornamento dello stradario comunale, per l’acquisto e la posa della nuova segnaletica, la rideterminazione degli stati di famiglia e di residenza e si stanno predisponendo gli atti da trasmettere alla Prefettura e alla Sopraintendenza ai BB.CC di Messina per i provvedimenti di consegnueza.
su Don Carmelo, nel 2014, avevamo scritto:
BROLESI – DON CARMELO, IL “PRIMO” TELEFONISTA
Era don Carmelo Pizzino, grande invalido della seconda guerra mondiale.
Lui aveva perso la gamba mentre difendeva la città di Alcamo, sotto i bombardamento americani del ’45.
Per questo gli avevano dato un posto “privilegiato” al Comune… faceva il telefonista.
Di fatto lavorava da quando era arrivato il telefono.
Prima aveva solo quattro “linea” per poi arrivare ad oltre cento.
Lavorava in una piccola stanzetta, nel “ghetto” dell’ex Macello, in piazza Macello, proprio a ridosso della piazzetta Mirenda.
Un luogo dove poi ci tornò, ma dall’altro lato della piazza, ma già eravamo negli atti sessanta, e si apprestava ad andare in pensione insieme all’avvento della teleselezione.
Ma don Carmelo aveva lavorato anche negli scantinati delle case popolari di via Libertà, vicino al salone di Vito – qui si poteva anche fare la doccia – proprio sopra al Municipio, che occupava due appartamenti dello stabile che “l’Istituto” aveva appena ultimato, nel bel mezzo della via che conduceva alla stazione, tra i limoneti di Garofalo, e le saie intorno alle stalle di “Giovanni”.
Un posto di lavoro, per far crescere i figli, che lui rese professionale, unico, indispensabile, inserendo cavi e spinotti, in una sorta di grande armadio forato, che connetteva Brolo con il “mondo”, e da dove passavano le voci degli emigrati, la voglia di notizie, le chiamate per il medico o il sindaco.
Il 15 era il dottor Giacinto, il 14 la maestra Letizia, al 56 rispondeva Saro Scaffidi, il 59 era la linea dei Ziino, e poi c’erano i numeri dei Cusmà, dei Puglisi, di Mimmo Caranna, di Gembillo e dei Germanà, De Lorenzo e Maniaci.
Ma nessuno componeva o richiedeva il numero. “Don Carmelo mi passa il dottore” e lui ricordava e trasferiva la chiamata.
“Don Carmelo è urgente la levatrice” e lui chiamava donna Basilia.
E poi a Natale il giro degli auguri, ma anche le notizie tristi, le disgrazie, le morti, il Vajont con i carabinieri che comunicavano a donna Cona la morte del figlio o la caserma del maresciallo Trovato che comunicava all’ambasciata la morte di due piloti francesi, a largo della scoglio, il giorno di San Pietro.
Don Carmelo, avere reso il suo lavoro, che non era assimilabile né al lavoro degli operai di fabbrica, infatti pur avendo a che fare con delle macchine non produceva beni materiali né a quello svolto negli uffici dalle dattilografe o stenografe, rispettabile, unico, indispensabile per la vita sociale del paese.
E a differenza degli altri lavoratovi – che avevano turni ed orari – lui no.
C’era sempre, per tutti, ad ogni ora, per ogni festa anche se poi il suo orario si concludeva alle ore 22, quando, di fatto, cessavano i collegamenti, e l’Italia restava muta e la comunicazione ritornava ad essere in mano alle telescriventi ( a Brolo oltre a quella della posta c’era quella dei Ziino e del Capob, i grandi magazzini dei limoni).
E da via Ferrara, seguendo la strada sterrata dei giardini (l’unica) don Carmelo arriva al posto di lavoro, perche l’avvocato Gembillo doveva parlare con l’Enel, era saltata la luce; l’onorevole Germanà dove comunicare con la Prefettura, mancava l’acqua o l’argine del torrente era crollato, oppure Giacinto Garofalo, il dottore, doveva annunciare che stava arrivando in ospedale perché il parto si preannunciava difficile.
Lui era un operatore, muto, discreto, manteneva i segreti delle conversazioni, commutava le linee, manualmente, urbane ed interurbane; metteva fisicamente in collegamento gli utenti, le emozioni, gli affari
Carmelo Pizzino, morto nel ’92, così, suo malgrado, diventa un simbolo per tanti.
Negli anni novanta una grande raccolta di firme, per intitolargli una strada, per onorare, diceva il figlio Nunzio, instancabile promotore dell’iniziativa, il suo impegno verso la collettività di un paese che allora iniziava la sua crescita economica e sociale, ed ora, lo scorso anno, questo “sogno” si è avverato.
Nel quartiere dove viveva ci sarà una strada con il suo nome.
L’iter amministrativo, dopo le procedure nell’ambito comunale, è passato alla Prefettura ed il disco verde per questa intitolazione è ormai pronto a scattare.
Tante storie di Brolitani e Brolesi.
Scomunicando ne ha fatto una rubrica. Ecco alcuni titoli da ricercare nell’archivio del nostro giornale.
BROLESI IN “EQUILBRIO”- CONO BARNÀ E NATALE CALDERARO, INSIEME , IN CIMA AL GOTHA DEL MONDO SCIENTIFICO MONDIALE
Brolo – Tutti meno uno
Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”
Antonio Agnello – La morte di un imprenditore brolese
Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –
STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare
SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)
BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco
BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
BROLESI – Tra ironia e amarcord
Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
Brolesi – Morire per un lavoro.
BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
Brolesi – La buona pesca
Brolesi – La Bidella
Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli
BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
BROLESI – E loro andavano all’Università
BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
BROLESI – “Reverendi”
Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
Brolesi – “Peppinello”
Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
Assenze – Ciao Giovanni.
Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
Don Cono “U Chiareddu” – Tra imprenditoria e turismo … un burbero sognatore, brolese doc, che va via
BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”
Brolesi – Si “allunga” la via dedicata a Don Carmelo Pizzino
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