Stringono i tempi per l’avvio della seconda settimana dello Yoga. Dal 28 agosto a 3 settembre tra meditazione, attività, confronti con lo sguardo e la mente rivolta anche verso la difesa dei dırıttı umanı del popolo tıbetano. Sabrtina Provasoli grande ottimizzatrice dell’evento.
La seconda settımana dı Yoga e Benessere quindi punta dırıtta ad uno scopo umanıtarıo e dı alto profılo che ha già ottenuto ıl patrocınıo dell’Assocıazıone Italıa\Tıbet.
“Per avere una massima adesione e partecipazione – dice la Provasoli – abbiamo ridotto la quota di partecipazione a 30 euro, resta libero e pesronale l’eventuale personale contributo che si vorrà date in favore alla causa del popolo Tibetano”.
Infattı l’ıntera quota dı ıscrızıone andra’ devoluto proprio ın favore del popolo e della causa del Tibet e andrà a sostenere il lavoro del Dalai Lama e del suo governo in esilio, affinché al popolo tibetano venga riconosciuto il diritto all’autodeterminazione e siano garantite le fondamentali libertà civili reperesse dal governo cınese e dalla logica degli equilibri internazionali.
Nell’area discussioni del gruppo su facebook (Yoga al mare II edizione) Sabrına Provasolı ha pubblicato recentemente un reportage sulla drammatica storia del Tibet.
Ovviamente l’occasıone dello stage brolese e’ anche quella dı unıre alle tecnıche dello yoga anche la voglıa dı far vacanza. A curare quest’aspetto è la direzione dell’hote Costa Azzurra che pratıca prezzı partıcoları per glı aderentı all’ınızıatıva che voglıono soggıornare a Brolo
Per informazioni si potrà chiamare allo 0941561223 oppure allo 0941561442
Che cosa è lo Yoga:
Se facessimo una statistica per conoscere l’opinione delle persone sullo yoga, rimarremmo sorpresi nello scoprire in quanti modi diversi viene inteso.
La parola yoga copre una realtà molto vasta e ricca. In effetti, chi si avvicina allo yoga può perdersi nella caotica giungla di tutti i metodi, le pratiche, le tecniche che incontra.
Essenzialmente si può dire che ogni forma di yoga è caratterizzata da uno scopo comune a tutte, ossia la realizzazione di uno “stato di integrazione”.
Cosa significa?
“Yuj” è la radice sanscrita da cui deriva la parola yoga ed ha il significato di “unire, mettere insieme, controllare, integrare”. Mettere insieme, quindi armonizzare tutto il nostro essere nei suoi vari aspetti, fisico, mentale, emozionale, intellettuale, integrando la personalità dell’individuo.
Poiché le persone sono tra loro diverse, necessitano di metodi diversi che possano tutti portare allo stesso obiettivo. Possiamo insomma percorrere strade differenti per giungere a una meta comune. E’ il fine, lo scopo, che accomuna delle realtà di pratica e delle modalità
tanto lontane tra loro, ed è proprio per questo che molti e diversi metodi vengono tutti chiamati “yoga”.
La pratica individuale oppure un gruppo di pratiche sistematizzate portate avanti per un lungo periodo e tramandate di generazione in generazione diventano parte della tradizione assumendo la forma di yoga. E’ questo il processo attraverso cui si sono formate le scuole e le “vie”.
La parola yoga ha quindi due significati: yoga come scopo per raggiungere l’integrazione; yoga come insieme di pratiche, tecniche, tradizioni con un fine comune. Con questa chiarezza ci si può avvicinare alla vastità dei metodi e si possono evitare i fraintendimenti che spesso circolano e che mostrano lo yoga come qualcosa di mistico, di miracoloso, oppure come una religione o un insieme di esercizi ginnici o una medicina, per non parlare delle immagini più folcloristiche come sdraiarsi su un letto di chiodi, vivere isolati in luoghi solitari come le montagne dell’Himalaya o farsi seppellire sotto terra per un certo periodo di tempo.
Lo yoga non è neppure una filosofia così come noi occidentali possiamo facilmente intenderla. E’ vero che diversi metodi di yoga si fondano su diverse visioni filosofiche o psicologiche, ma lo yoga è essenzialmente una via di pratica e di esperienza diretta; non si tratta di una conoscenza di tipo intellettuale o speculativo, ma di una pratica che si accompagna a una trasformazione dell’individuo, in cui più che “comprendere” qualcosa, possiamo “realizzare” qualcosa.
La pratica dello yoga
Lo yoga si differenzia dalle pratiche ginniche o sportive per il suo lavoro sul respiro, sulle posture e sull’energia insegnando a raggiungere uno stato di rilassamento di interiorizzazione e di ascolto.
In Occidente siamo normalmente educati e improntati a lavorare sul corpo in modo ginnico, attraverso movimenti ripetitivi e meccanici che hanno un effetto fisico, ma che non coinvolgono l’interezza della persona. Praticare hatha yoga non significa fare una “ginnastica dolce”, ma lavorare allo sviluppo della percezione del nostro corpo, respiro e delle nostre sensazioni.
Durante il movimento e il mantenimento delle posture ci educhiamo ad essere in ascolto di ciò che stiamo facendo e di ciò che ci succede. Durante le pratiche sul respiro-energia, impariamo a percepire le diverse aree respiratorie nel corpo, il flusso, l’ampiezza e il ritmo del nostro respiro e possiamo interagire con la nostra respirazione, sviluppando la percezione sempre più interna e sottile dello scorrere del respiro e dell’energia dentro di noi.
Non è solo la forma esteriore che caratterizza lo yoga, ma la qualità con cui si pratica. L’efficacia delle tecniche dipende dallo stato interiorizzazione e di concentrazione mentale con cui vengono eseguite. Nello hatha yoga il lavoro attraverso il corpo-respiro è un lavoro sull’interezza del nostro essere, una pratica di integrazione in cui ci si educa gradualmente a mantenere la mente in ascolto di ciò che succede e di come ci sentiamo.
La presenza al momento, a ciò che stiamo facendo, la percezione di sé, sono legate alla capacità di non disperderci negli stimoli che vengono dall’esterno o nel fluire dei pensieri che attraversano la nostra mente: impariamo così ad entrare in contatto con noi stessi, a sentirci ed accettarci, a percepire l’universo interiore.
Notizie a cura di Sabrina Provasoli