di Corrado Speziale.
Messina, assieme a tante altre città italiane, ha vissuto, sabato, la sua giornata dedicata alla Costituzione. In particolare, il C-Day, nella città dello Stretto, pomeriggio, è stato dedicato al tema della scuola pubblica.
“La Costituzione è la Carta delle regole del nostro vivere comune. Noi, come Federazione Lavoratori della Conoscenza, quindi del comparto della scuola, dell’Università, della ricerca, dell’alta formazione artistica e musicale, della formazione professionale, di tutta la filiera della conoscenza, vogliamo rappresentare, oggi, il senso forte, profondo, autentico dell’istruzione, della formazione e della conoscenza all’interno della nostra Costituzione”. Ha esordito così, nel suo intervento, Graziamaria Pistorino, segretario della F.L.C.- CGIL di Messina, che assieme a tanti giovani universitari dell’ U.D.U., Unione degli Universiari, ha organizzato un sit–in ieri pomeriggio a Messina, in Piazza Cairoli, sul tema “Difendiamo la scuola pubblica”.
Costituzione e scuola pubblica, quindi, un connubio sul quale, ultimamente, si è urlato tantissimo nelle piazze di tutta Italia, segno della necessità diffusa e condivisa di difenderne l’importanza dei ruoli e rappresentare la necessità di reagire, con urgenza, alla politica di un Governo volta a privilegiare le forme di istruzione privata.
E i numeri parlano chiaro: “In tre anni – prosegue la Pistorino in uno dei suoi interventi – abbiamo avuto la soppressione di 140.000 posti di lavoro dentro la scuola. Abbiamo meno risorse per poter fare della scuola un luogo di promozione”. E sull’onda emotiva dettata da un momento tutt’altro che facile, dinnanzi alle persone scese ieri pomeriggio in piazza, legge l’art. 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. L‘istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi.”
Ed è su questo punto che l’insegnante della F.L.C., esprime il proprio punto di vista sul piano dei valori: ”Secondo l’ordinamento che è pensato per il nostro Paese, le pari opportunità per bambini del nord e del sud, italiani e stranieri, parte e si materializza nella scuola. Lo stato attraverso la scuola pubblica dà pari opportunità al figlio del povero come quello del ricco. Noi tutti i bambini li accogliamo, da insegnanti della scuola pubblica, come sangue del nostro Stato, del nostro futuro”.
Qui, si rivolge, in particolare, agli insegnanti delle zone periferiche, della provincia, dove la scuola pubblica è l’unica risorsa, dove non ci sono altri punti di riferimento se non quelli dello Stato.
Il prof. Rosario Battaglia, docente di Storia moderna a Scienze politiche, ha raccontato la storia ed i significati della Carta Costituzionale, leggendo e commentando articoli della stessa, soffermandosi sulla separazione dei poteri, argomento di grande attualità, alla luce delle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, culminate con la proposta del Governo di riforma della giustizia.
Giulia Zuccotti, Daria Lucchesi, Elena Castano, Arianna Maugeri, Martina Abate, dell’Unione degli Universitari, animatrici della manifestazione, hanno letto e commentato pezzi di Piero Calamandrei, grande giurista e membro della Costituente, scomparso nel ’56, ed in questo momento figura più volte celebrata ovunque si parli di Costituzione. Sempre riguardo quest’ultima, sono stati letti anche alcuni pensieri espressi a suo tempo da Enrico Berlinguer.
Si è poi proceduto alla lettura di due lettere inviate a Berlusconi da altrettanti insegnanti, in risposta alla dichiarazione di quest’ultimo, circa il concetto di “educare” ed “inculcare“, che descriveva la scuola di Stato come luogo “dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nella famiglia”.
Da qui, la più che giustificata presa di distanze di tutto il mondo scolastico, che della distinzione tra i due concetti ne ha sempre fatto una ragione fondamentale: gli insegnanti della scuola di Stato “educano”, non “inculcano”.
Nel corso della manifestazione, due ragazzi hanno rappresentato, in forma teatrale, la lettura di alcuni passaggi di “Lettere a una professoressa” di Don Lorenzo Milani, figura simbolo della scuola nei suoi più alti valori sociali ed educativi, nel segno dell’uguaglianza e della democrazia.
Marco Letizia, studente universitario che si sta battendo in difesa dei valori democratici in vari ambiti, intervenendo alla manifestazione, facendo con una breve analisi storica della Costituzione e comparandola con la realtà attuale, esprime così il proprio giudizio, condiviso da tantissimi colleghi: “Oggi questo progetto di costruzione messo in atto nel ‘48 è diventato un progetto di distruzione della scuola pubblica, dell’università, della ricerca, e si è visto con la riforma Gelmini”. E quanto ad infrastrutture, lo studente dice: “La maggior parte degli istituti scolastici della provincia di Messina sono inagibili”, e sull’argomento, rapportando la Costituzione all’attualità messinese, fa dei chiari riferimenti: “Essa è da difendere anche a livello locale, osservando ciò che sta succedendo al nostro territorio.
Ad esempio, il progetto di un’opera dannosa come il Ponte sullo Stretto, ha già sottratto spazi e fondi al territorio ed alla nostra Università”. Il riferimento va, ovviamente, all’incubatore d’imprese, destinato alla formazione degli studenti messinesi, ceduto invece ad Eurolink per realizzare il quartier generale per la realizzazione della mega opera.