Continuamo a pubblicare, ma comunque ormai siamo agli sgoccioli, i contributi forniti durante la riunione per la costituzione di un “Forum” partecipato a Brolo svoltosi domenica scorsa.
Dal pubblico è intervenuto Roberto Speziale, questo il suo intervento.
Tutti affermano che Brolo è un paese a forte vocazione turistica.
Questo è certamente vero ma occorre uscire da un equivoco che tale affermazione rischia di ingenerare.
Il solo settore turistico può rappresentare per Brolo un volano di sviluppo che consenta di creare posti di lavoro e rilanciare l’economia nel suo complesso?
Intanto dobbiamo fare chiarezza che il principale sviluppo turistico in atto ipotizzabile e’ quello del turismo balneare.
Questo dovrebbe passare, in vista del redigendo nuovo piano regolatore generale, dalla previsione di una serie si infrastrutture sia ricettive (piccoli alberghi, villaggi, Bed & Breakfat, lidi attrezzati, ) che di servizi quali strutture di accoglienza e di diretta fruizione del mare, con la cura di tutti i dettagli ed i particolari che concorrono a dare un’offerta di elevata qualità che attraggano, appunto, un turismo non solo del comprensorio ma anche esterno, nazionale ed estero.
In tale contesto si rende necessario ragionare in termini non solo localistici ma assolutamente in termini comprensoriali, in modo da ampliare e diversificare l’offerta, esaltando tutte le potenzialità che il territorio potrebbe esprimere sia per quanto concerne la fruizione del mare che per quanto concerne i beni paesagistici e culturali.
Altro contesto potrebbe essere rappresentato da un percorso eno-gastronomico molto interessante per in nostro territorio in quanto coniuga sia l’eccellenza dei prodotti del mare, di cui la promozione del pesce azzurro potrebbe determinare una forte attrattiva, sia per tutti i prodotti tipici dell’agricoltura e della pastorizia dei Nebrodi di cui Brolo rappresenta una naturale finestra sul mare.
L’offerta turistica dovrebbe ampliarsi almeno da maggio ad ottobre (attualmente si limita a poche settimane a cavallo di luglio ed agosto) e per la gran parte all’uso di seconde case, con la conseguenza che ad un notevole consumo del territorio e relativa cementificazione non è seguito un reale sviluppo ed incremento dell’economia locale.
Il turismo della terza età e per le persone con disabilità potrebbe essere un mercato molto appetibile, ma, ancora una volta, occorrerebbe prima fare un forte investimento in termini di infrastrutture e servizi adeguati.
La stessa esaltazione delle potenzialità del nostro centro storico, che certamente va risanato e rilanciato in quanto inserito tra i 18 borghi medioevali più belli della Sicilia (?) da sola non sarebbe sufficiente a garantire adeguato sviluppo commerciale ed occupazione significativa. Se ne parla almeno da trentanni ma nulla è stato fatto ed oggi rischiamo piuttosto di assistere a qualche annunciato disastro.
Di fatto per il nostro territorio lo sviluppo turistico non può e non deve essere visto come una panacea ma come un’opportunità, senza tralasciare altri settori che potrebbero dare interessanti risultati sia in termini occupazionali che di crescita economica.
In buona sostanza occorre diversificare su più assi le azioni di rilancio e sviluppo in un quadro armonico che veda i vari interventi finalizzati ad un unico fine quello di migliorare la qualità di vita complessiva del nostro paese a partire dai residenti e dare adeguata accoglienza a tutti coloro che a Brolo scelgono di dimorare per le loro vacanze.
Ma il tutto deve essere visto in termini di PIL comunale (in un rapporto almeno di uno a tre tra gli investimenti realizzati ed il ritorno sia in termini economici che di occupazione stabile, (soprattutto giovanile) rispetto agli investimenti sia pubblici che privati.
Uno di questi settori è certamente il rilancio dell’agricoltura (negli anni che furono gli agrumi hanno rappresentato un settore molto interessante) ma oggi tale settore non è più in grado di dare risposte adeguate al territorio.
Ciò nonostante, sempre restando nell’ambito del redigendo piano regolatore generale, una cospicua parte del territorio rimane vincolata a tali culture essendo le stesse definite “culture specializzate”. L’idea potrebbe essere quella di coinvolgere le facoltà di agraria delle maggiori università Siciliane per realizzare uno studio per capire su quali nuovi prodotti riconvertire le nostre culture.
Se si riuscisse, come altre esperienze del territorio (vedi la serricoltura sviluppata nella zona di falcone, mazzarà etc.) ad individuare uno o più prodotti di alta qualità e con un mercato di riferimento adeguato a rendere remunerativa la produzione di tali articoli, il ritorno in termini di sviluppo ed occupazionali potrebbe essere pari o addirittura superiore a quello turistico, in ogni caso i due settori sono tra essi assolutamente complementari.
Disporre, infatti, di uno o più prodotti tipici, sarebbe un ulteriore volano alla crescita ed allo sviluppo e motivo fortemente attrattivo.
Ma fino a quando tutto questo non sarà realizzato, se mai sarà realizzato, possiamo assistere inermi al progressivo impoverimento della nostra economia ed alla cancellazione della stragrande maggioranza delle attività commerciali presenti sul nostro territorio?
Brolo nel corso dell’ultimo trentennio ha vissuto delle fasi di forte crescita ( qualcuno ricorderà i tempi in cui i lavori dell’autostrada messina-palermo hanno determinato un vero boom delle nostre imprese, che anche dopo il completamento della stessa autostrada hanno continuato la loro corsa nel settore dei lavori pubblici. Oggi di queste imprese si è persa persino la memoria.
Il settore dell’edilizia residenziale che ha visto anche in questo caso il crescere ed affermarsi aziende di brolo nell’intero Interland, ma che oggi a causa della crisi del settore e della saturazione del territorio registrano enormi difficoltà.
Il settore manifatturiero che, per anni, ha visto centinaia di addetti, soprattutto donne, trovare una risposta occupazionale, ma anch’esse ormai del tutto marginali anche a causa di una burocrazia e di un sistema bancario che piuttosto che sostenere tali attività ha dato loro il classico colpo di grazia.
Forse non abbiamo saputo e voluto difendere tali attività. E’ come se ci fosse un “masochistico piacere” nel vedere fallire e/o chiudere, una dopo l’altra, le attività del nostro territorio, senza renderci conto che questo significa perdere posti di lavoro e capacità di spesa da parte delle famiglie con un effetto ad avvitamento che alla fine ci penalizza tutti.
Ci vuole una consapevolezza di tutti e dobbiamo avere la capacità di pensare a Brolo come “un sistema” nel quale al primo posto vi è un tessuto sociale fatto di solidarietà e civile convivenza, dove lo sforzo di tutti, a partire dall’istituzione Comune, è quella di operare per il bene-essere di tutti i cittadini.
Una solidarietà concreta che si prenda carico dei più deboli, che scelga di aiutare le attività commerciali di brolo a non chiudere.
Fare i propri acquisti più importanti a brolo potrebbe essere uno slogan che, in un momento così difficile, aiuterebbe l’economia locale a superare la crisi e soprattutto a non perdere altri pezzi di economia e posti di lavoro.
Questo non senza tralasciare il fatto che occorre anche attrarre utenza da paesi limitrofi e quindi occorre migliorare la nostra offerta commerciale, migliorando l’accoglienza, la professionalità e la cortesia, ma anche la qualità e la competitività delle nostre attività.
Appunto non solo con singole iniziative ma in quadro di contesto e di sistema che ci veda tutti fortemente impegnati nel fare di brolo il posto più bello dove vivere, far crescere i nostri figli, trascorrere le vacanze, fare gli acquisti, consumare buon cibo, partecipare a momenti culturali e di socializzazione.
Brolo e’ ormai ricca di Associazioni di volontariato, sportive e della società civile.
Questo significa che vi è vitalità sociale, ma queste associazioni spesso non si collegano in rete e non riescono a permeare l’intero tessuto sociale.
Vi è una scarsa propensione alla partecipazione ed il principio di cittadinanza attiva è ben lungi dall’essere concretamente attuato. In tale contesto fondamentale è Il ruolo delle scuole, tra queste l’opportunità di aver sul territorio un istituto superiore (visto spesso come un problema e non come una ricchezza), dovrebbe vedere un diverso approccio ed attenzione da parte di tutti.
La costituzione di una fondazione di partecipazione sarebbe per brolo una grande cosa.
Si aprirebbero una serie di opportunità da molti nemmeno immaginate e concorrerebbero a creare quel luogo dove più soggetti (pubblico, banche, privati, associazioni) potrebbero concorrere, ognuno per la parte di propria competenza, al “bene comune”.
Per esempio si potrebbe ipotizzare di far acquistare, attraverso la fondazione ai cittadini di Brolo la torre medioevale che rappresenta il simbolo stesso del nostro comune e questa proprietà della fondazione si trasferirebbe, in eterno, da generazione in generazione di famiglia in famiglia.
Brolo può diventare una eccellenza ed il posto più bello del mondo dove vivere?
Si, se tutti quanti, nessuno escluso, ci mettiamo all’opera con idee chiare e concrete, con spirito positivo e propositivo.
Se riusciamo prima di tutto a costruire una comunità solidale dove si rispettano i diritti civili ed umani di tutte le persone, dove si opera con trasparenza, dove prima viene il bene comune e non gli interessi personali di pochi.
E’ un sogno?
Si
Ma solo chi sa sognare sa realizzare grandi progetti!!
Roberto Speziale