Il Gran Concerto di Capodanno a Tindari: La disorganizzazione sulla viabilità non blocca la musica. Le scuse dal palco, pur esenti da ogni colpa, da parte del direttore d’orchestra e del direttore del Parco Archeologico di Tindari
L’opposizione consiliare annuncia un’interrogazione.
La Strada del Santuario chiusa, 700 spettatori a piedi: una scarpinata di 2 chilometri per assistere al Coro lirico siciliano, ma c’è il neo, in una splendida mattinata, quella del blocco dei bus navetta.
Non averci pensato prima ha dell’incredibile.
Un’atmosfera incantevole, quella che solo Tindari sa regalare, e un’organizzazione che ha lasciato a desiderare: così si potrebbe riassumere il Gran Concerto di Capodanno, tenutosi al Teatro Greco di Tindari. Oltre 700 spettatori, giunti da ogni parte dell’hinterland e da alcune città dell’isola, per godersi l’esibizione del Coro lirico siciliano, si sono trovati a fronteggiare un imprevisto che ha reso l’esperienza unica… ma non in senso positivo.
Alla base del problema, la chiusura al traffico della strada del Santuario mariano, che obbliga le automobili, nei week end e nei giorni festivi, a fermarsi nell’area di sosta “Locanda 2”. Questo percordine pubblico e viabilità. In assenza del servizio di navetta, cessato a dicembre, gli spettatori sono stati costretti a percorrere a piedi i 2 chilometri in salita fino al Teatro Greco. Una scarpinata impegnativa per molti, mentre il caos generato lungo la Strada Statale 113, dove ingorghi al bivio Locanda hanno aggiunto ulteriore stress alla giornata.
La decisione di vietare il traffico sul colle sacro nei periodi di alta affluenza come dicevamo è stata presa per garantire la sicurezza e prevenire congestioni nella stretta via Monsignor Pullano, cruciale per il passaggio di eventuali mezzi di soccorso. Tuttavia, la mancata proroga del servizio di bus-navetta, che collegava l’area di sosta al Santuario e al Teatro Greco, ha evidenziato una grave lacuna organizzativa.
Affidato ad una società privata, fino al dicembre scorso, il servizio non è stato rinnovato nè prorogato, lasciando centinaia di visitatori a dover affrontare una lunga camminata imprevista. L’interruzione ha sollevato critiche e richieste per una gestione più attenta, anche in bassa stagione, quando eventi di richiamo sociale – come il Gran Concerto di Capodanno – richiedono comunque servizi adeguati per turisti e residenti.
Ma la magia della musica supera le difficoltà e nonostante gli inconvenienti, lo spettacolo è riuscito a conquistare il pubblico. L’empatia e la maestria del Coro lirico siciliano, guidato dal maestro Francesco Costa, hanno fatto dimenticare la stanchezza accumulata. Il repertorio, impreziosito dalle celebri musiche di Ennio Morricone e Franco Battiato, ha trasformato una giornata travagliata in un momento di pura emozione artistica.
Dallo stesso palco sono arrivate parole di scusa per l’accaduto, pronunciate sia dal maestro Costa che dal direttore del Parco Archeologico di Tindari, Giuseppe Natoli, che di fatto poco hanno a che fare con la questione viabilità. Entrambi hanno ribadito l’importanza di migliorare l’accoglienza e la gestione logistica per garantire ai visitatori un’esperienza all’altezza della bellezza del luogo.
Ora c’è l’invito a fare di più.
Sebbene il concerto sia stato un successo dal punto di vista musicale, resta l’amarezza per un’organizzazione che non ha saputo valorizzare al meglio l’evento e il territorio. Per la città di Patti, il Gran Concerto di Capodanno avrebbe potuto essere un biglietto da visita d’eccellenza per inaugurare il nuovo anno.
Gli spettatori, seppur stanchi, sono tornati a casa con il ricordo di una performance memorabile, ma con la speranza che le autorità locali sappiano trarre insegnamento da questa vicenda. Rendere Tindari un luogo accessibile e accogliente, anche in inverno, non è solo una necessità pratica ma un dovere nei confronti del suo inestimabile patrimonio artistico e culturale.
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