BROLO – I primi cento anni di Nonno Santo
Cronaca Regionale

BROLO – I primi cento anni di Nonno Santo

 

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Brolese doc “Nonno Santo” ha quindi compiuto i suoi primi 100 anni ed è stato festeggiato in pompa magna come si conviene a chi taglia l’ambito traguardo del secolo di vita.

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Il sindaco Irene Ricciardello ha donato una riproduzione dell’attestato di nascita dell’epoca e simbolicamente la grande torta per festeggiare la sua eterna giovinezza, rivolgendogli “a nome della Città diBrolo in segno di affetto e rispetto, l’augurio che possa festeggiare anche il secondo secolo di vita!”.

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Analogamente, anche il parroco padre Donato Domenico Marino ha avuto parole augurali nei confronti di questo “suo anziano fedele”, ricordando come, da sempre, abbia occupato i primi banchi della chiesetta del Lacco, dove tra Matini e Sellica ha risieduto sino a qualche anno fa, prima di trasfersi a Brolo, ogni domenica, per seguire la messa.

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Attorniato dall’affetto dei suo cari, i figli e i nipoti che lo accudiscono amorevolmente ogni giorno, traendo tra l’altro continui insegnamenti dalla sua lunga esperienza di vita il “nostro” centenario ha seguito soddisfatto l’evento i suo onore.

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Santo Giuseppe Starvaggi, classe 1914, quindi da oggi è ufficialmente, oltre il residente più longevo di Brolo, anche l’unico centenario del paese.

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Un buon bicchiere di vino, buona cucina e prima lunghe passeggiate.

Questa è stata la sua ricetta per godersi la vita, lui che è stato uno che – da sempre – ha lavorato nei campi, mai fermo un attimo, sempre in movimento.

Da Sellica ha visto crescere Brolo;

ha visto arrivare l’energia elettrica in quella contrada, la più estrema del paese;

ha visto gli operai che tagliavano il querceto per fare la nuova strada;

ha giocato con i suoi coetanei che dal paese erano sfollati in quella campagna durante i bombardamenti degli “americani”.

E poi – negli anni – ha preso tanto volte la corriera blu, quella di don Carmelino Ballato, che da Lacco portava sino alla stazione di Brolo, ma prima si scendeva solo a piedi, anche per andarci a scuola.

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Ha sentito sempre dire che il padre era andato in guerra per non tornare e la madre morirci dal dolore, e la ricorda appena, ma poi la vita gli ha riservato nuove gioie, la moglie, una grande famiglia, 6 figli, 17 nipoti, 11 pronipoti.

Oggi tutti pronti a festeggiarlo.

Un esercito vociante, sorridente, premuroso, sempre intorno.

Lui ha amato viaggiare, gli è sempre piaciuto, tante gite con gli over brolesi;

Poi – negli ultimi anni – ha continuato a guardare la televisione, a tenersi aggiornato, vivo e vivace, pronto a recitare le poesie che amava scrivere, sorridendo alla vita.

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Auguri Nonno Santo.

 

~ A te, o bella Italia! ~

di Santo Starvaggi

Addio bell’ Italia, vago giardin d’ amore, primavera dié, qui mille fiori.

Tronca le funi, lascia la sponda, libera la Gioconda che galleggia lei farà.

Parti e vieni da emigrante, parli patria , e sognante:

“Ma io qui tornerò, perchè il cuore non ha età !

A te mamma, che tu brilli argento, ti sposasti,

dimmi caro e tesoro, mentre esiste il Signore a voi ritorneremo”.

Mentre si sfollava il grigio vapore scese un vecchietto,

calo e chino baciò un pugno di terra e disse :

“ Se la morte non m’afferra, qua felice io sarò ”.

E son felice e son contento, son tornato in Italia e ho trovato mamma, papà, amici e parenti.

Me ne sono andato a lavorare in terra straniera,

e lavoravo con le mie braccia e le mie dita

e ora che sono tornato attendo il premio della mia vita:

che con la mia bocca dolce, amara, riposerò sotto quella balata.

Il mio cuore è così sincero, adesso dormo e riposo in quel cimitero.

Al chiaro di luna , al tramonto del sole, ho perso la vita e pure l’amore.

Ma quando uno è giovane vola come una colomba, poi di colpo invecchia,

lascia tutto in questa terra e va a finire in quella tomba.

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La morte è come una guerra e quando uno muore non potrà più camminare su questa terra così calda e bella.

Spira il cuore nell’anima mia, quando uno è morto andando al cimitero c’è la sua fotografia, la fotografia è tanto bella,

l’hanno messa davanti alla cappella.

E du cielu scinniu la Vergini Maria cu du carusu ’ncoddu e mi dissi:

“alzati e vattinni ’ncielu!”;

poi spuntò u Signuri e cu gran surrisu mi dissi:

“alzati e vattini in paradisu, cinni sunu tanti e tanti, tu canterai cu l’angeli e cu i santi! ”

E ora chi sugnu in paradisu, cà, vicinu o Patri eternu e a nostru Signuri vaddu ancora o me paisi cu ’mmensu amuri…ti vardu sempri bell’Italia, giardinu n’ciuri, di tia sugnu fattu e non ti pozzu mai scurdari !!!“

Non sono un poeta e neanche un cantante,

buona salute e buona fortuna a tutti quanti.

Io cammino e sempre canto, sotto mi firmo Starvaggi Santo

 

31 Ottobre 2014

Autore:

admin


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