Brolo – la Forza di Indignarsi
Che ne pensi di, Il Muro

Brolo – la Forza di Indignarsi

indignazione

Ci sono rettili a sangue freddo che si arricchiscono sulle spalle dei più deboli. Approfittare della debolezza altrui, è fuori dall’etica della cultura di un comunità come quella brolese, come quella siciliana in generale che della famiglia allargata, della solidarietà solidale ne ha da sempre fatto un punto di forza, basta leggere anche dei romanzi popolari come i Malavoglia che il senso della solidarietà, che nasce pur sempre da un bisogno di protezione reciproca, emerge e si rafforza nella rete dei rapporti umani. … 

Approfittare della debolezza altrui, è fuori dall’etica, di qualsiasi etica universalmente condivisa. 

Attenti agli sciacalli.

Prosperano sulle disgrazie altrui, raccontandole prima , per poi insieme rammaricarsene per facciata, vestendosi bene, andando a messa, battendosi il petto.

Sempre mossi – camuffando abilmente i lerci propositi, con parole di grande indignazione e con grandi sentimenti di (astratta) solidarietà.

In una Brolo.punto.due, cambiano le regole, ma il disvalore del potere, del profitto, del denaro che crea uno sporco benessere, impera ancora.

Emerge quell’anima nera che aveva fatto il paese capitale dell’usura. Un popolo di usurai usurati.

Dove indagini e indagati sono ancora lì tra i fascicoli dei Tribunali da decenni , in attese di scontate assoluzioni per decorrenza dei termini mentre gente, già da allora aveva perso tanto e tutto anche la dignità.

Sembra sia passato tanto tempo.

Eppure le storia si ripete, cambiano gli addendi ma la somma è uguale, cambiano i fattori ma il prodotto resta uguale.

Nelle pieghe della crisi economica, tra letture di bollettini fallimentari, di stati di bisogno, di difficoltà ad arrivare alla terza settimana del mese, nei silenzi di chi non vuol guardare, tra le miopie di chi non vuol parlare si creano storie di degrado etico, di nuovi poveri, di disgraziati lasciati soli e riaffiorano sciacalli e serpenti.

Ma può riaccendersi la speranza quando si avverte  ancora che c’è chi ha la forza, la voglia, il coraggio di indignarsi. 

E inizia proprio così lo sfogo, libero, liberatorio, umanissimo, sincero, che arriva in redazione e che pubblichiamo con piacere e forza….

INDIGNATO.

Nel mio bel Paese dove ci conosciamo tutti e dove i valori del rispetto reciproco,dell’amicizia, del lavoro,dei sacrifici,sono stati i capisaldi dei nostri nonni e dei nostri padri, accade che, una famiglia perbene che ha dato lavoro e possibilità di crescita per tanti anni a tutta la comunità,va in difficoltà.

Sicchè, entrano in azione i tribunali facendo il loro operato,e così anche gli “avvoltoi” decidono di entrare in azione, dimenticando i valori sopracitati che ancora oggi dovrebbero prevalere.

Capita quindi che a casa, la tua casa, fatta con amore e passione che custodisce gli affetti di una vita, ti ritrovi a dover vivere con gli “avvoltoi” di turno che in barba alla tua storia, ai tuoi affetti, alle tue buone azioni fatte in passato, comprano casa tua imponendo la loro presenza, senza scrupoli e senza vergogna.

Sento di dover alzare il velo davanti agli occhi per denunciare una ingiustizia MORALE che deve far riflettere,in un paese che ormai non guarda più ai valori dei nostri nonni e dei nostri padri, ma che ormai si trascina nell’indifferenza senza reagire, facendo passare storie come questa NORMALITA’.

IO NON CI STO’.

E noi non possiamo che pubblicare, schierandoci con un giovane quarantenne che ancora crede nei Valori.

 

6 Giugno 2015

Autore:

redazione


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