Afa e umidità in pianura e a 500-1000 m, più fresco sul mare.
E’ colpa dell’alta pressione africana se anche nel Nord, in citta’ come Bolzano, il termometro sfiora 40 gradi e il gran caldo fa coprire di mucillagine il lago d’Orta, mentre in Sardegna la temperatura percepita supera i 45 gradi. E Bari si prepara ad attivare un sistema di allerta delle ondate di calore. ”Siamo in una situazione nella quale e’ facile battere dei record”, osserva Andrea Giuliacci, del Centro Epson Meteo. Il ”caldo africano”, ha aggiunto, potrebbe durare ancora qualche giorno.
Caldo e afa colpiscono tutte le zone interne, anche quelle che si trovano a 500-1.000 metri; le cose migliorano solo lungo la costa, dove l’aria viene rinfrescata sia dalla brezza che arriva dal mare, sia da quella che proviene dall’interno. Secondo il sistema di rilevamento delle ondate di calore del Dipartimento della Protezione Civile il livello di allerta massimo, quello in cui si prevedono condizioni meteorologiche a rischio, si e’ registrato soltanto a Bolzano e Genova, mentre domani alle due citta’ si aggiungera’ anche Torino. A Bolzano il caldo ha fatto scattate le misure d’emergenza adottate da Comune e Protezione Civile a tutela della salute degli anziani. La situazione e’ analoga a Bari, che nei prossimi giorni si prepara ad attivare un sistema di allerta per prevenire gli effetti delle ondate di calore sulla salute. Se il caldo mette a dura prova le citta’, nei boschi la situazione non e’ piu’ semplice perche’ aumentano i rischi di incendio. In Piemonte le temperature vicine ai 35 gradi hanno provocato sul lago d’Orta la formazione di una grande macchia biancastra di mucillagine, che si estende per alcuni chilometri e in ulteriore espansione. Responsabile del caldo record, spiega Giuliacci, e’ l’alta pressione africana che sta ”schiacciando” l’atmosfera sopra l’Italia e in questo modo la scalda. ”Quando questo fenomeno si verifica con l’anticiclone delle Azzorre, vengono trascinate sull’Italia anche correnti relativamente miti, ma – prosegue – quando la zona di alta pressione proviene dall’Africa, questa porta con se l’aria gia’ molto calda del Sahara, provocando la formazione di ulteriore calore”. Se poi, come sta accadendo, l’alta pressione permane piu’ a lungo, ”con il persistere della compressione l’aria si scalda ulteriormente”. Per questo, prosegue, ”le zone interne si scaldano di piu’, anche quando si trovano a 500-1.000 metri”. Questo accade anche perche’ in montagna nella notte l’aria diventa piu’ fredda, e quindi piu’ pesante, comprimendo ulteriormente l’aria a fondo valle: ”l’aria calda non riesce a uscire e si scalda sempre di piu’. Si spiega cosi’ – rileva l’esperto – che fra le citta’ piu’ calde d’Italia ci sia Bolzano”. E il caldo, secondo la Coldiretti, sta provocando problemi anche agli animali tanto che nell’ultima settimana le mucche hanno prodotto fino al 15% di latte in meno rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali. (ANSA)