Segni di memoria importanti e condivisi … i monumenti.
il 23 maggio, un monumento dedicato a Falcone e Borsellino
L’amministrazione comunale brolese guidata da Pippo Laccoto si appresta ad inaugurarne uno dedicato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, il prossimo 23 maggio in occasione del “trentennale” della strage di Capaci dove perirono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta.
importante segnale di memoria
La notizia di quest’importante segnale di memoria, di ricordo, di denuncia civile la si è appresa, pubblicamente, stamani nel comunicato stampa diramato dall’amministrazione locale che rammentando la marcia della memoria che si è svolta nella mattinata, e che ha coinvolto i ragazzi delle terze medie, ma anche associazioni, presidi di legalità e istituzioni, ha anticipato l’importante evento di fine maggio.
Un monumento che ricorderà anche l’altro giudice, Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992, nella strage di via D’Amelio, assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Un evento – la decisione di realizzare quest’iniziativa – importante per la nostra società che deve recuperare la consapevolezza che un monumento non è solo fatto di materia, ma anche dei suoi valori intrinsechi.
Perchè in tal modo, il monumento e quel che rammenta, entra a far parte di un mondo proprio dell’individuo e della comunità che ne ha riconosciuto il determinato significato.
Non per nulla i recenti “segni di memoria” voluti a Brolo (la stele per Aldo Moro e gli agenti morti in via Fani, il monumento al giudice Livatino, la loggia dei poeti dedicata a Peppino Impastato, ed ancora la targa sul lungomare per Sebastiano Tusa, o i “cippi” a ricordo di Paoletto e Enzo) sono testimonianze importanti per non dimenticare, anzi da tutelare e conservare, perchè criticamente stabiliscono come riconoscere un valore.
La necessità di ricercare questi valori nasce dalla necessità di avere riferimenti reali e culturali che consentono all’uomo-cittadino di orientare le proprie scelte morali e quindi dare un senso alla propria vita presente e futura.
In fondo il monumento (anche che sia una piazza o una via) ricorda la storia del paese e vale sempre la pena di essere raccontata, come la nuova piazza Mirenda dovrebbe diventare un punto di forza per ricordare la vita del brolese al quale è dedicata.
In questo assetto va inquadrato l’auspicabile restauro del monumento ai Caduti (ma non con una banale copertura), ma con un intervento di ripulitura dalle muffe e ricostruzione dei pezzi mancanti e ammalorati.
Ed a proposito di monumenti che diventano polo d’attrazione non sarebbe male, in una logica di recupero di piazza Annunziatella e della via che conduce al cimitero di riprendere l’idea del monumento dedicato alle vittime del terrorismo degli anni di piombo.
il 9 Maggio giornata della memoria delle vittime del terrorismo
Un’idea sviluppata nel 2006, e quasi giunta alla sua concretezza anche con un carteggio tra l’amministrazione del tempo, il Ministero degli Interni, l’archivio della Polizia di Stato e dei Carabinieri, le associazioni nate intorno a stragi ed agli eventi legati al terrorismo, di destra e di sinistra.
Allora si prese spunto dall’uscita del libro di Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi.
Lui – il giornalista – aveva appena pubblicato il libro “spingendo al notte più in la”, dove ha raccontato la storia della sua famiglia e delle conseguenze del terrorismo sulle vittime e sulla società italiana negli anni di piombo.
Mario Calabrese al tempo si era appena trasferito a New York dove per la “Repubblica” dirigeva la redazione estera oltre a seguire la campagna elettorale del 2008, quella che he ha portato alla Casa Bianca Barack Obama e l’allora sindaco, Salvo Messina, gli aveva inviato un mail per spiegargli il progetto e per mettere a punto la realizzazione del monumento dedicato alle più di 400 vittime del terrorismo. Una sorta di invito a partecipare.
Un memoriale
Poi il progetto, che era stato seguito dall’ufficio turistico locale, si arenò, ma non per questo non riamane valido nella sua essenza, nella sua denuncia, nella sua validità “del fare”.
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