Cronaca

BUROCRAZIA INFAME – Slitta il funerale del padre di Don Enzo Caruso

 

LA PIOVRA DELLA BUROCRAZIA ITALIANA\USA HA DATO ANCORA UN ALTRO COLPO. IL CONSOLATO ITALIANO, DOPO UN PRIMO VIA LIBERA BLOCCA L’IMBARCO DELLA SALMA. COSI’ DOPO LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DATA DAGLI UFFICI DEL CONSOLATO, LO STESSO ENTE HA RINVIATO, ALL’ULTIMO MINUTO LA PARTENZA. I MOTIVI SONO SOLO BUROCRATICI. QUESTIONI FRA CONSOLATO ITALIANO E AUTORITÀ USA.

Il funerale si sarebbe dovuto svolgere domani.

La salma dell’uomo, morto ad ottobre, a Cleveland, in America dove risiedeva, infatti doveva essere imbarcata nelle ore passate, ma lo stop da parte delle autorità ne ha impedito la partenza.

Quindi i funerali previsti per domani, martedì 12, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Sant’Angelo di Brolo, e che dovevano essere celebrati direttamente dal vescovo Mons. Guglielmo Giombanco, sono stati rinviati a data da fissarsi

Antonino Caruso, aveva 87 anni, ed era emigrato negli USA nel 1949, all’età di 19 anni.
E senza voler far polemica con nessuno è giusto evidenziare che la vicenda ha assunto i toni di una storia assurda, perché in realtà a causa della macchinosa burocrazia la salma, come un qualsiasi pacco postale, senza tener conto di sentimenti e del dolore della famiglia, è stata rinviata indietro più volte. Questo dal 21 ottobre scorso.
In queste ore i diretti interessati, che si sono affidati ad una ditta specializzata di Cleveland  che aveva già trasportato la salma a Detroit (3 ore di auto) stanno cercando la soluzione confidando anche nel buon senso dello stesso consolato italiano che in tutto questo non ha dato alcuna spiegazione su quanto accaduto.
Ed infine, a margine di tutto, si sarebbe portanti a pensare che, dopo quello che gli emigrati hanno dato alla terra in cui sono vissuti e in cui hanno lavorato per una vita, spesso, all’inizio, tra gli stenti e difficili condizioni di vita, che alla fine della loro vita terrena il  concedere loro il diritto di riposare in pace sia qualche cosa di sacrosanto.
Invece si ha la sensazione di avere a che fare con oggetti- appunto quasi dei pacchi postale – e non di persone.
Redazione Scomunicando.it

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