Un album fotografico fatto da un’idea gustosa, miss, impegno, tanti gusti, voglia di rilancio di un comparto, quello della gelateria e della pasticceria – oggi fiore all’occhiello di una “buona” Brolo, che non avrà le foto dell’edizione 2017.
Solo la bozza di un manifesto che non ha visto mai la luce.
Un peccato.
Forse è vero, il 17 porta male.
Eppure tutto sembrava pronto, prima doveva svolgersi a fine luglio, come da sempre, poi ad agosto, quindi spostata a fine mese… poi il silenzio è calato su questo Galà o come recentementi chiamatosi Expò, quasi a voler dimenticare in fretta.
La manifestazione che vantava anche passaggi importanti sulle reti televisive nazionali e commerciali, nata appunto per la valorizzazione dei maestri gelatai e pasticceri locali, negli ultimi anni era stata curata, coccolata e organizzata dall’Associazione Carristi che spesso aveva lavorato “in perdita” pur di mantenere la tradizione della “festa”, che nel tempo aveva puntato anche ad innovarsi professionalmente, a coinvolgere più realtà commerciali.
Quest’anno qualche cosa si è inceppato, e certamente non è stata solo una questione economica, anche se mancavano i contributi promessi, dicono a denti stetti i “carristi” che non se la sono sentiti di rischiar levando fondi propri al Carnevale.
Loro, i Carristi, hanno cercato punti di incontro, aperture al dialogo, che nei fatti c’è sempre stato, ma è mancata alla fine quella volontà conclusiva per dar via alla Festa.
Incomprensioni?
Certamente si.
Certamente non si possono attribuire colpe ai gelatai, che pur non in maniera unitaria negli anni hanno fatto la loro parte, colmando le “assenze” e i mugugni di chi peccava di deliri di onnipotenza, o crediti non riconosciuti.
Molti di loro credevano da sempre e ci credono ancora, investendo su se stessi nella manifestazione e del Galà ne avevano fatto un punto d’orgoglio.
Gelato che nel tempo è diventato anche una sorta di “ambasciatore” del turismo locale, vedi l’ultimo spot di cui è stato protagonista alla BIT di Londra, con i Borghi Marinari.
I Carristi – dopo l’ennesimo confronto – non avendo riscontri alle loro richieste hanno messo i remi in barca e anche altri tentativi di crear “gruppo” sono falliti infruttuosamente nonostante l’impegno dell’assessore al turismo Maurizio Caruso teso a ricucir strappi che nessuno ammette e smussare angoli che nessuno vede… Così il gelato del Galà di fine agosto a Brolo si è squagliato.
C’è da farsi certamente delle domande su tutto.
Su ruoli e competenza, luoghi e spazi, volontà di fare e di remar contro.
C’è da riflettere sul quanto una “festa” di tal portata abbia ricadute sull’economia locale e anche sul fatto che, vedi la Sagra dell’Oro Verde, appena conclusasi, che ha attratto migliaia di persone sul corso brolese, sia stata mal sfruttata dai commercianti. Alla fine di questa manifestazione si contavano pochissimi negozi (escluso ovviamente i bar e i ritrovi\pasticcerie) aperti)…
Tristezza.
Occasione banalizzata per non dire sprecata sotto il profilo commerciale.
Questa come altre anche in quest’estate.
Parliamone.
Anche perchè l’obiettivo finale di questa manifestazione – il Galà – è sempre stato quello di gettare le basi per dar vita ad un “gelato di qualità”, quasi un marchio Doc di un prodotto qualificante e indicativo del paese.
Lavorare già da ora per recuperare quanto perso, guardando al 2018, dovrebbe essere un imperativo categorico.
Da subito.
Così non si va da nessuna parte e non parlarne sarebbe peggio.
Ma tornando al gelato
Brolo negli anni con i suoi maestri gelatati ha affinato tecniche e elaborazioni del prodotto.
I meno giovani ricordano ancora i coni di “Donna Rosa”, i “sorbetti del Bar Italia, quello di Don Nino Contipodero, e poi i gelati di “Don ‘Ustino U lentu” e l’indimenticabile triciclo ripieno di pozzetti di gelati di Melo e Basilio Lo Vercio, delizia dei pomeriggi estivi caldi e assolati (nella foto in altro tratta dall’archivio storico dei Pidonti).
Una tradizione del gelato brolese che è cresciuta negli anni, facendo affermare, nell’immaginario collettivo, questa terra come quella dove si può gustare un buon gelato tutto l’anno.
Così più o meno diciassette anni fa nasce a Brolo la prima vera e propria festa del Gelato, “cento gusti per un giorno”.
Fu un successo, sotto le telecamere del network nazionali, tra miss a far da testimonial, e attrazioni – vennero in tanti a filmare questa delizia – e la festa crebbe diventando evento.
La tradizione del gelato artigianale, come quella della buona pasticceria, viene tramandata – anche qui – di padre in figlio, “rubata” dai ragazzi a bottega, contribuendo a far crescere questa arte che a Brolo con il Galà celebrava il suo trionfo.
Ne godevano tutti, sia chi partecipava direttamente chi invece non aderendo non sfuggiva ai flussi positivi di questa.
Lo scorso anno aderirono alla manifestazione:
– Bar dei Portici – uno dei primi ritrovi locali, tra caffè speciali e conetti, a dar l’input del costruire la storia del nuovo gelato brolese.
– Bar Svincolo – biglietto d’ingresso del paese e delle sue delizie dolciarie. Uno dei bar – anagraficamente parlando più giovani di Brolo – Ottimi prodotti, tanta cortesia diventano tra le caratteristiche vincenti di questo ritrovo.
– Cafe Elite – Raccoglie la tradizione maturata nelle gestione del vecchio “Sicilian Bar” e poi dei ritrovi estivi sul lungomare. Oggi – specializzato in aperitivi – produce un gelato di qualità che lo rende “principe” anche nelle torte e negli spongati.
– Antica Panetteria – Non è un bar, ma sforna cornetti e brioches che si abbinano perfettamente con le colazioni e le degustazioni di gelati e granite.Il primo tra i “forni moderni” di Brolo, si trova ancora dove sfornata il pane Luciano Gaglio. Ottimi i suoi rustici ma anche i dolci della tradizione.
– Bar Camelia – Una volta era noto solo come “Bar Sport”. E’ stato il primo vero bar, in veste moderna, che Brolo ricorda, questo nato negli anni settanta. I Camelia d’origine barcellonese hanno fatto conoscere anche sui Nebrodi, gusti particolari come il “riso nero”. Oggi questo bar – totalmente rinnovato – è un punto d’incontro per tanti.
– Central Bar – Forse nell’immaginario collettivo locale è il “punto colazione d’eccellenza”. Da 20anni, e non li dimostra, è anche un polo d’attrazione anche per aperitivi e eventi. I Gelati e le granite diventano un tutt’uno con l’offerta dei rustici e dei panini, ottimi sostitutivi per un pranzo veloce.
– Raffaele Pasticceria – Un attrattore generale per chi ama la buona pasticceria. Antonio sperimenta quotidianamente gusti nuovi, innova un’arte secolare, ne fa un piacere… Non si può non degustare i suoi gelati, buoni e speciali quelli a base di frutta… Non c’è meglio di più.
– Ignazio Raffaele Pasticceria – L’ultima pasticceria nata a Brolo. Ha inaugurato le sue vetrine e i banchi frigo a fine anno. Un’esperienza maturata negli anni, anche la madre era pasticcera. Simpatia e sorriso sono tra le armi vincenti di un locale dove i dolci hanno sempre un qualche cosa di diverso. Ha riportato in auge la tradizione del “cono da passeggio” e quest’anno propone il “dolce salato” tutto da gustare.
Ma in questa carrellata non si possono escludere gli altri bar e i maestri gelatai brolesi fuori dall’Expo 2016.
E comunque il loro gelato, a partire da quello di Armando, sino a quello del Bar del Sole alla Marina, a quello de Il Gattopardo e dei bar più “giovani” che costellano l’offerta dei ritrovi del paese rimane sempre un fiore all’occhiello dell’offerta del “Buon gelato brolese”.
E uno ricordo ora deve andare anche ai “bar” storici che non ci sono più.
Già ricordati i tre bar del corso: quello di Don Nino Condipodero, di Donna Rosa – lo gestiva con Basilio Scaffidi suo marito – e del signor Agostino poi ceduto “all’avvocato” suo figlio (oggi al suo posto c’è il Bar Central).
Un bar – quello dell’avvocato – che vendeva anche sigarette, con la sala bigliardi nel cantianato, in concorrenza con quella che era stata realizzata lungo la via Libertà, dove ora c’è la farmacia, e che non chiudeva mai, che accoglieva contrabbandieri, banditi, perdigiorno che vivevano di notte e ragazzacci che amavano far tardi…
Ed ancora, il Bar di Piana di Don Cono e della signora Nicoletta, quello dei Campo – di fronte al poliambulatorio – il già citato Sicilian Bar, che prima ancora era della “Ugghiulara”, il Chioso di piazza Mirenda, il Bar Libertà, e quelli della Marina, includendo anche quello di Don Santo e poi, anche se non di Brolo, in quanto non ricadenti su questo territorio, quello di Fortunato a Ponte di Naso, maestro della granita a limone – oggi gestito dal figlio Jesus – , e quelli, a Gliaca di Piraino, di Don Brasi.. re del gelato nocciola e del signor Traviglia.
Ed infine – per chiudere questo tour forzato che innalza la glicemia – un ricordo a parte merita la pasticceria di Carmelo Denaro, messinese verace che a Brolo fece conoscere le granite alla “messinese” e le bontà che uscivano dai frigoriferi di Capitti, forse la prima vera pasticceria, che si affacciava sulla via Libertà prima di trasferirsi sul corso, che formò tanti da garzoni a pasticceri e che a loro volta sono gli attuali protagonisti della prossima festa.
La Redazione
Ed ora una breve fotogallery delle passate edizioni
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