Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco.
Lo sbarco di Brolo, meglio denominato “Operazione Brolo Beach” inizia la notte tra il 10 e l’11 agosto.
La piana di Malpertuso, monte Cipolla con i suoi nidi di mitragliatrici, le paure di chi, allora bambini assisteva alle incursioni dei Messerschitt – le “rondini” tedesche che supportavano gli assaltatori della Panzergrenadier Division – diventano oggetto di ricordi e riflessioni.
Tutto seriamente documentato grazie anche alle foto dell’archivio storico Pidonti e di quelle dei fotoreporter di guerra a seguito delle truppe americane e tedesche, a mappe e documenti ufficiali, a libri scritti sull’evento ed alle preziose ricerche di Basilio Maniaci.
Anni di studio, la cura di un interessante Mostra Storica “70. Anniversario della Seconda Guerra Mondiale a Messina e Provincia” che sarà inaugurata giorno 11, nella Sala multimediale “Rita Atria” di Brolo, e ancora Maniaci sarà protagonista di un incontro che partendo da quanto scritto su suo libro “Operazione Brolo Beach” – sempre a Brolo, giorno 12 – farà parlare testimoni diretti di quegli eventi, vissuti tra i timori degli “sfollati” e le paure delle donne che rievocavano i fatti di Caronia, ma anche i morti tra i “civili”.
“Agosto 1943, Brolo è sotto la tempesta di fuoco della prima ondata di 12 bombardieri americani A-36 che verso mezzogiorno dell’11 agosto si misero a sganciare una pioggia di bombe su Monte Cipolla, seguiti, a rotazione, da una seconda ondata di altrettanti bombardieri e, poco prima delle 17, da 24 aerei tedeschi F.W.-190.
Il “fuoco amico”, che a causa di segnalazioni sbagliate bombardò Monte Cipolla, fece più vittime di quello dei nemici. Tra i soldati americani si contarono 99 morti. Tra i tedeschi si suppone che il numero delle vittime sia stato molto più pesante. – Descrive così quei momenti Basilio Maniaci nel suo libro e aggiunge –
Nell’operazione Brolo Beach il rilevato ferroviario alto circa 4 m, i sottopassaggi strettissimi, i limoneti fittissimi e le saie in lungo e in largo, cosituirono altrettanti ostacoli per l’avanzata dei carri armati, dei cannoni semoventi e degli attrezzi meccanizzati verso Monte Cipolla.
Si fece ricorso alle bestie da soma per il trasporto di munizioni per mitragliatrici e mortai.
Ma le salmerie non riuscirono a rifornire i soldati americani per il sacrificio di 15 uomini e 13 bestie da soma al bivio per Ficarra.
Alla fine, la conquista del Monte Cipolla si trasformò in una furiosa battaglia (l’ultima di Sicilia) con l’intervento delle forze di terra, di mare e di cielo”.
Attimi lunghissimi, giorni pesanti con intere famiglie sfollate a Lacco, nella chiesa, tra le famiglie di quel borgo.
“La chiesetta della Madonna Maria SS. Addolorata di Lacco e alcune casette della frazione nebroidea dove, durante le cruenti fasi dell'”Operazione Brolo Beach”, qui c’erano gli sfollati brolesi.
I tetti a tegole e le mura in pietra delle strutture fanno intendere quanto il Paese fosse impreparato ad affrontare la guerra costringendo le persone a trovare mezzi di fortuna per ripararsi dai bombardamenti”.
Di quel tempo rimane a Brolo anche una lapide, al cimitero, che ricorda tre soldati tedeschi “senza nome”, tre morti “sconosciuti”, che negli scontri del secondo conflitto, persero la vita durante lo sbarco, morti sulla piana di Brolo proprio all’epoca dello sbarco degli alleati a Malpertuso e dimenticati anche dal loro Stato, lasciati tra i rovi di Malpertuso da un esercito in rotta ma non domo, che proprio grazie agli sbagli americani, ebbe il tempo di ricompattarsi e continuare la guerra per lunghissimi mesi.
Una storia triste, lo sbarco di Brolo, raccontata dalle nonne, ricordata nelle bettole dai “vecchi”, che parlavano anche della vecchia “miniera” di Jannello diventata ostello di guerra, e che ricordano anche le violenze degli alleati sulla popolazione, la paura per i “marocchini” , e di alcune “ciociare brolesi”, storie occultate per il senso di morale e di protezione.
Storie che parlano anche della morte di un ragazzino – Santo Campo, figlio di Salvatore – ucciso da una jeep americana, e per la quale nessuno ha mai pagato.
Episodi che disegnano la storia di una Brolo sotto i bombardamenti.
E dice ancorta Maniaci “Si tratta di naturali ricordi di storia locale, e non di celebrazioni. Poiché se Historia est magistra vitae ne deriva, conseguentemente, che la vita dipende dalla maggiore o minore consapevolezza che uno ha della storia.
Sciogliere un po’ di passato nel proprio sapere, quindi, è naturale come per gli alberi lo è con le proprie radici.
Se, poi, le proprie memorie possono costituire un patrimonio culturale, valutabile anche in termini di risorse, che ben venga specie in questi tempi di crisi”.
Antonio Traviglia, Maria Ricciardello e Salvo Messina – rispettivamente consigliere comunale delegato alle manifestazioni, presidente del consiglio comunale e sindaco di Brolo – stanno definendo il programma dettagliato di questa due giorni commemorativa.
msm