Così dopo la rubrica “brolesi” lanciata proprio dal nostro giornale, i ricordi affidati ai libri della Pro Loco e dell’amministrazione comunale, quelli che ci rievocano – e ci legano- le migliaia di foto dell’archivio storico dei Pidonti, fonte inesauribile di testimonianze e ricordi, oggi spopola la moda dell’amarcord sul social network.
Di slancio hanno superato in poche ore – entrambi – quota seicento – firmando un successo che li eguaglia a quelli già raggiunti di centinaia di pagine “virtuali” uguali che disegnano e raccontano di tanti comuni d’Italia.
Sono le pagine facebook “Sei di Brolo se …” e “Foto antiche di Brolo”
Si può esser di Brolo senza esser mai andati allo scoglio a nuoto, oppure senza aver imparato a nuotare senza i consigli di “cumpari Caliddu”?
Certamente no.
Oppure come non si può non postare, per spirito egoico, per voglia di esserci, perché poi si diventa tutti emozionalmente deboli, una foto che ricorda le Monache, la Sarta, gli Amici, lo sposalizio di Mamma e Papà sulla pagina “vecchie foto di Brolo”?
È la moda del momento che spopola a Brolo, che corre su Facebook, di gran lunga il social network più frequentati del web.
E’ un modo per fare comunità, per condividere ricordi, emozioni, e appunto i luoghi del cuore.
È un modo che non a caso include e racchiude lo spirito di essere brolesi.
Non a caso … appunto, nel momento tra i più bui che la comunità si trova a vivere.
Così Facebook diventa una macchina del tempo, che porta indietro, che risveglia appetiti, rinnova emozioni, fa assaporare ricordi, un grande album fotografico collettivo dove ognuno ci mette del suo.
Una memoria collettiva di una comunità che stenta a volte a rincontrarsi, a riconoscersi ma che poi, in un virtuale che diventa reale, vede che ognuno ha qualcosa da raccontare, un ricordo da condividere, un’emozione da vivere e far rivivere.
Proviamo a fare un viaggio nella memoria ed i quei ricordi dei brolesi … che siamo noi.
Proviamo a fare un gioco, quello dell’amarcord, che ci regala un’idea di Brolo, di come ci si divertiva con poco.. di quel paese che in tanti hanno provato a distruggere – con piani regolatori azzardati, povere idee senza cultura, dove il cemento ha fagocitato agrumeti e lavanari – ed eccome riemergere i luoghi della memoria, il vecchio edificio del saponificio, la Filanda, e poi la villa dove – appena sopra lo svincolo – con i suoi leoni di pietra.
Ed ancora luoghi dimenticati: la Giara con i suoi lampadari a forma di grandi bocce, ora lì c’è Griffe, la “Mannara” divenuta poi una “pompa” di benzina”, gli zingari accampati con le loro seicentomultiple sotto il ponte, e rincontriamo cumpari Vasili, Teresa a pazza, a “Buzzetta“, Enrico, e poi ancora Don Santo, U ‘Dummisciutu, ‘U Mininchiu .. Lo Vercio con il carretino dei gelati e se non ci scansiamo in fretta anche Nino Biondo che sfreccia con la sua bicicletta.
Non solo.. Ma anche per chi ha voglia di sapere, non vuol dimenticare.. un “postare” che diventa anche un rito quello del “io c’ero”.
Ed allora grazie a chi ci regala queste “emozioni” mentre le foto disegnano, spesso in maniera inedita quei luoghi di Brolo difficili da dimenticare.
Scopriamone alcuni:
sei di Brolo
…se hai assaggiato almeno una volta il te’ col wisky che Don Ciccino Caruso faceva al campo dopo gli allenamenti…
… ricordi il mitico Nino Spanó che con la sua Fiat Uno comunicava “Si informa la cittadinanza che verrà tolta l’erogazione dell’acqua”
Se ti ricordi la maestra della scuola materna Rita Lazzara Lombardo che ha cresciuto diverse generazioni di bimbi.
…la sera uscivi per andare alla Luna Nera
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