Terzo libro autobiografico del maestro Antonino Speziale
Il terzo libro autobiografico del maestro Antonino Speziale è stato presentato nel salone dell’Istituto Alberghiero IPSAR di Brolo. Nel testo l’autore racconta
Tante storie da raccontare e da tramandare, testimonianze, e con esse aneddoti, stampe e documenti del tempo da mostrare, foto da commentare. Assieme a tutto ciò, il ricordo commosso degli “amici di cordata” che non ci sono più, unito alla gratitudine nei loro confronti. L’abbraccio con tre assessori del tempo presenti in sala: “Abbiamo il numero, potremmo riunire la Giunta…” ha detto loro il “sindaco”.
La dedica, la seconda, al caro nipote Antonio, che del nonno andava fiero.
La svolta: 23 aprile 1974, un foglio manoscritto “in maniera frettolosa e informale”, neppure tanto comprensibile ai non addetti ai lavori, riportava il programma concordato e sottoscritto da ex consiglieri e assessori del sindaco Germanà, in carica per 28 anni in un paese che dal dopoguerra aveva visto al potere solo la Democrazia cristiana.
Il maestro Speziale, al suo terzo libro autobiografico, dopo “Le piene del torrente e della vita”, 2013, cui nel 2016 fece seguito “Paralipomeni”, stavolta racconta la sua esperienza politico – amministrativa negli anni Settanta, attingendo dallo slogan della lista che suggellò quella svolta: Rinascita Brolese.
Il libro, sabato scorso, è stato presentato nel salone dell’Istituto Alberghiero IPSAR di Brolo che si è riempito come avviene nelle grandi occasioni.
Ha coordinato l’incontro Marinella Speziale, insegnante all’IPSAR, figlia dell’autore: “Papà ci dà l’opportunità di riflettere insieme su temi di valore universale. Il racconto della sua autobiografia si allarga dalla storia personale e familiare a quella pubblica e istituzionale, auspicando che possa interessare e essere utile a tante persone, soprattutto ai giovani”.
Relatore della presentazione, Daniele Macris, docente del “Maurolico” di Messina e molto noto in vari ambiti in quanto presidente della Comunità Ellenica dello Stretto. Negli ultimi anni è stato, tra l’altro, vice presidente dell’Ente Teatro di Messina. “Il maestro Speziale, pur essendo andato in pensione, non ha mai smesso di essere maestro. Se intendiamo la missione di insegnanti in maniera sociale e politica, ciò si riflette anche negli atti oltre e fuori il servizio e la carriera”, ha detto Macris. Dopodiché il senso del libro: “E’ un atto di interlocuzione attiva con la comunità. In questo caso l’autore comunica attraverso il testo”.
La parola all’autore: “Sono molto emozionato nel vedere questa grande manifestazione d’affetto”, ha detto Nino Speziale, mostrando soddisfazione anche per aver presentato questo testo, come il primo, in un ambito scolastico. La scelta del periodo storico: “Avrei voluto scrivere di più, perché il mio impegno politico è continuato anche dopo l’esperienza amministrativa, però ho voluto soffermarmi a quel periodo che è stato molto importante per Brolo, perché ha determinato un cambiamento non solo politico, ma anche sociale, decisivo per la crescita del nostro paese. Nella prima fase – spiega Speziale – eravamo in otto della maggioranza, poi si aggiunsero i quattro della minoranza. Numero appena sufficiente per formare una nuova Amministrazione.
“A loro va il mio plauso”, esclama Nino Speziale tra gli applausi. Poi cita gli amici presenti in sala che hanno fatto parte della giunta municipale: Cono Ziino, Giuseppe Bonina e Duccio Lenzo.
Tra gli atti più curiosi e interessanti, riportati nel libro, c’è la notifica che Nino Speziale sindaco fa a se stesso in qualità di consigliere: “Allora vigeva la legge che i consiglieri comunali prima di essere insediati avevano l’obbligo di sottoporsi alla prova dell’alfabetismo. Agli atti del libro troverete una lettera…”
Angiolella Giuffrè, vice dirigente dell’Istituto che ha ospitato il dibattito: “E’ un’iniziativa che abbiamo condiviso con Marinella, come collega e persona, e caldeggiato e abbracciato nel tempo. Conosco la famiglia Speziale da tanto tempo e mi è sembrato giusto che oggi ci incontrassimo tutti qui accanto a un maestro con la ‘M’ maiuscola, figura d’altri tempi di cui conosciamo l’opera educativa”. Il giudizio sul paese in cui il libro è ambientato: “Ho sempre apprezzato la comunità di Brolo, soprattutto per lo straordinario senso d’appartenenza, del culto della memoria e delle radici che ha sempre dimostrato sul territorio, al di là degli schieramenti politici”.
Il sindaco di Brolo, Irene Ricciardello, è anche autrice di una testimonianza nel libro. In sala ha avuto parole affettuose: “Siamo di fronte a testimonianze assolutamente preziose per la nostra comunità. Mi riferisco anche ai primi due libri, nei quali il professore ha raccontato i sacrifici fatti nella sua vita. Con queste opere è diventato il nonno di tutti i ragazzi di Brolo. Questa è una cosa meravigliosa. Aspettiamo il quarto libro…”
Altra dirigente sempre presente finora alle presentazioni del maestro brolese è Marinella Lollo, dell’Istituto comprensivo di Patti.
Nino Speziale insegnante e sindaco, per l’appunto. Ne parla nella sua testimonianza nel libro Nino Ricciardello, che ha dovuto lasciare anzitempo la sala. Suo alunno in quegli anni, poi anch’egli divenuto amministratore, Ricciardello tra l’altro scrive: “È al maestro Speziale che devo l’incontro con la politica. Fu alle scuole elementari che mi trovai alle prese con le prime campagne elettorali della mia vita. Il nostro maestro ci faceva eleggere il capoclasse…” E conclude così: “Era una politica diversa, fata di uomini”.
Invitato dal tavolo ad intervenire, Giuseppe Laccoto, già sindaco e deputato regionale, per garbo istituzionale ha preferito evitare di prendere la parola, essendo candidato alla carica di sindaco alle prossime elezioni amministrative del 28 aprile.
“Grazie, maestro Nino”, c’era scritto sulla splendida torta, sulla quale spiccava il Castello di Brolo con tanto di fascia tricolore, omaggio dei ragazzi e degli insegnanti dell’Istituto Alberghiero di Brolo, assieme al ricco buffet offerto a fine incontro.
Nino Speziale & Brolo. Non è la prima volta che un suo saggio si conclude con il nome dell’amato paese in cui egli è nato e vissuto.
“La penna scrive ciò che detta il cuore”, è la spiegazione del maestro, sindaco della Rinascita.
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