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BROLO – “Liberiamo il Futuro”: convegno nella sala Rita Atria

di Corrado Speziale La sera precedente, nella piazza del Castello di Brolo, era stata salvata dal rogo la “Strega-Futuro”, epilogo della suggestiva rappresentazione teatrale “L’inquisizione”, sotto la regia di Stefano Pierpaoli.

Ieri pomeriggio l’evento “Liberiamo il Futuro” ha invece trovato come protagonisti nuovi “attori”, quali rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, della società civile, giornalisti, scrittori e semplici cittadini, che si sono ritrovati in convegno nella Sala “Rita Atria”, trasferendo così la ricca e complessa tematica legata ai giovani e alla legalità nei racconti delle loro esperienze di vita votata all’impegno civile.

Coordinati da Sonny Foschino, presidente del Movimento socio-culturale “Peppino Impastato”, che ha organizzato l’evento, patrocinato dal Comune dii Brolo, in collaborazione con l’Associazione “Conseguenze”, ACIB e ACIO, sono intervenuti al dibattito il Questore di Messina Carmelo Gugliotta, il presidente della F.A.I. – Federazione Italiana Antiracket Giuseppe Scandurra, il giornalista e scrittore Giuseppe Lo Bianco, il regista romano Stefano Pierpaoli, il professor Salvo Vitale, “icona” dell’antimafia ed amico storico di Peppino Impastato, e lo scrittore, militante ecopacifista ed antimilitarista Antonio Mazzeo.  A fare gli onori di casa, sono stati, naturalmente, primo fra tutti, il sindaco di Brolo Salvo Messina, amministratore ed esponente politico dichiaratamente in prima linea a sostegno della legalità, Carmelo Ioppolo, presidente dell’ A.C.I.B. – Associazione Commercianti di Brolo, ed Enzo Mammana, presidente dell’ A.C.I.O., l’analoga associazione orlandina che prima di tutte, nel 1990, iniziò la coraggiosa ed esemplare battaglia legale contro le cosche criminali della zona, che estorcevano denaro ai commercianti di Capo d’Orlando.

Il sindaco Messina ha iniziato con il ringraziamento e l’elogio degli autorevoli ospiti, riservando un complimento speciale all’associazione culturale presieduta da Foschino che ha definito “realtà fantastica ed invidiabile”, fiore all’occhiello, quindi, di  Brolo e di tutto il comprensorio. Il primo cittadino, richiamando la performance della sera precedente, facendo riferimento ai giovani, ha detto: “Non possiamo permetterci di mandare al rogo il futuro”, e ha ribadito gli argomenti toccati dal Presidente Napolitano nel discorso di fine anno rivolto agli italiani, basato proprio nell’incerto e problematico futuro delle nuove generazioni. Inoltre, sull’argomento legalità riferito al comprensorio di Brolo, ha rivolto un appello “a non mollare la guardia dopo gli sforzi fatti” ritenendo, la stessa, sostenibile a condizione che “le vittime non siano lasciate sole”, e concludendo con un chiaro segnale di ottimismo: “Possiamo e dobbiamo vincere”.

Anche Carmelo Ioppolo si rivolge ai giovani della “Impastato”, indicandoli come modello: “Sosteniamo i ragazzi senza vincolarli, diciamo loro grazie perché così contribuiscono a far crescere una generazione libera”. Enzo Mammana, dall’alto della ventennale esperienza della sua associazione, descrive, tra l’altro, uno schema chiaro sui meccanismi criminali nella loro azione estorsiva: “L’attore mafioso fa sistema ed interagisce col territorio”, e ricorda Libero Grassi, vittima del racket per eccellenza, come “morto in solitudine, in assenza dello Stato”.

E lo stesso descrive così gli incontri con gli studenti nella campagna di sensibilizzazione sull’argomento che coincide con quello del dibattito: “E’ un’azione-rivoluzione socio culturale che ci permetterà di liberare il futuro”. Delle province siciliane,  Messina è sicuramente tra quelle in cui sono stati profusi gli sforzi maggiori nell’azione antiracket, con la nascita di varie associazioni, ma c’era ancora qualche “buco nero” da colmare, obiettivo raggiunto di recente, e rimarcato con orgoglio da Giuseppe Scandurra, che in questo progetto occupa sicuramente un ruolo di primo piano: “Il nostro obiettivo era promuovere l’antiracket a Barcellona Pozzo di Gotto, città difficilissima, e ci siamo riusciti”. Oltre a tracciare positivi consuntivi (“dal 1991 in poi nessun imprenditore è stato più ucciso”), il presidente del FAI elogia e si ritiene fiero di dibattere con chi gli sta accanto, tra cui Mazzeo e Vitale, autori, rispettivamente, delle inchieste-denuncia sui casi di Graziella Campagna e Peppino Impastato. Solidarizza, inoltre, con gli imprenditori che denunciano “senza avere una scorta, ma protetti solo dalla solidarietà della gente” e saluta con senso di gratitudine Mariano Nicotra, imprenditore, presidente dell’antiracket messinese, che  la scorta ce l’ha dal novembre del 2008, quando fu vittima di un attentato a Zafferia.

Emerge una chiara inclinazione politica ed un notevole senso dello Stato nell’intervento di Stefano Pierpaoli, regista romano, che con la sua associazione “Conseguenze” fa teatro in giro per l’Italia nel segno dell’impegno civile: ”I 150 anni dell’unità d’Italia assumono un significato di enorme valore – dice Pierpaoli – con l’auspicio che da questa ricorrenza, che coglie l’Italia in un momento di tempesta, non si accettino più formule truffaldine tracciate sull’ottimismo e sui  proclami”. Ed indica tre punti basilari da cui far ripartire il futuro: “Ritrovare la nostra identità culturale, ricostruire un sistema di valori condiviso nel segno della democrazia e della legalità, riconoscere nel lavoro il valore fondante della nostra Costituzione”. Il tutto, ovviamente scevro da  “forme di condizionamento a danno della capacità di inventiva persa dopo gli anni ’50”.

Straordinario, come previsto, è stato l’intervento di Salvo Vitale,  inesauribile motore della coscienza antimafia, nelle sue forme più libere e coraggiose, come fu quella di Impastato: “Parlare di Peppino non è facile, pochissimi di noi avrebbero il suo coraggio” dice Vitale, che però di coraggio ne ha avuto, e anche tanto, a partire da quel tragico 9 maggio 1978, quando, dai microfoni di Radio Aut, denunciò l’uccisione dell’attivista politico di Cinisi, suo amico di sempre.

Usa, poi, come simbolo per “Liberare il futuro”, l’immagine del giudice Caponnetto che libera una colomba, mettendo in guardia tutti, però, dai rischi cui va incontro quel docile volatile, messaggero di pace: “Quella colomba corre il rischio di essere impallinata”.

Il professore di Partinico è un fiume in piena, racconta proprie esperienze ed esprime concetti che toccano temi di scottante attualità, come “senso di giustizia” e “libertà” in molteplici loro accezioni. Manifesta poi su determinate leggi, un’opinione sempre più diffusa, definendone tante “sbagliate, non conformi alla giustizia”.     

Era la prima volta che, da Questore, Carmelo Gugliotta metteva piede a Brolo, ed in questo senso gli organizzatori gli hanno riservato una calda accoglienza. Anch’egli tesse elogi sull’evento, rimarcando l’assenza di convegni del genere nei decenni passati, segno di una crescente coscienza della legalità. Si rivela, inoltre, molto vicino ai problemi dei giovani, esprimendo un giudizio sulle loro recenti contestazioni: ”Le ultime proteste nel campo della scuola dimostrano che tra loro c’è insicurezza”, dice il massimo dirigente di Polizia, e che spetta alle istituzioni “dare sicurezza per il domani”.

Descrive, poi, la mafia, come “un cancro che si rimuove ma che si può rigenerare” e affinché si raggiungano determinati risultati “occorre avere sempre fame e sete di giustizia”.

Il giornalista e scrittore Giuseppe Lo Bianco, cronista giudiziario di prim’ordine, con storiche inchieste antimafia al suo attivo, in quanto autore, tra l’altro, del libro “L’agenda rossa di Paolo Borsellino” (Chiarelettere, 2007), ha descritto la contingenza storica della stagione vissuta dal magistrato ucciso, definendolo “martire laico della giustizia”, che si trovò in mezzo ad un vortice istituzionale, una sorta di “giostra impazzita”.

Lo Bianco, che definisce la speranza “figlia dello sdegno e del coraggio”, elementi che egli tuttavia non nota nella realtà in senso generale, esce fuori dal coro non nascondendo taluni scetticismi: “Vedo le sfide solo nelle iniziative personali della gente che ho conosciuto” e disegna tante associazioni attive nell’impegno civile come “giardini fioriti in una giungla che avanza”.

Ha concluso la serie di interventi Antonio Mazzeo, realizzatore di inchieste e reportage da tutto il mondo ed autore dell’ultimo libro di successo “I Padrini del Ponte – Affari di mafia sullo stretto di Messina” (edizioni Alegre, 2010). Mazzeo, che, di recente, grazie al suo storico impegno in difesa del territorio contro le “ecomafie”, si è aggiudicato il prestigioso premio “Bassani”, ha scelto argomenti alternativi rispetto a chi lo ha preceduto. Il suo pensiero è andato ai giovani cronisti di frontiera che quotidianamente affrontano i rischi dettati dal malaffare, citando ad esempio la Calabria, dove si è costretti ad abbandonare luoghi e legami affettivi per sfuggire alle minacce di un sistema criminale.

Parlando, poi, del complesso connubio tra commercio e criminalità, che ha fatto crescere l’espansione dei centri commerciali, con ricadute negative sul tessuto sociale nelle città, ha descritto il fenomeno come causa di “desertificazione e fuga dai centri storici”.

Infine, nella sua personale e condivisibile prospettiva, Mazzeo, non poteva far mancare la soluzione al problema più scottante ed attuale per le giovani generazioni: “Liberare il futuro dalle guerre inutili, che non servono a nessuno, tranne che alle imprese che fanno affari in quei paesi”.

A conclusione del dibattito, Luca Scaffidi, giovane liceale e componente dell’associazione “Peppino Impastato”, interpretando il sentimento del pubblico presente in platea, rivolgendosi a tante personalità accreditate, radunate per questa “storica” occasione da Sonny Foschino, ha così concluso: “Grazie per averci reso popolo attivo”.

Nel corso del dibattito, è stato proiettato il cortometraggio “Peppino vive in noi – il coraggio di non dimenticare”, realizzato dagli attori della compagnia brolese, sotto la regia di Sonny Foschino, con la partecipazione di alcuni cittadini che hanno fornito la loro testimonianza sui valori fondanti della legalità, base dalla quale si potrà “liberare il futuro”.

le foto del convegno

http://scomunicando.hopto.org/cronaca-regionale/brolo-le-foto-del-convegno-qliberiamo-il-futuroq

quelle dell’inquisizione:

http://scomunicando.hopto.org/cultura/brolo-in-scena-qlinquizioneq-di-stefano-pierpaoli

 

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