BROLO – Pizzino: “non sono un mafioso”
Cronaca Provinciale

BROLO – Pizzino: “non sono un mafioso”

Dopo una settimana di sciopero della fame in Piazza Cordusio, Milano, sotto la sede centrale della UniCredit Group S.p.A., in segno di protesta contro la mancata assistenza del Sistema Bancario, quella che doveva essere un manifesto contro la scarsa attenzione di un Istituto di Credito, primo in Europa, verso la richiesta di collaborazione di un piccolo imprenditore, si tramuta, in un istante, in un’accusa di mafiosità nei confronti del sottoscritto.

i_pizzinoQuello che è apparso nella trasmissione di AnnoZero del 22.10.2009 è solo la facciata di una realtà nazionale che oggi coinvolge migliaia di piccole e medie imprese sparse in ogni latitudine e longitudine del nostro Paese, quello che non è emerso in quei minuti di  disperazione è ben altro, è un segno tangibile di come il potere finanziario riesca a schiacciare il potere politico e di Governo.
Dopo aver raggiunto telefonicamente il sottoscritto, nella serata del 29.09.2009, mentre si trovava ancora ricoverato al Policlinico Maggiore, l’On. Ministro Tremonti riferiva al Sig. Pizzino che nella giornata successiva lo avrebbe incontrato proprio in Piazza Cordusio per solidarizzare; all’indomani, all’arrivo del Ministro presso l’aeroporto di Linate, lo stesso viene bloccato da una telefonata del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che intima al Ministro di non raggiungere Piazza Cordusio perché il Sig. Pizzino sarebbe un mafioso; di fatto il Ministro Tremonti non raggiungerà Piazza Cordusio ed appronterà una conferenza stampa a Milano.
A riprova di quanto detto il video girato dal giornalista Rino Piccione, presente nel sito www.camiciacastello.com, copia della raccomandata a.r. del 14.10.2009 (inviata dal Sig. Pizzino inviata al Presidente Berlusconi, Onorevole Letta, Ministro Tremonti, Presidente Lombardo), copia della richiesta d’indagine del 05.10.2009 formulata dal Sig. Pizzino alla Prefettura di Messina, Certificato Antimafia, dei Carichi pendenti e Casellario Giudiziale del Sig. Giuseppe Pizzino.
Oltre al rischio d’impresa che ogni imprenditore si assume con dignità ogni giorno, sacrificando la propria vita per il proprio lavoro e per i propri dipendenti, il rischio ulteriore e non dichiarato è quello di vedere disonorata la propria onorabilità e la propria persona di fronte alla rivendicazione dei propri diritti costituzionali?
Grazie, Signor Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per il giudizio dato sulla mia persona. Grazie, Signor Ministro Tremonti per la solidarietà promessa e non manifestata.

Lettera al presidente del Consiglio Silvio Belusconi

Pizzino Giuseppe                                        
Via Principi Lancia di Brolo, 5,
98061 – Brolo (ME)
tel. 348 4918088
e – mail. pizzinogiuseppe@tiscali.it
Piraino, 14.10.2009

All’attenzione dell’

Ill. mo Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Dr. Silvio Berlusconi

e p. c.

Ill. mo Sig. Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri
On. Dr. Gianni Letta

Ill. mo Sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze
On. Prof. Giulio Tremonti

Ill. mo Sig. Presidente della Regione Sicilia
On. Dr. Raffaele Lombardo

Raccomandata a.r., anticipata via fax al numero 06/6794569
Raccomandata a.r., anticipata via mail all’indirizzo segreteria.presidente@governo.it

Raccomandata a.r., anticipata via fax al numero 06/67793377
Raccomandata a.r., anticipata via mail all’indirizzo ssletta@governo.it

Raccomandata a.r., anticipata via fax al numero 06/4743449
Raccomandata a.r., anticipata via mail all’indirizzo tremonti_g@camera.it
Raccomandata a.r., anticipata via mail all’indirizzo ministro@tesoro.it

Raccomandata a.r., anticipata via fax al numero 091/7075111
Raccomandata a.r., anticipata via mail all’indirizzo maria.bonanno@regione.sicilia.it

Oggetto: Accusa di mafiosità mossa nei confronti del Sig. Giuseppe Pizzino nel giorno 30.09.2009, in Milano – Piazza Cordusio.

Egregio Sig. Presidente,
con la presente il sottoscritto Giuseppe Pizzino, nato a Ficarra (ME) il 22.05.1960, residente in Brolo (ME), Via Principi Lancia, 5, vuol sottoporre alla Sua attenzione i fatti verificatisi in Milano – Piazza Cordusio, nell’arco temporale che và dal giorno 21.09.2009 al giorno 30.09.2009, per chiedere a Lei contezza dei medesimi.
– Il 21.09.2009 le società Sicily S.r.l., Piazza Castello S.p.A., Radio Call Service S.r.l Island S.r.l., inoltrano raccomandata a.r. nei confronti dello Spett.le Dr. Alessandro Profumo, anticipata via mail e via fax lo stesso giorno, avente ad oggetto “Richiesta incontro urgente per esame pratiche societarie”, nel corso del quale presentare una richiesta di finanziamento – dell’importo di € 3.000.000,00 – a sostegno di un piano di rilancio del gruppo, finalizzato alla conservazione ed incremento del livello occupazionale, riconversione tecnico – operativo, abbassamento del costo del prodotto e continuità aziendale, previa valutazione di sostenibilità del Progetto di Rilancio che la capogruppo Sicily S.r.l. sottoscriveva.
– Il 24.09.2009 le società del Gruppo Castello rinnovano, de visu, la suddetta richiesta d’incontro presso la sede centrale dell’UniCredit Group S.p.A., sita in Piazza Cordusio – Milano, cui segue diniego a causa di problemi logistico organizzativi interni; nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 16:45, ha inizio lo sciopero della fame del sottoscritto in Piazza Cordusio – Milano, che si protrarrà per una settimana intera.
– Il 25.09.2009, alle ore 11:00, i vertici delle società incontrano, presso la sede della UniCredit Corporate Banking – Regione Lombardia, Via Broletto, 16, il Dr. Salvatore Malandrino, responsabile dell’Area Sicilia di UniCredit Corporate Banking, ed il Dr. Rocco Carbone, responsabile della filiale di Messina, i quali acquisiscono la pratica, con relativa documentazione a corredo, ma si mostrano impossibilitati a procedere ad una rapida disamina della stessa, dati i tempi tecnici che un’istruttoria bancaria richiede. L’incontro si conclude senza alcun risultato concreto.
Alle ore 18:32 dello stesso giorno, una nota UniCredit – Sede Palermo – evidenzia l’avvenuta disamina della pratica di finanziamento e la non sostenibilità della medesima a causa di risultati economici e patrimoniali negativi che il Gruppo Castello ha registrato e l’insufficiente documentazione fornita.
– Il 26.09.2009, con comunicato A.N.S.A., l’On. Dr. Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, interpellato sulle strategie del management di Unicredit per rafforzare il patrimonio del gruppo, conferma sostegno ai manager “ma allo stesso tempo – ha detto il Governatore – mi faccio portavoce dell’imprenditore Pizzino del gruppo Castello Spa per il mancato prestito di 3 milioni di euro”. “Se dovessi riscontrare sordità da parte di Unicredit – ha aggiunto il Presidente – non potrei che prenderne atto. Mi auguro che Unicredit voglia dialogare e non fa perdere il lavoro a 300 persone, il 90% donne”.
– Il 27.09.2009 la Dr.ssa Marianna Li Calzi, membro del Consiglio di Amministrazione di Unicredit Group in rappresentanza della Fondazione Banco di Sicilia e Regione Siciliana, dichiara la propria disponibilità ad intervenire per la pronta risoluzione della vicenda.Il 28.09.2009 su Rai Tre – Lineanotte il giornalista Alfredo D’Amato intervista il Sig. Pizzino e, in studio, il giornalista Antonio di Bella riporta una dichiarazione dell’UniCredit, per la quale le aziende del Sig. Pizzino sarebbero sull’orlo del fallimento e l’imprenditore sarebbe inaffidabile.
– Nel pomeriggio del giorno 29.09.2009 l’esponente ha un malore e viene trasportato in ambulanza presso il Policlinico Maggiore di Milano, dove verrà medicalmente assistito fino alle ore 23:30 circa. Di lì a breve viene ripetutamente contattato telefonicamente dall’On. Nino Germanà, il quale si trova in presenza dell’On. Ministro Giulio Tremonti, in occasione della Festa di compleanno dell’ Ill. mo Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi; il Ministro Tremonti conviene telefonicamente con il Sig. Pizzino e dichiara di raggiungerlo, per solidarizzare e complimentarsi, il giorno seguente in Piazza Cordusio – Milano. Lasciato il Policlinico, il Sig. Pizzino si porta nuovamente in Piazza Cordusio, e viene contattato telefonicamente dall’On. Dr. Raffaele Lombardo, al quale comunica la notizia dell’incontro del giorno successivo con l’On. Ministro Tremonti.
– Il 30.09.2009 è presente in Piazza Cordusio il Giornalista Rino Piccione, il quale è giunto in Milano alla notizia dell’incontro tra l’On. Ministro Tremonti ed il Sig. Pizzino, avendolo appreso la sera prima in Roma. Il giornalista Piccione riprenderà il corso dell’intera giornata, fino alla conferenza stampa indetta dal Ministro Tremonti. Verso le ore 10:30 circa, il giornalista Piccione viene contattato dall’On. Germanà, che ha accompagnato il Ministro a Milano insieme al Deputato Dr.ssa Catia Polidoro, Responsabile PdL per le piccole e medie imprese; il giornalista riferisce che il Ministro, una volta giunto presso l’aeroporto di Linate, in Milano, è stato contattato telefonicamente dal Presidente del Consiglio, il quale gli riferiva che sulla propria scrivania era pervenuto un dossier relativo al sig. Pizzino, nel quale si evinceva il suo essere mafioso; l’On. Letta intratteneva comunicazione telefonica con il Ministro per oltre mezz’ora, esortandolo a non incontrare il Sig. Pizzino data la sua dubbia natura.
Il Ministro non raggiungerà Piazza Cordusio ma indirà una “improvvisata conferenza stampa” nella quale sottolinea la scarsa assistenza del Sistema Bancario nei confronti dell’imprenditoria italiana, e, interpellato dal giornalista Piccione sulla vicenda del Gruppo Castello, dichiara di non conoscere il caso specifico ma riconosce l’evidente asimmetria della problematica che lo stesso rappresenta. Nel frangente il Sig. Pizzino è raggiunto in Piazza Cordusio dagli On. Germanà e Polidoro, che, pur confermando tutto l’accaduto, si scusano per quanto verificatosi, dichiarando essersi trattato di “qualcosa di inspiegabile”. Comunque il Ministro Tremonti non potrà recarsi in Piazza Cordusio.

Lo stesso giorno il Sig. Pizzino interrompe lo sciopero della fame e rientra in Sicilia.
– Il Sig. Giuseppe Pizzino, a seguito dello sciopero della fame intrapreso in Piazza Cordusio – Milano, e protrattosi dal giorno 24.09.2009 al giorno 30.09.2009, giorno 01.10.2009 rende noto di aver rassegnato le proprie dimissioni, irrevocabili ed immediate, da tutte le aziende nelle quali, sinora, ha ricoperto cariche direttive e societarie, come già comunicato stamane alle rispettive Assemblee dei Soci, nonché all’incontro avvenuto alla presenza dei Sindaci dei Comuni di Brolo, Ficarra, Piraino e Sinagra.
Tiene inoltre a precisare di non aver alcun titolo di proprietà nelle società facenti parte del Gruppo Castello, ossia Sicily S.r.l. (società richiedente finanziamento – UniCredit), Island S.r.l. e Piazza Castello S.p.A., e di aver, invece, solo una quota di maggioranza nella società Radio Call Service S.r.l., che provvederà a dismettere nel più breve tempo possibile.
Pertanto, la propria protesta nei confronti della scarsa attenzione e della mancata assistenza da parte del Sistema Bancario nei confronti delle piccole e medie imprese continua da libero cittadino, essendo mancati, al raggiungimento di un così prestigioso obiettivo, il tempo necessario che impiega una macchina ministeriale dall’Aeroporto di Linate sino a Piazza Cordusio, ed un promesso “panino” da mangiare con il Ministro Tremonti, offerto dal Dr. Alessandro Profumo.
– Successivamente, il 05.10.2009, il Rag. Giuseppe Nicolò Salvatore Crimaldi si reca, insieme al Sig. Pizzino presso la UniCredit Corporate Banking – Sede Messina – . In tale sede si provvede, insieme al Dr. Carbone e Dr. Vadalà, alla sottoscrizione della fideiussione del Sig. Giuseppe Pizzino – socio di maggioranza della società Radio Call Service S.r.l. – per un importo pari ad € 200.000,00, a fronte di un anticipo fatture per un valore di € 150.000,00, garantito per il 50% dalla A.S.C.O.M. Confidi, come indicato dallo stesso Dr. Carbone.

Alla luce dei fatti infamanti e disonorevoli verificatisi in Milano nell’arco temporale che và dal giorno 21.09.2009 al giorno 30.09.2009, il sottoscritto Giuseppe Pizzino chiede al Sig. Presidente di voler dar contezza delle accuse che sono state mosse nei confronti del sottoscritto, dal momento che la notizia circa il suo esser mafioso è stata da Lei riportata al Ministro Tremonti, come confermato telefonicamente in data 09.10.2209 anche dallo stesso On. Dr. Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, nonché de visu dagli stessi On. Germanà ed On. Polidoro.
Posto che il sottoscritto fornirà a chi di competenza il proprio Certificato Generale del Casellario Giudiziale e dei Carichi Pendenti, nonché copia della richiesta d’indagine dallo stesso presentata in data 05.10.2009 presso la Prefettura di Messina, con la quale si autorizza e legittima la stessa a voler disporre qualunque indagine, ricorrendo ad ogni mezzo, perché possa essere fugato ogni dubbio sulla sua certa ed inequivocabile, nonché dichiarata, natura di libero ed onesto cittadino, avulso da ogni contatto ed associazione di tipo mafioso, chiede a Lei di voler dare spiegazione ed origine del dossier di cui Lei ha avuto e dato lettura, relativo alla persona del Sig. Giuseppe Pizzino.
Qualora tale riscontro, non dovesse pervenire in tempi brevi, e qualora la suddetta smentita non dovesse effettuarsi con comunicato stampa ufficiale, accompagnato dalle relative scuse, si vedrà costretto a ricorrere ad ogni mezzo legale, affinché la competente Autorità Giudiziaria possa definitivamente fugare ogni dubbio circa la sua natura di libero ed onesto cittadino, avulso da ogni contatto ed associazione di tipo mafioso, e risarcirlo dalle accuse infamanti mosse nei confronti dell’onorabilità e decoro della sua persona.
Egregio Sig. Presidente,
anche domenica, da Benevento, Lei ha ribadito quanto si era impegnato a fare, quando, nel 94’, era sceso in politica al fine di “…garantire fiducia e sostegno a coloro i quali avrebbero creato occupazione e ricchezza…”. Ebbene, da 33 anni, dall’età di 16 anni, l’esponente fa il mestiere di imprenditore. Non ha mai avuto meno di 300 dipendenti, ho pagato 440 milioni di euro di stipendi, cosa che, al netto di cassa integrazione e di contributi statali e regionali, nessuno, nemmeno la Fiat, è riuscito a fare in Sicilia.
Ha rispettato tutte le regole, in particolare quelle salariali, nessuna vertenza sindacale, mai lavoro nero o sottosalariato, ha denunciato tutte le minacce mafiose subite e non ho mai voluto trarre vantaggio da ciò dandone pubblicità; pensa, infine, di aver fatto una nobile battaglia contro lo strapotere, l’arroganza, l’indifferenza, del Sistema Bancario Italiano nei confronti delle piccole e medie imprese e, per questo, è stato sacrificato in Piazza Cordusio a Milano utilizzando la peggiore delle infamità che si possa rivolgere ad un Siciliano onesto………….mafioso!
Questo è venire meno ad un suo preciso impegno: garantire fiducia e sostegno.  
Fiducioso in una Sua risposta.

 

Sottoscrive
Giuseppe Pizzino

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI MILANO
PER IL TRAMITE DEL COMANDANTE DELLA STAZIONE
DEI CARBINIERI DI BROLO

Il sottoscritto Pizzino Giuseppe, nato a Ficarra (ME) il 22.05.1960 e residente in Brolo (ME), Via Principi Lancia, n.5 con il presente atto da valere a tutti gli effetti di legge sporge formale denuncia/querela nei confronti del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Gianni Letta e/o di coloro che, suo tramite, hanno diffuso le seguenti notizie costituenti reato di diffamazione aggravata, in ordine al quale, espone:
Per una mancata collaborazione finanziaria da parte dell’UniCredit Group Spa alle aziende amministrate dall’esponente, lo stesso ha deciso di inscenare una pacifica protesta in Piazza Cordusio a Milano, di fronte la sede legale dell’istituto di credito, che annovera fra i soci il Banco di Sicilia e la Regione Siciliana.
Il sig. Pizzino Giuseppe, il 21.09.2009 per  le società Sicily S.r.l., Piazza Castello S.p.A., Radio Call Service S.r.l., Island S.r.l., inoltrava raccomandata a.r. all’Unicredit Spa, avente ad oggetto “Richiesta incontro urgente per esame pratiche societarie”, nel corso del quale presentare una richiesta di finanziamento – dell’importo di Euro 3.000.000,00 -  a sostegno di un piano di rilancio del gruppo, finalizzato alla conservazione ed incremento del livello occupazionale, riconversione tecnico – operativo, abbassamento del costo del prodotto e continuità aziendale, previa valutazione di sostenibilità del progetto di rilancio che la capogruppo Sicily S.r.l. sottoscriveva.
Il 24.09.2009 le società del gruppo Castello rinnovavano, de visu, la suddetta richiesta presso la sede centrale dell’Unicredit Group S.p.A., sita in Piazza Cordusio – Milano, senza essere ricevuti dai funzionari dell’istituto bancario a causa di inspiegabili problemi logistico organizzativi interni. 
Nello stesso pomeriggio il sig. Pizzino  iniziava lo sciopero della fame in Piazza Cordusio.
Il giorno successivo, alle ore 11:00, i vertici della società incontravano, presso la sede dell’Unicredit Corporate Banking – Regione Lombardia, Via Broletto, n.16,  il Dr. Salvatore Malandrino, responsabile dell’Area Sicilia di Unicredit Corporate Banking, ed il Dr. Rocco Carbone, responsabile della filiale di Messina, i quali  acquisivano la pratica, con relativa documentazione a corredo, ma si mostravano impossibilitati a procedere ad una rapida disamina della stessa, dati i tempi tecnici che un’istruttoria bancaria richiedeva. L’incontro si concludeva senza alcun risultato concreto;
Il 26.09.2009, con comunicato A.N.S.A., l’On Dr. Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, interpellato sulle strategie del management di Unicredit per rafforzare  il patrimonio del gruppo, confermava il sostegno ai manager “ ma allo stesso tempo – ha detto il Governatore – mi faccio portavoce dell’imprenditore Pizzino del gruppo Castello S.p.A.  per il mancato prestito di 3 milioni di euro”. “ Se dovessi riscontrare sordità da parte di Unicredit – ha aggiunto il Presidente – non potrei che prenderne atto. Mi auguro che Unicredit voglia dialogare e non far perdere il lavoro a 300 persone, di cui il 90% donne”.
Il 27.09.2009 la Dr.ssa Marianna La Calzi, membro del consiglio di Amministrazione di Unicredit Group, in rappresentanza della Fondazione Banco di Sicilia e Regione Siciliana, dichiarava  la propria disponibilità ad intervenire per  la pronta risoluzione della vicenda. Il 28.09.2009 su Rai Tre – Lineanotte il giornalista Alfredo D’Amato intervistava il sig. Pizzino e, in studio, il giornalista Antonio di Bella riportava una dichiarazione dell’Unicredit, per il quale le aziende del sig., Pizzino sarebbero sull’orlo del fallimento e l’imprenditore sarebbe inaffidabile.
Nel pomeriggio del giorno 29.09.2009 l’esponente subiva un malore e veniva trasportato in ambulanza presso il Policlinico Maggiore di Milano, dove veniva assistito fino alle ore 23:30 circa. Di lì a breve veniva ripetutamente contattato dall’On. Nino Germanà, il quale si trovava in compagnia del Ministro delle Finanza On. Giulio Tremonti, il quale conveniva telefonicamente con il sig. Pizzino e gli dichiarava di volerlo raggiungere, per solidarizzare e complimentarsi, il giorno seguente in Piazza Cordusio a Milano.
Il sig. Pizzino, lasciava volontariamente l’ospedale riportandosi nuovamente, in Piazza Cordusio, ove veniva contattato telefonicamente dall’On. Dr. Raffaele Lombardo, al quale comunicava la notizia dell’incontro per il  giorno successivo con il Ministro.
La mattina del 30.09.2009 si presentava in Piazza Cordusio il giornalista Rino Piccione, per riprendere l’incontro tra l’On. Ministro Tremonti ed il sig. Pizzino, avendolo evidentemente appreso la sera prima in Roma. Il giornalista Piccione effettuava delle riprese in attesa dell’arrivo del Ministro.
Verso le ore 10:30 circa, lo stesso  giornalista Piccione veniva contattato dall’On. Germanà, che accompagnava il Ministro insieme alla deputata Dr.ssa Catia Polidoro, responsabile PDL per le piccole e medie imprese, preannunciandogli che il Ministro, una volta giunto presso l’aeroporto di Milano Linate, aveva rinunciato all’incontro con il Pizzino in quanto era  stato contattato dalla Presidenza  del Consiglio, che lo avvisava che era pervenuto un dossier relativo al sig. Pizzino Giuseppe, nel quale si evidenziava il suo essere mafioso.
Secondo quanto riferiva l’On. Germanà al Pizzino ed ai collaboratori e familiari che si trovavano con lui in attesa del risolutivo incontro, l’On. Letta intratteneva comunicazione telefonica con il ministro per oltre mezz’ora, convincendolo a non incontrare il sig. Pizzino, data la sua dubbia natura.
Il Ministro non raggiungerà più Piazza Cordusio ma organizzava una “ improvvisata conferenza stampa” ove sottolineava la scarsa assistenza del sistema bancario nei confronti dell’imprenditoria italiana.
Raggiunto dal giornalista Piccione che lo interpella sulla vicenda del Gruppo Castello  il Ministro rispondeva di non conoscere il caso specifico ma riconosceva l’evidente asimmetria della problematica che lo stesso gli  rappresentava. Nel frangente il sig. Pizzino veniva raggiunto in Piazza Cordusio dagli Onorevoli Germanà e Polidoro, i quali, pur confermando l’accaduto, si scusavano per quanto verificatosi, dichiarando che si è trattato di “qualcosa di inspiegabile”.
Subito dopo il  Pizzino interrompeva lo sciopero della fame e rientrava in Sicilia.
Il successivo giorno 01.10.2009 lo stesso rendeva noto di aver rassegnato le proprie dimissioni, irrevocabili ed immediate, da tutte le aziende nelle quali ricopriva cariche direttive e societarie, come comunicato alle rispettive Assemblee dei Soci, ed ai Sindaci dei Comuni di Brolo, Ficarra, Piraino e Sinagra riuniti negli stabilimenti della Castello. Ai soci ed agli amministratori comunali comunicava che la sua protesta si era conclusa con un mancato incontro con i vertici di Unicredit e con il Ministro delle Finanze On. Giulio Tremonti, in quanto un ipotetico dossier fatto pervenire sul tavolo del sig. On. Presidente del Consiglio dei Ministri etichettava il sig. Giuseppe Pizzino come               “ mafioso” e, conseguentemente, gli incontri erano saltati e la protesta non aveva subito l’esito sperato.
Considerato che l’esponente non ha mai subito alcun procedimento penale per reati associativi, né è stato mai toccato da indagini per reati di mafia e che il paventato dossier sul suo essere mafioso è frutto di illazioni atte a far desistere il Ministro dall’incontrarlo spargendo falsità sul suo conto. Conseguentemente, si ritiene leso nella sua integrità morale con gravi ripercussioni sulla propria attività di onesto e corretto operatore imprenditoriale.
Per questi motivi e per quelli che dovessero essere riscontrati nel corso delle indagini che la Procura della Repubblica adita dovesse individuare, chiede la punizione dei colpevoli alle pene di legge con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni, nella competente sede giudiziaria.
Chiede di essere informato nell’improbabile richiesta di archiviazione.
Si indicano a testi i sigg:
-         Rino Piccione, direttore e responsabile dell’emittente televisiva “ Il Tirreno” con sede in Milazzo (ME), nonché l’Onorevoli Nino Germanà e Catia Polidoro.

 

Brolo lì 26.10.2009         
Giuseppe Pizzino

29 Ottobre 2009

Autore:

admin


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