Un ragazzino ha salvato la sua mamma chiamando il 118 e fornendo, al telefono, tutte le informazioni necessarie all’invio dell’ambulanza.
La donna, immediatamente soccorso in totale stato di incoscienza, si è ripresa. E’ accaduto a Brolo,, ieri mattina, inferiore, in un popoloso quartiere, ma nessuno si era accorto di nulla…Il ragazzino, nel vedere la mamma, esamine sul letto, non rispondeva più alle sue domande, ha chiamato il 118 e all’infermiere, con grande calma e precisione, ha descritto quello che era avvenuto.
La madre non ricorda nulla, è ancora confusa.
La sera prima racconta “ero molto stanca perché al lavoro come sempre avevo faticato, mi ero coricata – lei è anche affetta dia una rara patologia che colpisce statisticamente 1 su 10.000 persone – Mio figlio – continua a raccontare, ancora visibilmente scossa e provata – sa che tutte le sere io, alzandomi prima di lui, gli lascio un promemoria sul come organizzarsi prima di andare a scuola.
Questo è anche un gesto d’amore, un biglietto sul tavolo della cucina per il buongiorno visto che non lo posso seguire come vorrei e che suo padre è fuori tutta la settimana per lavoro.
Ma ieri mattina, alzandosi mi ha trovato distesa sul divano”.
Crisi Ipertensiva, pressione altissima, battiti fuori dalla norma, poco reattiva, da vero ometto, – lui appena tredicenne – con grande senso di responsabilità, ha chiamato il 118.
Era di fatto da solo, non si è perso d’animo… quando è suonata la sua sveglia ha visto la madre star male, era fredda, sentiva freddo, tremava, quindi un tentativo di soccorso, di rianimarla, poi la decisione di chiamare il presidio sanitario.
Ora il bimbo (omettiamo i nomi dei protagonisti della vicenda) … racconta: “mi sono avvicinato a lei e le ho detto “mamma che hai?”. Pensavo, ora ci sono io passa tutto…
Ma lei non rispondeva era muta!
Era assente.
Allora non ho perso tempo ho chiamato il 118.
I medici sono arrivato quasi subito, le hanno messo le gocce sotto la lingua io sono andato nell’altra stanza … dopo mi hanno chiamato per i documenti e mi hanno detto che ero stato molto bravo “hai salvato tua madre” mi ha detto la dottoressa”.
Poi il ragazzino guarda la madre e l’abbraccia, e va a fare i compiti, domani deve andare a scuola. Ama andarci, studia con impegno, sogna di fare informatica, sta imparando bene l’inglese e sopratutto vuol levarsi di dosso l’etichetta di “ragazzo difficile e problematico” che inopportunamente – in maniera superficiale – gli hanno affibbiato.
Prima di salutarci esprime un pensiero, profondo, intenso, reale, che fa mare ascoltarlo da un bambino .. perchè tale è anche se va già alle medie. “Ieri ho avvertito il senso della solitudine, del vuoto, delle assenze, di un quartiere che spesso ha troppi occhi e orecchie ma che quando necessita davvero ascoltare e guardare è cieco e sordo”…
E quindi conclude: “Ieri la mamma ha rifiutato il ricovero e l’ha fatto per me e per il cagnolino che abbiamo, ha detto che siamo ancora piccoli che lei anche se sta male deve e può accudirci…… è grave?”.
Rispondiamo, per rassicuralo: No… sicuramente non lo è. Un cuore di Mamma è sempre forte.
E noi possiamo solo dirti
Bravo.
Piccola riflessione conclusiva, che non leva nulla al gesto di questo ragazzo, alla sua maturità, al suo essere “ometto”….
Questo ragazzino ha la stessa età di molti vostri figli.
Ci siamo chiesti: “Se fosse successo a noi, a voi, i “piccoli di casa” avrebbero fatto la stessa cosa?”
La risposta in tanti casi è “NO”.
I ragazzini a volta non sanno neppure cos’è il 118.
Stasera facciamo un corso accelerato di 118.
Scriviamo questo numero su un foglio e lo appendiamo al frigorifero … non si sa mai.
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