L’amaro sfogo di un “quadro” del sindacato.
“Io sono uno di quelli che sicuramente avrò sbagliato, ma ho deciso di concludere la mia esperienza per le vessazioni e le pressioni che ho subito negli anni ad opera di pseudo personaggi che sono stati e sono la rovina della Cisl soprattutto Siciliana, pronti, se serve, a riciclarsi e vendersi pur di stare a galla.
In Sicilia, la Cisl è stata ed è rovinata da personaggi che hanno saputo farsi fuori dirigenti sindacali del livello nazionale, regionale e provinciale per avere avuto il solo torto di essere stati onesti, corretti, dediti alla tutela dei lavoratori e degli iscritti.
Mi rendo conto che ormai questa Cisl della GENOVESE, DEL CALABRESE, DEI SICILIANI E DEI MESSINESI è rappresentata, per dirla alla Sciascia, da “Uomini, mezz’uomini, ominicchi e quaquaraquà”.
Sono assai addolorato e dispiaciuto per quello che ho sentito e per quello che succede in tutto il territorio nazionale, siciliano e provinciale.
A Messina, una Cisl che rappresenta se stesso, fatta di odi e contrapposizioni, denunce e ricorsi, compravendita di deleghe, belle statuine e raccomandati della politica pur di ottenere distacchi sindacali e benefit finalizzati al tornaconto personale.
Certo, diranno che la mia è una reazione per non avere avuto ciò che hanno promesso, ma il prezzo da pagare era quello di sottostare ed acconsentire alle scelte e alle decisioni assunte dai vertici, in barba ai regolamenti e alle buone prassi di un sindacato serio e responsabile.
Non ho accettato compromessi ed ho scelto di chiudere la mia esperienza sindacale a fronte scoperta e schiena dritta, a diversità di quanto ancora strisciano e lucrano.
Sono stato un dirigente sindacale della Cisl Messinese in periodi esaltanti e gratificanti e sono orgoglioso per quello che ho fatto e che abbiamo fatto dal 2000 al 2017; devo ringraziare quanti mi hanno dato fiducia e quanti hanno fatto parte di una squadra solida, compatta, dedita all’impegno su tutto il territorio provinciale per rappresentare e tutelare i lavoratori in ogni posto di lavoro. Oggi c’è l’abbandono del territorio e la desertificazione. Ma queso non conta; conta mantenere ruolo ed incarichi. Io, malgrado tutto, e mi dispiace per chi vorrebbe la mia disdetta, sono e resterò un CISLINO, tranne che qualcuno non pensa di disporre la mia espulsione solo per aver espresso un mio pensiero democratico.”
A scrivere la nota è stato Calogero Emanuele