Categories: Cronaca Regionale

BROLO – interculturalità e valorizzazione dell’integrazione multietnica.

Nulla nasce a caso.

Così il lavoro che negli anni si è fatto a Brolo, spesso istintivamente, senza un progetto guida razionalizzato, da i suoi frutti.

E nasce un progetto base, interessante, importante, consapevole, che raccoglie, ovviamente, i frutti e le esperienze maturate e che guarda oltre, che guarda avanti.
Parliamo del nuovo progetto di sostegno all’interculturalità e di valorizzazione dello scambio multietnico che l’amministrazione comunale guidata da Salvo Messina, ha avviato da qualche mese, affidandolo alla dottoressa Teresa Materia, mediatore socio-culturale.

Infatti, negli ultimi anni Brolo, che ha fatto dell’accoglienza alle varie comunità che qui da tempo si sono stabilite un punto fermo della sua quotidianità, integrandole e convivendo in maniera umana e naturale.

Brolo ha sviluppato un innato senso dell’accoglienza, ed ha sviluppato una serie d’iniziative, tra il ludico e il sociale, in grado di accentuare i processi culturali di conoscenza.

Tanto per citare alcuni esempi:

il lavoro di accoglienza fatto dall’Oratorio, al di là degli schematismi religiosi che pur sussistono;

la sala multimediale ed i collegamenti gratuiti ad internet, punto di riferimento, soprattutto negli anni passati, quando c’erano meno collegamenti attraverso la rete,  per i giovani delle comunità extraeuropee;

i progetti  etnico-culturali come quello de “le favole del modo” lette ai bambini nell’ambito della colonia estiva;

i grandi volti sorridenti dei migrantes, ormai brolesi, sulla facciata degli hotel in estate in occasione dei weekend multietnici realizzati in sinergia con “mondiemersi”;

la cittadinanza onoraria data a Dacia Marini, la scrittrice, per il suo impegno sociale in favore di queste popolazione fluttuanti;

l’adesione al progetto europeo “Brolo città educativa”;

Ed in questo breve riepilogo da annoverare anche i grandi progetti che coinvolgono trasversalmente il mondo culturale giovanili, che avvicinano, fanno dialogare, aggregano, abbattendo giudizio e pregiudizi, come quelli nell’ambito  europeo d’integrazione e inclusione sociale sviluppati e realizzati dallo sportello brolese dell’ Eurodesk e che hanno coinvolto decine di giovani, facendoli “viaggiare” nelle comunità religiose-culturali turche, rumene, islandesi, spagnoli, danesi, olandesi, bulgare ….

Da quest’humus, naturale percorso di sviluppo,  è appunto ora l’approccio sistematico al problema, da cogliere, con questo progetto, diviso in più steep operativi e che si proietta nel tempo.

Un progetto per definire e costruire dice il sindaco: “Una città che noi chiamiamo “interculturale”, composta di una varietà di luoghi, realtà sociali, culturali, di lavoro, d’impegno solidale, dove concretamente, ognuno con le sue specificità, italiani e stranieri costruiscono una rete di rapporti umani, di attività, d’idee che contribuiscono al cambiamento quotidiano del vissuto del nostro paese che guarda avanti”.

Il progetto dunque è volto a favorire non tanto l’inserimento della comunità straniera (ufficialmente il 3% della popolazione residente) ma la sua qualità della vita nella realtà locale di Brolo, sostenendone le esigenze non solo relazionali ma anche “pratiche”, in termini ad esempio, di supporto nel disbrigo di pratiche legate alle varie situazioni legali e amministrative o di sostegno nell’apprendimento della lingua.

Per radiografare questo microcosmo, e approfondire i bisogni della popolazione straniera, è stato già effettuato uno screening, volto ad approfondire i bisogni della popolazione straniera.

Da qui la definizione delle  diverse categorie d’interventi dove prioritariamente si è pensato a quella dei Servizi stabili d’informazione e accoglienza.

Con la creazione di un concreto e stabile spazio di accoglienza e informazione all’interno dell’URP, creando nell’ambito delle prestazioni offerte da quest’ultimo uno sportello specializzato rispetto alle problematiche dell’immigrazione: ovviamente a tal fine è stata predisposta un’adeguata formazione dei dipendenti che se ne occuperanno, relativamente alle principali norme che regolano la presenza straniera sul territorio nazionale e soprattutto in merito a quelli che costituiscono i principali nodi problematici all’interno della normativa stessa.

Padroneggiando queste informazioni sarà possibile fornire agli stranieri un concreto aiuto nel districarsi all’interno della complessa situazione giuridico – amministrativa in cui potrebbero trovarsi a versare.

Durante il corso oltre alle ore di “lezione frontale” la formazione prevede anche un periodo di monitoraggio, in tempi ancora da definire, da realizzarsi mediante la partecipazione alle attività dello sportello stesso da parte del tutor, ed anche mediante l’organizzazione di riunioni periodiche nell’ambito delle quali il tutor possa raccogliere le impressioni dei dipendenti in merito all’andamento dello sportello, traendone magari spunto per implementarne le funzioni.

Tra le altre iniziative e i Progetti finalizzati verso  una piena inclusione sociale,  atti ad implementare le potenzialità relazionali ed a valorizzare all’interno di esse le occasioni di scambio interculturale da rammentare l’esperienza già definita nella passata colonia estiva e l’apertura del CAG – Centro di Aggregazione Giovanile che verrà aperto nelle prossime settimane nei locali dell’ex stazione ferroviaria che diverrà appunto un centro sociale –  dove i minori sono dunque i destinatari primi delle attività, ma gli adulti e gli anziani svolgeranno un ruolo fondamentale come fonte e veicolo di conoscenza e come ponte tra le diverse culture.

Dice Teresa Materia: “Gli obiettivi specifici da perseguire sono dunque:  

sostegno dell’interculturalità come veicolo di convivenza positiva e di non perdita delle tradizioni delle diverse culture, perseguendo il mantenimento dell’identità culturale per le seconde generazioni;  

facilitazione nell’ambito della comunità locale della capacità d’interazione con persone di altra cultura, religione e stile di vita;

promozione dell’inserimento sociale dei minori immigrati;

stimolare la partecipazione dei giovani stranieri alle attività socio-ricreative presenti sul territorio;

valorizzazione della dimensione dell’interculturalità nelle attività didattiche, ricreative, sociali, ludiche”;

Tra le fasi operative del progetto brolese si possono annoverare la ricerca ed l’approfondimento delle tradizioni culturali e ludiche delle diverse culture da poter spendere come elemento di scambio e condivisione della diversità, intesa come reciproca risorsa ed il favorire l’apprendimento della lingua italiana e l’intraprendere un percorso formativo completo basato sul gioco, sul teatro e sull’arte, sul gruppo e sulla condivisione di obiettivi.

Intanto dalla ricerca effettuata dalla dottoressa materia emergono primi dati sulle esigenze di questo mondo multietnico brolese, fatto da Romeni, Indiani, Cinesi, Polacchi, Tunisini e Marocchini. Gente che lavora nell’agricoltura, nei campi di Pontenaso,  fatta da imbianchini e muratori; da venditore di pietre preziosi e coralli, da abili commercianti di vestiti a basso costo; da mercatari e badanti.

Un mondo che vive nei quartieri, con i figli che frequentano scuole e oratori, e che spesso e  “tollerante” nei confronti delle “invadenze” dei residenti, che prega su stuoie stese sul lungomare oppure a ridosso del parcheggio del cimitero, Loro sorridono e ti offrono il loro cibo, e nelle viuzze del castello ascoltano le nenie tipiche del sound magrebino, inondando i vicoli di sapidi sapori di spezie e coriandolo.

Così emergono in questo progetto d’indagine le caratteristiche della presenza straniera sul territorio brolese, in funzione di un’analisi sociometrica relativa alla natura dei legami sociali e delle dinamiche contestuali instauratisi rispetto alla comunità locale.

E continuando, Teresa Materia afferma:

“E’ importante definire punto di vista della popolazione straniera: perché un intervento sociale sia efficace, è importante che gli obiettivi e le azioni siano decisi il più possibile insieme ai diretti interessati” – e aggiunge – “i colloqui con operatori e professionisti del settore scolastico,  del pubblico e del privato sociale.

In particolare docenti,  educatori, gestori di associazioni sportive costituiscono un valido supporto nell’indagine potendo inoltre fungere da tramite nel rapporto con le famiglie straniere a partire da una conoscenza già instaurata con i minori.

L’assistente sociale del comune rappresenta a sua volta una preziosa risorsa potendo fornire informazioni in merito alla natura del rapporto dell’utenza straniera con i servizi”.

Soddisfatto di come si sta sviluppando il progetto, primo fra tutti è il sindaco:

“E’ un progetto articolato ed ambizioso, che guarda avanti, che punta in alto, che vuole creare una comunità attenta e solidale.

Definiti i primi passi, pensiamo anche a favorire occupazione e commercio multietnico, interventi culturali e sociali, per esempio accarezziamo l’idea di un cineforum in lingua, la presentazione di libri di scrittori stranieri, ma anche progetti che riguardano la gastronomia e il tempo libero, che puntano all’integrazione ed al confronto, non per nulla  stiamo aprendo un centro sociale che guarda e si apre anche ai giovani vicini alla comunità brolese, – ed il sindaco aggiunge – cercheremo anche di dare un’informazione chiara, sicura, certa, avremo incontri con i responsabili dell’ufficio immigrazione delle Questure e poi pubblicheremo, in lingua, sul nostro sito, una sorta di fac, con domande e risposte tese dissipare, parlando ai giovani che poi faranno da tramite nella loro comunità più anziani, tra modelli, ed informazioni,  i dubbi su  normative e burocrazia – e sorridendo conclude –  Abbiamo parlato di favorire la conoscenza della lingua italiana … ma potremmo anche utilizzare questi nuovi nostri concittadini per imparare loro, anzi i nostri figli, la loro lingua, dal cinese all’arabo… davvero una bella scommessa”.

Massimo Scaffidi Militone


Il chi è di Teresa Materia

Laureata con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Messina Facoltà Di Scienze Politiche  in: Mediazione Socioculturale e Scienze Sociali per la Cooperazione e lo Sviluppo e Mediatore Socioculturale, Assistente Sociale; con settori di competenza specifica in Politiche Sociali, Servizi sociali alla persona, Ricerca sociale, Mediazione Socioculturale

La sua tesi di laurea si è sviluppata sul tema:“LA CULTURA DELLA DEVIANZA ED IL MITO DELLA RAZZA: UNA REIFICAZIONE DELL’ALTERITÀ”  e oggetto dell’elaborato sono stati i meccanismi attraverso i quali si realizza tale cristallizzazione di categorie e relative identità costrette in uno stereotipo deviante,con particolare riferimento alla dimensione della comunicazione mediale, nell’ambito della quale le narrazioni,i personaggi ed i modelli diventano rappresentazioni sociali contribuendo a definire le relazioni e le situazioni in cui esse prendono forma.

In particolare questo tipo di dinamiche socio-cognitive,unitamente ad alcuni cenni in merito alle conseguenze sociali che possono derivarne, sono state analizzate con riferimento alla posizione deviante in cui spesso è posta la diversità culturale,tenendo conto del fatto che nella società post-moderna occidentale,la nozione di straniero finisce col coincidere con quella di migrante(portando dunque con sé tutta una serie di implicazioni storiche,politiche ed economiche).

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